Nikos ha vinto! Il governo cede sui permessi studio
Aggiornamento ore 15.30: da circa un’ora è arrivata la notizia che l’emendamento, il quinto dopo che ne sono stati respinti 4 ieri, è stato approvato dal parlamento greco. L’emendamento approvato nelle ultime ore di oggi autorizza il braccialetto elettronico per tutti i detenuti che hanno seguito due mesi di corsi di studio a distanza. La proposta del ministro Athanasiou è stata quindi approvata. In seguito alla notizia, Nikos Romanos e altri prigionieri che come lui avevano iniziato lo sciopero della fame, hanno interrotto la protesta. Quella di oggi rappresenta una vittoria da leggersi non come una vittoria individuale ma collettiva, per la difesa dei diritti di tutti i prigionieri greci.
Oggi Nikos Romanos è giunto al 31° giorno di sciopero della fame, protesta che il giovane anarchico greco porta avanti dal 10 novembre scorso a causa dei ripetuti rifiuti delle istituzioni relativi alla sua richiesta per i permessi educativi, a cui avrebbe diritto dal settembre 2014. Attualmente Nikos è dimagrito di oltre 20 kg e, contrariamente a quanto dichiarato dal ministro della giustizia, ha rifiutato qualsiasi alimentazione per via endovena e assume solo acqua e zucchero.
Dall’inizio dello sciopero, diversi detenuti in tutta la Grecia hanno condiviso la lotta di Nikos: oltre ai suoi coimputati Ghiannis Michailidis, Andreas Dimitris Burzukos e Dimitris Politis, si stanno astenendo dai pasti decine di prigionieri politici e comuni nelle carceri del paese. L’appello, ovviamente, è quello di estendere la solidarietà nazionale ed internazionale perché quanto sta avvenendo a Nikos non passi sotto silenzio da nessuna parte. Nel frattempo, continuano le occupazioni dei municipi e dei palazzi governativi in tutta la Grecia – attualmente più di dieci – in solidarietà con gli scioperanti.
Nella giornata di ieri l’Areios Pagos – la Corte Suprema greca – ha respinto per l’ennesima volta la richiesta di Nikos di ottenere dei permessi studio per potere così frequentare l’università. Non solo: la corte ha negato anche la proposta avanzata dai parlamentari di Syriza sulla possibilità dell’uso del braccialetto elettronico per i detenuti e la possibilità che l’ex preside della scuola media di Nikos facesse da garante per le uscite del giovane, come si era proposto di fare. L’unica soluzione avanzata e sostenuta dal Ministro della Giustizia Athanasìou rimane quella, ridicola, degli insegnamenti a distanza dalla cella, ipotesi che Nikos ha rifiutato con forza già dall’inizio del suo sciopero.
Oggi Nikos ha fatto sapere, tramite il padre, di avere iniziato lo sciopero della sete. Appare quindi evidente come le istituzioni stiano tentando un gioco pericolosissimo, in cui è in ballo la vita di un ragazzo di 21 anni la cui unica richiesta è quella di poter studiare. Lo Stato greco in questi giorni si è fatto carico di un’implicita condanna a morte e le possibilità di trovare una via d’uscita politica a questa tragica situazione rimangono esilissime.
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