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Negoziati in Ucraina: Trump e Putin gestiscono le sorti dell’Europa
A seguito di una propaganda elettorale incentrata sulla risoluzione in Ucraina, dopo un lungo scambio con Putin nelle ultime ore, Donald Trump avvia i negoziati per poi farli accettare a cose fatte a Zelensky.
Una svolta che si inserisce in settimane di disinvestimento progressivo da parte degli USA nello scenario ucraino culminato con la richiesta di materie prime strategiche in cambio del sostegno militare, quantificando la richiesta in 500 miliardi di dollari di terre rare. La decisione di avviare i negoziati è rappresentativa del cambio di strategia che incarna Trump, questa si evince dalle sue scelte in politica estera e, soprattutto, dall’interesse a parlare ai suoi elettori solidificando un consenso interno capace di superare la profonda crisi sociale ed economica che colpisce gli Usa a cui assistiamo dal 2008 e che, nel suo acuirsi, ha coinciso con la guerra per procura in Ucraina.
Questa fase non è la dimostrazione dell’esistenza di un’opzione progressista vinta dall’opzione ultraconservatrice di Trump, tutt’altro. Dimostra che l’ala progressista rappresentata da Biden e dalle elites europee pur puntando sulla guerra, sulla militarizzazione e sulla prova di forza per garantire un’egemonia occidentale dell’asse atlantico, mostra tutta la sua debolezza, tant’è che l’amministrazione entrante ha privilegiato l’accordo pur di far dimenticare il prima possibile che la guerra in Ucraina è stata già persa. L’Unione Europea a sua volta dimostra completa cecità nei confronti di una lettura del proprio ruolo rispetto agli Usa pensando di poter alimentare la retorica della sicurezza e della corsa agli armamenti nonostante la profonda crisi produttiva e politica in cui versa.
Tracciamo alcune linee di ragionamento insieme a Giorgio Monestarolo, docente di storia in un liceo di Torino e autore di “Ucraina, Europa, Mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale.”
Intanto in Italia il governo prova a modificare la legge sull’export di armi 185 del 1990, qui una diretta con Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo
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