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Il genocidio in Palestina non si ferma. Netanyahu criminale di guerra ignora la comunità internazionale.

Nella Striscia di Gaza non esistono “zone sicure”. Ormai è evidente a tutti, seppur dovesse essere chiaro sin dall’inizio.

La comunità internazionale, l’ONU, alcuni governi, Amnesty International e le organizzazioni umanitarie mondiali, stanno esponendosi per tentare di fermare i crimini di guerra, così riconosciuti anche dal procuratore della corte penale Karim Khan, portati avanti da Netanyahu e dal suo governo. Ma Israele non retrocede, anzi, dopo il sanguinoso e violentissimo attacco al campo profughi di Tal-Sultan a Rafah che ha causato la morte di almeno 40 persone, arse vive, il capo del governo israeliano non ha alcun problema ad affermare di aver compiuto un errore. Non esiste vergogna né scandalo in quello che si protrae e si manifesta come il genocidio del nostro tempo.

Nonostante le fratture interne al governo israeliano rimane ferma la narrativa che impone al mondo l’obiettivo: colpire Hamas, in una sorta di mantra a cui nessuno crede. E, come sottolinea Elena Basile in suo commento su IL Fatto Quotidiano di questa mattina, “con il metodo della rana bollita, ci addormentano, ci distraggono e pochi di noi sono consapevoli del cammino intrapreso. Negli anni Trenta pochi si rendevano conto di cosa stava accadendo alla Germania. Ingoiamo tutto. I bambini agonizzanti e le menzogne di Biden che se volesse potrebbe fare cessare la guerra in questo istante.”

Proprio in questi giorni è stata resa nota la notizia, di cui parla Eliana Riva nel suo ultimo articolo dal titolo Israele. Stalking e minacce: le pressioni del Mossad sulla CPI pubblicato su PagineEsteri di cui la giornalista è caporedattrice, di un’indagine che rivela otto anni di minacce da parte dei servizi segreti israeliani nei confronti della Corte penale internazionale, in particolare nella figura dell’ex procuratrice Fatou Bensouda, promotrice delle inchieste su Israele e sulle sue azioni violente nei territori palestinesi.

Ascoltiamo il lucido commento di Eliana Riva ai nostri microfoni

da Radio Blackout

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