La passeggiata di Elisabetta II in Irlanda. Scontri a Dublino
La preparazione dell’evento è stata delle più raffinate ed attente (…): le facciate dei palazzi sono state riverniciate, le aiuole riempite di fiori, le strade riasfaltate, maxi-schermi piazzati sulle vie principali. Ogni angolo del paese – si dice – sia stato ispezionato, oltre 10mila tra poliziotti e soldati sono stati mobilitati, con monumentali restrizioni di accesso e viabilità a tutte le zone interessate, mentre sono state vietate tutte le azioni e manifestazioni di dissenso all’inchino dinnanzi alla regina. Un paio di bombe sono state scoperte e disinnescate negli ultimi due giorni. Certo è che la regina Elisabetta non è per tutti la benvenuta…
Non lo è dopo oltre un secolo di scontri, repressioni, rivolte, attentati e, quindi, subordinazione irlandese alla corona. Le ferite restano aperte: solo qualche giorno fa, il 5 maggio, si sono celebrati i 30 anni dalla scomparsa di Bobby Sands, morto durante lo sciopero della fame nella prigione di Long Kesh, protesta contro le inumane condizioni di vita dei prigionieri politici irlandesi; e anche ieri era la memoria storcica d’Irlanda è andata a ricordare l’anniversario dell’uccisione di 34 irlandesi (uomini, donne e bambini) avvenuto il 17 Maggio 1974, la maggiore perdita di vite in un solo giorno di tutto il conflitto nordirlandese.
Altra scelta poco felice, oltre la valenza politica della passeggiata – pacificatoria? – in sé, è stata quella di coinvolgere nell’evento l’Ulster Defence Association (Uda), uno dei gruppi paramilitari lealisti che si sono macchiati in passato di omicidi e atrocità, contro cittadini cattolici inermi e con il supporto della corona inglese. Infamità ricordate in piazza, ieri, da diverse centinaia di manifestanti che hanno sfidato i divieti, andando a scontrarsi contro le foze dell’ordine poste a difesa della cerimonia di ricordo dei caduti irlandesi al Giardino della Rimembranza, gridando “Fuori la Gran Bretagna dall’Irlanda”!
Anche oggi il passaggio di sua maestà ha generato rabbia e proteste: fuori dal castello di Dublino, dove la Regina Elisabetta pronuncerà il discorso centrale della sua storica visita in Irlanda, diverse centinaia di manifestanti hanno lanciato razzi verso gli agenti della Garda, la polizia irlandese, che ha più volte tentato di disperdere la protesta. Regina Elisabetta che quest’oggi, senza troppo pudore ma per cinico cerimoniale, ha fatto tappa al Croke Park, l’arena sportiva che fu teatro di uno degli episodi più brutali e sanguinosi nella lotta per l’indipendenza irlandese: il 21 novembre 1920 le truppe britanniche entrarono nello stadio con carri armati e mitragliatrici, aprirono indiscriminatamente il fuoco sulla folla che riempiva gli spalti per assistere a una gara di football, facendo 13 morti tra gli spettatori, uccidendo uno dei giocatori e ferendo decine di persone; un massacro per una ‘domenica di sangue’.
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