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In 70.000 per i prigionieri politici a Bilbao

Una marcia che da diverso tempo si svolge all’inizio di ogni anno, convocata dalla rete cittadina SARE, ha ricevuto l’appoggio dello EH Bildu e dei sindacati nazionalisti ELA e LAB, mentre PNV e Podemos non hanno aderito nonostante alcuni degli esponenti abbiano partecipato individualmente come ad esempio la segretaria generale di Podemos Euskadi.

La manifestazione è stata aperta dalle famiglie dei detenuti che reggevano uno striscione che recitava “Diritti umani, determinazione, pace”. I partecipanti alla mobilitazione invece portavano in mano dei cartelli a forma di mano chiusa con il dito indice teso con sopra il messaggio “Denuncio Salatzen”. Fin dall’inizio della manifestazione sono stati lanciati i due slogan principali: “Euskal presoak” (prigionieri Baschi a casa) e “Presoak kalera, amnistia osoa” (libertà per i detenuti, amnistia totale).

A distanza di cinque anni dalla firma del cessate il fuoco da parte dell’ETA, il leader di Sare, Joseba Azkarraga ha segnalato alla stampa che la lotta non si fermerà fino a quando non si porrà fine alla politica dell’allontanamento dei detenuti dalle famiglie, la scarcerazione 
dei prigionieri gravemente malati e l’applicazione eccezionale di alcune leggi nei confronti dei prigionieri politici.
Joseba Azkarraga  
si è così riferito alle leggi penitenziarie applicate ai reclusi dell’ETA, un gruppo formato attualmente da 349 detenuti, dei quali 267 scontano la propria condanna in Spagna in 42 carceri diversi, mentre 79 detenuti sono ancora in Francia suddivisi in 24 carceri.
Prima dell’inizio della manifestazione, Rosa Rodero, vedova del sergente Joseba Goikoetxea della Ertzaintza assassinato dall’ETA, ha dichiarato: “Lotto perché che ai prigionieri che sono in carcere vengano dati i diritti legali a cui hanno diritto. Voglio che la legalità venga applicata ai detenuti; soprattutto in questo caso perché vengano avvicinati alle proprie famiglie”.

 

 

 

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