InfoAut
Immagine di copertina per il post

Giù le mani da Şengal! Noi yezidi continueremo ad organizzarci autonomamente!

Il rappresentante del Governo Regionale del Kurdistan-Iraq (KRG) e funzionario del Partito Democratico del Kurdistan (PDK) Necirvan Barzani minaccia un attacco a Shengal.

Come Confederazione delle Donne Yezide ci uniamo alla dichiarazione del Consiglio di Yezide e Yezidi per la Ricostruzione di Shengal, del Partito per la Libertà e la Democratizzazione di Yezidi e Yezide (PADÊ), del Movimento delle Donne Libere di Shengal (TAJÊ) e del Consiglio della Gioventù di Shengal del 26.12.2016 in riferimento a queste minacce.

La dichiarazione comune recita:

Con l’attacco dell’organizzazione terroristica del cosiddetto IS (Stato Islamico) e dei suoi alleati contro la popolazione yezida e per via della corresponsabilità dei peshmerga della Regione Autonoma del Kurdistan che non hanno svolto il loro compito di difesa della popolazione di Shengal, centinaia di persone sono state crudelmente giustiziate. Migliaia di ragazze, donne e bambini sono stati deportate e vendute da IS nei „mercati di schiave “. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette alla fuga.

In questa situazione, quando non c’era nessun altra forza di difesa per fermare questo genocidio, sono accorse le forze della guerriglia del PKK (HPG, YJA-STAR) e combattenti delle YPG e YPJ dalla Siria del nord (Rojava) con le poche forze a loro disposizione per la difesa. Hanno impedito conseguenze peggiori del genocidio aprendo un corridoio di fuga verso il nord della Siria. Fino a oggi gli yezidi asserragliati sulle montagne di Shengal vengono difesi dalla guerriglia con grandi perdite.

Invece di salutare questi successi e sviluppi e di sostenere la resistenza ancora in corso contro l’organizzazione terroristica IS che ancora combatte, i vertici del PDK, che hanno usurpato il Governo Regionale del Kurdistan-Iraq, si oppongono all’auto-organizzazione e le strutture amministrative autonome della nostra popolazione e minaccia di attaccarci.

La guerriglia del PKK è stata la prima unità di difesa che nel periodo più difficile del genocidio è stata al fianco della nostra popolazione. E ci difendono ancora e sono una delle più importanti ed efficaci forze nella contro l’organizzazione terroristica IS. Simili minacce da parte di Nêcîrvan Barzani favoriscono l’organizzazione terroristica IS. Chiudono la strada per l’intesa e l’unità della nostra popolazione. Sono corresponsabili del fatto che la nostra popolazione, che è ancora prigioniera dell’organizzazione terroristica, non riesca a liberarsi.

Shengal è al di fuori dei confini della regione Kurdistan-Iraq e giuridicamente è legata allo Stato centrale irakeno. Con questo il governo regionale curdo non è affatto competente per Shengal. Se noi yezide e yezidi siamo tanto importanti per il PDK e per Necîrvan Barzani, perché i loro peshmerga nel giorno del genocidio ci hanno abbandonati davanti all’organizzazione terroristica? Invece di scusarsi con la popolazione per gli avvenimenti e il loro comportamento e chiedere conto ai responsabili del PDK che non hanno fatto il loro dovere nella difesa di Shengal, succede il contrario. Coloro i quali con il loro mancato aiuto sono corresponsabili del genocidio, hanno ricevuto onorificenze e ancora più potere di comando di prima.

L’embargo che il PDK ha emanato contro Shengal sotto ogni aspetto, l’impedimento del ritorno della popolazione yezida a Shengal e gli ostacoli nella ricostruzione di Shengal rivelano che il vero obiettivo politico è lo spopolamento di Shengal.

N. Barzani ha pronunciato le sue minacce poco dopo un incontro con il Presidente turco T. Erdogan. L’obiettivo di Erdogan è l’annientamento di tutte le minoranze che lo affrontano criticamente e degli oppositori, anche oltre i confini della Turchia. Il PDK già negli anni passati e negli ultimi tempi in modo più intenso, ha perquisito illegalmente e senza alcuna competenza giuridica con le proprie forze di sicurezza le sedi e perfino abitazioni di giornalisti e giornaliste critici, attivisti e attiviste e ONG, li ha cacciati dai loro posti di lavoro e arrestati ed è provato che nel farlo ha violato i loro diritti umani. Questo è successo nell’anno 2016, tra l’altro con l’arresto della giornalista Aysel Avesta e la chiusura dell’organizzazione di donne Repak con sede a Hewler. Le sue collaboratrici sono state abbandonate nel nulla fuori dai confini dello Stato ed è stato loro imposto il divieto di ingresso nella città di Hewler- Erbil. All’inizio del 2017 l’ufficio di NRO Yazda yezida per motivi ancora oscuri è stato perquisito e chiuso dalle forze di sicurezza del KDP. Abitazioni in cui attiviste e attivisti della piattaforma delle yezide e degli yezidi del Kurdistan del nord-Turchia che si trovavano nel KRG sono state perquisite e sono stati espulsi dal Paese e contro di loro è stato emesso un divieto di ingresso nel KRG.

