InfoAut
Immagine di copertina per il post

Militari israeliani in Patagonia

È da almeno dieci anni che si parla con insistenza della presenza israeliana in Patagonia, sia a livello militare sia nel settore turistico-immobiliare, con l’acquisto di case e terreni ad opera della parte più ricca e altolocata della società che vive nel paese da sempre alleato strategico degli Stati Uniti. I due aspetti sono ampiamente correlati. La base militare sembra essere quella sottomarina di Rockfeller (tra la Patagonia e la regione dei Laghi del sud del Cile e della Patagonia), già dotata di un’estesa rete di tunnel. La regione dei Laghi può vantare l’acqua più pura del pianeta , aspetto che rende la zona assai appetibile, anche perché abitata da un numero esiguo di persone. Al tempo stesso, i tunnel sono stati concepiti per svolgere la funzione di rifugio antiatomico e possono essere utilizzati anche nel caso di catastrofi naturali. Da tempo, proprio nella regione dei Laghi, pare che Israele abbia inviato intere compagnie militari, accompagnate da tecnici con competenze di carattere scientifico, per capire se ci sono le condizioni per costruire, proprio lì, una sorta di enclave in miniatura dello stato ebraico. Giunti ufficialmente a scopo turistico, facoltosi visitatori israeliani e ricchi imprenditori mirerebbero ad acquistare (ed alcuni lo hanno già fatto), intere porzioni di territorio della Patagonia cilena e argentina, in modo tale da avere garantite delle vere e proprie proprietà private all’interno di Cile e Argentina: in pratica, uno stato nello stato. Le testimonianze di alcuni ufficiali dell’esercito cileno, poi “dimissionati” dalle forze armate, parlerebbero, ad esempio, di una forte presenza di investitori israeliani nella provincia patagonica australe di Santa Cruz (Argentina): lì, racconta uno di loro, almeno il 20% del territorio sarebbe già stato acquistato dagli israeliani. L’eccessivo interesse di un ufficiale sui reali motivi che hanno determinato la presenza israeliana in Patagonia, da quella turistica a quella militare, gli hanno causato anche pedinamenti da parte del battaglione a cui era stato assegnato. Non solo: l’ufficiale è stato poi espulso dalla Provincia di Santa Cruz e addirittura gli è stato vivamente sconsigliato di tornarci, pena l’arresto da parte di quegli stessi vertici da cui dipendeva fino a poco tempo prima. La goccia che fece traboccare il vaso fu una domanda rivolta ad un suo superiore del Comando de Institutos Militares (Cim), di stanza nella cittadina patagonica cilena di Puerto Natales per un corso di addestramento. Alla domanda sui reali motivi della presenza israeliana in Patagonia, l’ufficiale del Cim rispose provocatoriamente se quella informazione fosse utile al suo sottoposto per diventare colonnello. Addirittura, alcuni sostengono che l’esplorazione della Patagonia sotto la facciata del turismo da parte dei soldati israeliani sia in atto a partire dalla fine degli anni ’70, e per questo la stessa Patagonia abbia assunto la definizione di “nuova Palestina”. E ancora, in molti avrebbero notato che i turisti israeliani viaggiano in poche unità, sempre accompagnati da alcuni militari al seguito ed evitano, per quanto possibile, qualsiasi contatto con la popolazione locale. Si tratta di soldati mascherati da turisti? Numerose testimonianze riferiscono che gli israeliani si stabiliscono in località fuori dai centri urbani della Patagonia, come se non volessero essere notati, un aspetto, questo, che ha spinto alcuni ad ipotizzare (non si sa se a torto o a ragione), la presenza di uomini del Mossad. Gli aspetti inquietanti, o quantomeno molto strani, non finiscono qui. Nel novembre 2012 la Corporación Nacional Forestal (Conaf) cilena ha espulso due turisti israeliani che si erano accampati in una zona non adibita  a campeggio nel Parco Nazionale delle Torri del Paine. La misura così drastica, spiegò la Conaf, era stata applicata per non mettere a rischio la sicurezza e l’integrità naturale del Parco e tutelare al tempo stesso i suoi visitatori. Del resto, la stessa Conaf era memore di quanto accaduto un anno prima, quando più o meno nella stessa zona il militare israeliano Roter Singer era stato individuato come responsabile dell’incendio che aveva distrutto circa 15mila ettari del Parco Nazionale delle Torri del Paine. Fu a seguito di questo episodio che è emerso come spesso i turisti israeliani siano in realtà ex militari e che gli stessi viaggi turistici nella Patagonia cilena e argentina vengano finanziati dal governo israeliano in persona, come nel caso di Roter Singer. Su un aspetto tutti concordano: non è normale che oltre diecimila giovani all’anno, che hanno prestato o prestano tuttora il servizio militare in Medio Oriente, percorrano in lungo e in largo la Patagonia grazie a pacchetti turistici pagati loro dallo stato israeliano.

In conclusione, è probabile che i militari israeliani giungano in Patagonia per sviluppare nuove tecniche antiterrorismo in partnership con gli Stati Uniti: è risaputo che la guerra contro le Farc colombiane è stata combattuta dagli Usa anche grazie all’intelligence israeliana e, al tempo stesso, la presunta presenza di cellule islamiche alla Tripla Frontera, soprattutto negli anni scorsi, ha fornito agli Stati Uniti il pretesto ideale per penetrare di nuovo in quel patio trasero che non era più tale e da cui erano stati estromessi. Stati Uniti e Israele, quindi, potrebbero aver scelto un nuovo territorio di influenza strategica dove installarsi e questo spiegherebbe tutte le cautele dei militari israeliani per passare il più possibile inosservati in America Latina e in particolare in Patagonia.

Di David Lifodi per il blog di Daniele Barbieri e altr*

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania

Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.