InfoAut
Immagine di copertina per il post

Le due morti di Thanassis Kanaoutis

C’è la prima morte di Thanassis Kanaoutis. Per la gente seria, moderata, il buon padre di famiglia conservatore che vede la sequenza delle cose così:

1. La Grecia ha dei debiti, creati dalla cattiva gestione dei governi, l’incapacità dell’apparato statale, dall’evasione fiscale, dalla grande festa alla quale abbiamo tutti più o meno partecipato.

2. Questi debiti devono essere pagati, perché se non lo saranno, i creditori non solo non ci presteranno mai più, ma ci porteranno alla distruzione.

3. Il governo greco fa bene a firmare dei Memoranda con i termini stabiliti dai creditori e dalle società per evitare la bancarotta.

4. I Memoranda sono per davvero insostenibili, ma tutti dobbiamo fare dei sacrifici affinché il nostro paese riesca ad adempiere i suoi obblighi.

5. In queste condizioni, i licenziamenti, i tagli, la povertà, la disoccupazione sono il prezzo necessario per uscire dalla crisi.

6. Di conseguenza, chi si lamenta, chi denuncia le misure, chi si indigna e manifesta e soprattutto chi non paga, è colpevole di populismo, di mancanza di comprensione, di assenza di patriottismo e di sentimento di responsabilità o di tornaconto economico.

7. Gli scrocconi dei mezzi pubblici di trasporto, rientrano in quest’ultima categoria. Chi non ha i soldi per il biglietto, vada a piedi. Altrimenti nuoce alla società e allo stato in un momento difficile e alla fine quello che non paga lui, viene pagato da tutti noi.

8. Per cui è inaccettabile collegare la morte di Thanasis Kanaoutis con il comportamento del controllore, le istruzioni date dall’azienda, la politica dello stato. Dobbiamo vedere il suo comportamento: non ha pagato, ha cercato di scappare dal controllore che faceva il proprio lavoro e così è morto. Si tratta di un incidente di cui lui stesso è responsabile. Triste, ma non si può permettere che il populismo strumentalizzi anche gli incidenti.

C’è anche la seconda morte di Thanassis Kanaoutis. Per la gente di sinistra, per chi è accusato di essere populista, l’indignato, l’arrabbiato, che vede la sequenza delle cose così:

1. I vecchi creditori chiedono i loro soldi dalla Grecia, insieme ad enormi interessi. Soldi che per anni si sono fatti prestare i governi di Pasok e Nea Dimokratia, lavorando in tandem con l’oligarchia della ricchezza, gli appaltatori delle opere e delle coscienze pubbliche, le nomenclature dei partiti, i funzionari pubblici corrotti.

2. Nuovi creditori, soci e prostitute che controllano la finanza a livello globale, ci prestano per pagare con i soldi prestati i vecchi creditori.

3. Vecchi e nuovi creditori impongono al paese i termini più intollerabili sotto la minaccia della bancarotta e della distruzione totale.

4. I governi di Pasok e di Nea Dimokratia accettano e firmano questi termini con la stessa facilità con la quale indebitavano lo stato. Così, la crisi economica diventa crisi morale, democratica, di sovranità nazionale. E il paese entra in un regime di barbarie, che si chiama risanamento fiscale, miglioramento della competitività, risanamento, ecc.

5. Milioni di persone si trovano in uno stato di persecuzione economica, morale e da parte della polizia. Licenziamenti, pignoramenti, minacce, povertà, disperazione.

6.Risultato? Molte persone muoiono. Altre si suicidano, altre vengono tradite dal proprio cuore, dal proprio corpo, dalla propria mente. La persecuzione totale viene tradotta non solo in migliaia di drammi personali e familiari, ma anche in migliaia di morti.

7. Vittima di questa situazione è stata anche il giovane Thanassis Kanaoutis. La troika chiede delle spese più basse e dei guadagni più alti alle aziende di trasporto pubblico. Il governo impone non solo la sospensione dei funzionari pubblici, il loro licenziamento, i tagli a salari, ma anche dei biglietti insopportabili per soddisfare le richieste della Troika. Il pubblico trasporto da un bene comune diventa un lusso per i poveri, i disabili, i disoccupati e i giovani senza un reddito. Questo moltiplica gli scrocconi, le aziende moltiplicano i controllori, chiedono severità, offrono dei bonus per ogni multa enorme a chi riesce a farle. Le barbarità sono la conseguenza naturale. Il controllore diventa cacciatore di teste per non perdere il suo misero posto di lavoro e i bonus.

