InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il valore delle cose nell’economia globale

Qualche giorno fa ascoltavo una ragazza italiana che vive a Londra tornata a farsi le vacanze in Italia raccontarmi i riots: ho visto un ragazzo forse di sedici-diciassette anni, diceva, che dopo aver saccheggiato un negozio di smartphone, ne aveva presi così tanti che non sapeva che farci e li rivendeva a cinque pounds l’uno. Ho pensato a questo ragazzino che aveva secondo me la ragione dalla sua per almeno un paio di motivi. Il primo, da un punto di vista dell’economia globale. Magari non aveva letto Il valore delle cose di Raj Patel, ma stava comunque a suo modo applicando una forma di giustizia distributiva: cinque pounds è il prezzo di fabbrica di certi telefonini superaccessoriati usciti dagli stabilimenti cinesi.

Quei telefonini tipo la Foxconn – questa immensa comunità operaia di 300.000 dipendenti (e qualche decina di suicidi l’anno) dove la paga media è di 130 dollari al mese.

Il secondo. In un certo senso non faceva altro che prendere alla lettera qualche slogan visto in giro, tipo quello della Nike con Wayne Rooney del Manchester che la spara grossa: «Don’t be the target, be the weapon». Oppure quello della nuova Lancia Ypsilon che campeggia anche sulla metà dei cartelloni sei per tre in Italia. Che rimproverargli? Come molti suoi coetanei probabilmente cresciuto con il mito del Vincent Cassel che si scontra contro la polizia nelle banlieue dell’Odio, ne ha magari seguito la carriera, cattivo dopo cattivo, e ora sarebbe in grado di interpretare meglio di chiunque altro il senso di quel ghigno sfoderato sempre da Cassel alla fine dello spot girato da quello stesso Aronofsky che l’ha diretto nel Cigno nero: «A cosa serve il lusso se non riesci a godertelo? Il lusso», pausa attoriale, «è un diritto». Figuriamoci un bel mucchio di iPhone.

Ci sono queste due ragioni (ragioni che non riescono a far empatizzare in parte con quella rabbia?) alla base della mia sicurezza che siamo alla fine di un’epoca politica anche per l’Italia. E che questa manovra di Ferragosto è il cappio al collo con il quale il governo Berlusconi si sta impiccando da solo senza neanche rendersene conto o non potendo fare altrimenti.

Questa è la sensazione. Ogni giorno che viene fuori un’ulteriore dichiarazione ufficiale o ufficiosa su una correzione aggiuntiva, ogni giorno che i mercati subiscono una tempesta che lascia anche ilmanifesto a corto di titoli apocalittici, si sente più nitido il rumore di una sega concentrata sul ramo sul quale questo governo e questa classe politica si è seduta.

E allora dà un piacere macabro ascoltare le conferenze stampa di Tremonti e andare a rileggersi le parole che utilizzava nel suo libro La paura e la speranza, giusto un paio di anni fa. La crisi era finita, il futuro era alle porte, gli economisti una manica di menagrami…

Come crea dei cortocircuiti niente male vedere Fiat Industrial sprofondare a meno 12% e ricordarsi che saranno mesi che ci siamo dimenticati: non abbiamo ancora ringraziato l’uomo col maglioncino…

La strategia politica di chi ha gestito e sta ancora cercando di gestire questa crisi si sta rivelando un kolossal del fallimento, una scena tipo una Letizia Moratti che aspetta fiduciosa l’arrivo provvidenziale di un Gigi D’Alessio. Inizia a risultare imbarazzante quest’illusione pervicace dei nostri ministri. Riuscire ancora a incantare qualcuno di essere capaci di guidare un paese: una convinzione che affonda le sue fondamenta su un castello di sabbie mobili.

Oltre i sorrisi laccati, i ghe pensi mì, i siamo solidi, i risorgeremo, va a un certo punto tenuto conto di un principio di realtà. E la realtà è che l’impianto economico, politico, e anche retorico, di questa finanziaria d’emergenza fa acqua: fa acqua per molti motivi strutturali da un punto di vista economico, ma ancor di più si rivela una fata morgana perché fa appello a un senso di responsabilità collettiva che è stato progressivamente smantellato esattamente da chi lo sbandiera ora come un valore comune, assoluto, scontato; demolito in nome di piccoli e grandi tornaconti personali, dei tamponi per salvare i governicchi, dell’incompetenza brada, del menefreghismo rivendicato, dell’evasione fiscale à la page.

Sono stati gli anni delle inaugurazioni dell’anno scolastico del Cepu e ora si chiede senso di responsabilità tagliando i fondi alle province: che dove prenderanno i soldi per rinnovare la scuola? Sono stati gli anni in cui il venticinque aprile qualcuno lo festeggiava a minorenni e barzellette riciclate, e ora a noi viene chiesto di lavorare? È successo neanche un annetto fa che i capitali (un centinaio di miliardi di puro non-ve-dico-come-l’ho-fatti) sono tornati dall’estero scudati fiscalmente al 5% e ora si pretende una tassa di solidarietà?

