
Trump in viaggio in Medio Oriente
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta viaggiando in Medio Oriente come annunciato da giorni incontrando diverse personalità politiche e tratteggiando la sua strategia in politica estera.
Al secondo giorno nel Golfo Trump ha incontrato Al Sharaa, leader siriano. L’esito dell’incontro ha visto la sospensione delle sanzioni contro la Siria e il ritiro dei Marines dalle basi Usa. In cambio di alcune pesanti richieste che hanno un duplice obiettivo: da un lato, fare sì che il maggior numero di Paesi arabi debba riconoscere Israele entrando negli Accordi di Abramo e, dall’altro, ricomponendo una scacchiera in favore degli Usa puntando su chi pendeva sul piatto della bilancia rappresentato dai BRICS. Tra le altre richieste di Trump figurano l’espulsione dai confini siriani dei “terroristi”, dunque palestinesi, Hezbollah e milizie filo-Iran, prendere in consegna i tre campi di detenzione in cui si trovano gli affiliati a Daesh nel nord-est della Siria, escludendo dalla gestione la coalizione curda del Rojava e, infine, viene richiesto a Al Sharaa di combattere le sacche di Daesh ancora attive sul territorio.
Un altro obiettivo del viaggio di Trump riguarda la distensione con l’Iran, in particolare per quanto riguarda il programma di arricchimento dell’uranio infatti, l’Iran sembrerebbe disposto a fare delle concessioni sul programma nucleare in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche.
Trump nel suo viaggio ha inoltre approfittato per concludere ampissimi affari: si parla di accordi che in Qatar stanno venendo firmati per la cifra totale di 1200 miliardi di euro sul volume degli scambi e che riguardano la vendita di Boeing 737 al Qatar, investimenti sul GNL americano, sulle infrastrutture e su vendite di armamenti, in particolare droni e sistemi anti-drone.
Ai nostri microfoni Giorgio Monestarolo, docente di storia della rete Scuola per la Pace
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