8. Infine, Thanassis Kanaoutis paga con la propria vita, questa generalizzata, spietata, disumana caccia all’uomo che viene chiamata “politica per la salvezza del paese”.

Si dice che anche da un incidente, un omicidio, una morte, dobbiamo arrivare a delle conclusioni per evitare il ripetersi della tragedia.

Le due morti di Thanassis Kanaoutis, come sono state descritte qui sopra, portano a due conclusioni, del tutto contrarie.

La prima. Dobbiamo accettare, seppur con dolore ma in conformità con le leggi, i sacrifici, sopportando ed evitando esplosioni di rabbia. Se Thanassis avesse pagato il biglietto, avesse ascoltato il controllore o fosse andato a piedi, adesso sarebbe vivo.

La seconda. Dobbiamo trasformare l’indignazione in lotta per capovolgere il regime della persecuzione, dell’intimidazione, della povertà e della repressione che porta a simili tragedie. Se non capovolgiamo questo regime, altre persone come Thanassis moriranno ogni giorno.

Il dilemma quindi è semplice: con il controllore e tutto quello che rappresenta?

O con Thanassis Kanaoutis e quello che lui rappresenta.

di Thanassis Karteròs

Fonte: koutipandoras

Traduzione di Atene Calling

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

crisiGrecia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/4

Nel contesto del genocidio in corso, l’occupazione israeliana ha confiscato vaste aree di terreno a Gaza, in particolare terreni agricoli essenziali per il cibo e il sostentamento della popolazione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protestare per la Palestina: il caso della Columbia University

L’università è il luogo per eccellenza del dibattito, del pensiero critico e scomodo, dove le idee si oppongono perché viene garantita la sicurezza di chi le espone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Freedom Flotilla: atterrato a Fiumicino Antonio Mazzeo, “Deportato da Israele”

Antonio Mazzeo – uno dei due attivisti italiani sequestrati dall’Idf sulla nave Handala della Freedom Flotilla Coalition – è atterrato ieri intorno alle 12 all’aeroporto di Fiumicino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”, assemblea dei movimenti: lanciata per l’8 novembre una manifestazione nazionale a Roma

E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esercito israeliano assalta Handala in acque internazionali: equipaggio rapito, nave sequestrata. Attiviste ed attivisti in sciopero della fame

Poco prima della mezzanotte (orario palestinese) di sabato 26 luglio 2025, l’Idf ha assaltato la nave Handala di Freedom Flotilla Coalition.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Per salvare Gaza e noi stessi, è ora di razionalizzare la speranza

Ormai le volte in cui abbiamo pensato “speriamo” dopo le dichiarazioni di qualche governo o di qualche grande istituzione sono centinaia. di Alessandro Ferretti Abbiamo sperato in una svolta con i pronunciamenti della corte dell’Aja e dell’ICC, con le voci di dissidi Biden-Netanyahu e Trump-Netanyahu, con gli stati che hanno riconosciuto la Palestina, con il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Atene: migliaia di greci in piazza in solidarietà con il popolo palestinese

Migliaia di greci hanno manifestato nella serata di giovedi 22 maggio nel centro di Atene verso l’ambasciata israeliana chiedendo la fine immediata degli attacchi genocidi israeliani contro Gaza

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: sciopero generale a due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, manifestazione oceanica ad Atene

Grecia paralizzata per uno sciopero nazionale indetto da tutti i sindacati con oltre 200 manifestazioni – una delle mobilitazioni più imponenti degli ultimi decenni – per chiedere verità e giustizia in occasione dell’anniversario di due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, in cui persero la vita 57 persone, tra cui molti studenti: 85 i feriti gravi, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel CPR ad Atene per la solidarietà alla Palestina

Il 14 maggio 2024, ventotto (28) persone sono state arrestate nel corso dell’operazione di polizia durante l’occupazione della Facoltà di Giurisprudenza di Atene nel contesto delle proteste internazionali contro lo spargimento di sangue a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: passa la legge sulla creazione di università private. Scontri fuori dal Parlamento

In Grecia è passata in Parlamento la contestatissima legge che equipara le università private con quelle pubbliche nel paese.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: ampia mobilitazione delle università, occupati la maggior parte degli Atenei contro la creazione di poli privati

Grecia. La lotta del mondo accademico e universitario ellenico si intensifica di giorno in giorno in vista della presentazione del controverso disegno di legge per la creazione di università private.