All’improvviso, come Lochness ferragostani, riemergono spiriti nazionali, europeismi leghisti, Tobin Tax salvatrice delle banche, patriottismi emergenziali, Napolitani santificati ai meeting. Ora pare, si dice, che la barca è la stessa.

Ma qualche dubbio uno può continuare a averlo, no? Anche perché basta sfogliare un qualsiasi giornale di gossip estivo per capire che la barca non è la stessa. Su Chi di questa settimana, per esempio, c’era quella dell’imprenditore Briatore, dell’imprenditore Lucio Presta, o dell’ex-direttore generale della Rai Mauro Masi: persino a una prima occhiata uno si accorge che c’è una differenza tra tutte queste barche e i pedalò che uno continua a affittare nonostante i rincari del 15% rispetto all’anno scorso.

Per anni ci è stato detto che funzionava come la temperatura. Non si trattava di una crisi reale; era una crisi “percepita”. Ora si ammette che possiamo fidarci dei sensi. Così forse qualcuno di voi non si stupirà a sapere che anche quest’anno c’è stato un aumento nelle richieste di rateazione delle tasse. Siamo circa a un milione di italiani, che finanziano Equitalia e altre compagnie di giro con un paio di miliardi di interessi all’anno. E nemmeno vi risulterà strano immaginare come i piccoli e grandi enti locali reagiranno all’ennesimo saccheggio: utilizzando sempre di più i vigili urbani come agenti di recupero crediti (quanti di voi hanno preso una multa quest’estate su una amena provinciale isolata alle tre del pomeriggio?).

Il senso di collettività non si inventa da un giorno all’altro. Mi dispiace. Altrimenti sembra quello che è: un tentativo goffo, quasi patetico, di mascherarsi da terza classe per poter accedere alle scialuppe. Non è credibile chiedere una legittimazione ulteriore a una rapina perpetrata sulla spesa sociale da parte chi ha speculato per trent’anni sulla deriva del debito pubblico senza un’idea neanche minima di cosa volesse dire “pubblico”. Come dire, è un trucco scoperto. La finanziarie di emergenza, le tasse di solidarietà si costruiscono predicando per un welfare da difendere, per i beni comuni, per la giustizia sociale, non razzolando sulla intangibilità di privilegi acquisiti.

Altrimenti la prossima volta che uno compila la dichiarazione dei redditi forse sarebbe bene che trovasse vicino all’otto per mille anche una casella per la causale per poter inserire una noticina tipo: «Grazie mille dell’impegno profuso nel cercare trucchi da commercialisti balneari, ma questa crisi non la pagherei, gradirei invece destinare queste mie tasse a qualcosa che si possa chiamare Stato; nel frattempo che capiate cos’è, decido di destinarli alle scorte di carta igienica utili per l’anno scolastico imminente dei miei figli, così evito di fargliela portare da casa».

Da Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

austeritycrisiitaliaLondramanovra

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Centro addestrativo per i piloti di elicotteri da guerra in Liguria.

Sorgerà in Liguria un grande centro di formazione ed addestramento dei piloti di elicottero delle forze armate italiane e straniere; la realizzazione sarà affidata ad un’azienda leader del complesso militare-industriale di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Assange vince all’Alta Corte di Londra: potrà fare appello contro l’estradizione negli USA

Julian Assange ha ottenuto un’importante vittoria nella sua battaglia giudiziaria contro l’estradizione negli Stati Uniti d’America.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele vuole Anan Yaeesh, l’Italia intanto lo fa arrestare

Il caso del 37enne palestinese, residente a L’Aquila, accusato da Tel Aviv di finanziare la Brigata Tulkarem.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cannoni italiani contro i palestinesi di Gaza

La conferma giunge adesso direttamente dalla Marina Militare di Israele: alle operazioni di guerra contro Gaza partecipano le unità navali armate con i cannoni di OTO Melara del gruppo italiano Leonardo SpA.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Proteste degli agricoltori in tutta Europa. In Francia una giovane donna investita durante un blocco

Dopo le mobilitazioni degli agricoltori in Germania il movimento si estende in Francia, in particolare nella regione dell’Occitanie. Bloccata la A64 a Carbonne, i blocchi si moltiplicano a macchia d’olio intorno a Tolosa nella Haute-Garonne, bloccata anche l’autostrada A20 di Montauban.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Sanità: nuovo sciopero di medici e infermieri contro la manovra economica del governo

Nuovo sciopero dei medici oggi lunedì 18 dicembre 2023. Si tratta della seconda giornata di protesta dopo quella del 5 dicembre contro la manovra economica del Governo che taglia fondi alla sanita’ pubblica a favore di quella privata.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sanità: in manovra fondi a favore di quella privata e imposta ai non comunitari per iscriversi al SSN

Spunta in manovra economica, la prima totalmente made in Governo Meloni, un balzello da 2mila per i cittadini non Ue in Italia, che per iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale dovranno versare un contributo da 2mila euro all’anno. Chi sarà toccato da questo provvedimento?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.