Con queste pratiche il PDK rivela la sua ostilità ai diritti civili, contro oppositori e minoranze come le yezide e gli yezidi che non appoggiano la sua politica di dominio. Mentre la popolazione yezida della regione di Shengal è esposta al genocidio/femminicidio da parte dell’organizzazione terroristica IS, il PDK davanti agli occhi dell’opinione pubblica porta avanti una politica anti-yezida e lo spopolamento della regione di Shengal. Per propri interessi economici e geopolitici in questo modo alla fine appoggia l’azione genocida dell’organizzazione terroristica IS e del governo dell’AKP.

Il PDK e l’AKP evidentemente non possono sopportare che gli yezidi a Shengal, in particolare le donne, si auto-organizzino e vivano in base alla filosofia di Abdullah Öcalan, il confederalismo democratico, in modo autonomo e pacifico con le proprie strutture di autogoverno e autodifesa nella regione di Shengal. Le donne yezide con la loro organizzazione armata, faranno in modo di non dover mai più vivere un massacro e un genocidio in quella forma. Chiederanno conto ai colpevoli, ai correi, ai responsabili, al PDK e a Barzanî. Per la costruzione di Shengal e il ritorno delle yezide e degli yezidi nella loro regione di origine, facciamo appello alla nostra popolazione e a tutte e tutti che sono a favore della tutela dei diritti umani e della democrazia, affinché si impegnino per i nostri interessi e non restino in silenzio di fronte a una simile politica del PDK.

Gli yezidi di Shengal vogliono condurre una vita pacifica, multietnica, basata sulla liberazione delle donne, nel loro territorio di insediamento millenario. Facciamo appello a tutte le persone, istituzioni e decisori democratici perché appoggino noi yezide e yezidi nel portare avanti la nostra auto-organizzazione a Shengal e ci difendano dall’ostilità di AKP e PDK.

GIÙ LE MANI DA SHENGAL – Noi yezidi e yezide continueremo ad organizzarci autonomamente.
Her bi jî YBS e YJS!
Jin-Jiyan-Azadî!

da uikionlus.com

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’economia genocida di Israele è sull’orlo del baratro?

L’economista Shir Hever spiega come la mobilitazione per la guerra di Gaza abbia alimentato un’”economia zombie” che sembra funzionare ma non ha prospettive future.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nasce “HUB”, un bollettino sulla militarizzazione e le resistenze dei territori

Dal lavoro congiunto di mobilitazione, organizzazione e inchiesta degli ultimi mesi che ha coinvolto diverse realtà e lavoratorə di Pisa, Firenze, Livorno, La Spezia e Carrara nasce il primo numero di “HUB”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ci stanno preparando alla guerra. E lo fanno contro di noi

Se militarizzano la società e ci chiamano nemici, la risposta è una sola: disertare la loro guerra, sottrarsi alla paura, spezzare il linguaggio che la legittima, difendere lo spazio vivo del dissenso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: gli Stati Uniti rivendicano un atto di pirateria nei Caraibi

“Bene, lo teniamo, suppongo”, ha affermato Donald Trump dopo essere stato consultato dai giornalisti sull’uso del greggio della petroliera sequestrata di fronte alle coste del Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il fumo di Gaza oscura le fiamme della Cisgiordania: il Progetto Coloniale reso permanente

Mentre gli occhi internazionali sono puntati su Gaza, Tel Aviv sta portando avanti la sua più aggressiva campagna di Pulizia Etnica e furto di terre nella Cisgiordania Occupata dal 1948.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina, prof Carpi: “Gli accordi veri saranno saranno sugli interessi riguardanti la futura ricostruzione”

“Ho poca fiducia che l’Europa possa effettivamente svolgere un ruolo di mediazione; gli europei stanno procedendo in ordine abbastanza sparso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contro la falsa “pace” – Manifestazione regionale piemontese

In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.