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HubMeeting2013: prima giornata

Perché un meeting transnazionale? Cosa si intende per fare, essere, divenire Hub nel tempo della crisi? Che linguaggi comuni parlano le lotte locali contro l’ austerity e la corruzione? Come tenere aperta i canali la comunicazione tra l’Europa e la costa settentrionale dell’Africa in rivolta? Come continuare a dotarci degli strumenti necessari perché i passaggi di riappropriazione, lotta e ricomposizione sociale possano darsi sulla pratica?

Questi alcuni degli spunti e dei propositi sollevati che hanno dato il la alla 3 giorni di lavori e confronto. Nella cittadina montana reduce dalle recentissime sollevazioni popolari contro austerity e corruzione di quest’inverno si é tenuto anche il primo workshop del meeting, su metropoli e conflitto.

Un workshop molto sentito, in primis proprio dai compagni di Maribor che hanno saputo sviluppare tutta una serie di riflessioni riguardo l’importanza del radicamento delle lotte nei quartieri e le modalità con cui i lavoratori, gli studenti, i precari e i disoccupati locali organizzano il loro agire in opposizione alla governance neoliberale che di fatto continua nonostante il cambio al governo forzato dal malcontento popolare.

Altro nodo centrale della discussione è stato il rapporto tra militanti e la metropoli intesa come campo di battaglia, laddove i centri sociali non devono essere luoghi autoreferenziali o dove stili di vita “alternativi” si ricurvano in loro stessi, ma rapppresentare spazi dove le lotte si possano ricomporre e rilanciare laddove le governance locali e nazionali abbandonano i territori a loro stessi.

Nell’ultima fase del workshop una parte della delegazione si é spostata dal social center Gustav per andare a conoscere ed assistere ad una concitata assemblea di quartiere nel vicino distretto di Studentzi. Una esperienza molto stimolante riguardo alle pratiche di democrazia diretta nella città, innescatasi sull’onda delle recenti mobilitazioni. Molte persone dall’età più disparata si riuniscono ogni due settimane per discutere delle problematiche più sentite e prospettare soluzioni avendo il polso delle opinioni e dei desideri che si agitano nel quartiere.

 

In questa specifica assemblea si è parlato ad esempio del bisogno diffuso di avere spazi e parchi-giochi per bambini, toccando subito temi interconnessi e molto delicati quali le ostruzioni dell’amministrazione comunale e l’individuazione di suolo pubblico e privato da poter occupare e autogestire costruendovi i giochi attraverso l’interazione di molte persone del quartiere. La vivacità dell’assemblea é stata accompagnata da una sorprendente rapidità nel prendere decisioni anche importanti a portare a termine tutti i punti all’ordine del giorno.

Le rivolte recenti in città hanno permesso il proliferare di tante di questi momenti assembleari autorganizzati e dal basso, che ruotano in particolare attorno ai concetti di solidarietà, antirazzismo e difesa del territorio contro la speculazione della governance neoliberale.

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