InfoAut
Immagine di copertina per il post

Nigel Farage, mission accomplished!

Dopo le dimissioni di Cameron, arrivate subito dopo l’esito del voto sulla Brexit, sono arrivate ieri quelle di Nigel Farage, il leader xenofobo dell’Ukip che ha affermato, giocando sullo slogan che aveva rappresentato il Leave al referendum, di volere propria vita indietro, dopo aver riavuto il suo paese.

Strano che un leader politico rinunci all’apice del suo successo, ma un occhio più profondo sulla situazione politica in Gb permette di ridurre alcune complessità, intravedendo le prossime tendenze politiche ci parlano in primo luogo del fatto che sia terminato il ruolo storico dell’Ukip.

A parte la visione sul rapporto Gb-Ue, in fondo poco divideva il partito di Farage dai Tories per quanto riguardava le politiche sociali, al punto da poter affermare che l’Ukip nasceva proprio come elemento di disturbo dall’esterno della stabilità dei Conservatori, con l’obiettivo di spostare il rapporto di forza interno tra “europeisti” e “euroscettici” all’interno del partito.

Con le dimissioni di Cameron, che non a caso aveva chiamato al referendum proprio per cercare di svuotare il consenso all’Ukip e riaffermare contestualmente la sua posizione di forza tra i Tories, questi ultimi avranno senza dubbio un nuovo leader vicino alla posizione del Leave (che sia Andrea Leadsom, Michael Gove o Theresa May poco cambia).

Lo stesso Farage però sa benissimo, leggendo il voto, che non c’è alcuna sovrapposizione tra il voto al Leave e il voto all’Ukip: anzi, è facile che con la ristrutturazione dei Tories, con il terrorismo mediatico filo permanenza nell’Ue e con l’emergere delle falsità della campagna elettorale del Leave (tipo maggiori fondi per i bisogni primari della società che si sarebbero potuti ottenere uscendo dall’UE), lo stesso Farage non avrebbe potuto fare altro che perdere consensi nel lungo periodo.

Le dimissioni di Farage arrivano quindi al momento giusto per quanto conviene al suo personaggio: a suo modo elemento già nella storia della politica istituzionale inglese, con ben poche possibilità di ulteriore ascesa, Farage manterrà il suo ruolo da deputato nel Parlamento britannico e un ruolo di visibilità pubblica soprattutto sfruttando la sua abilità mediatica e lo spazio enorme che i tabloid, vero elemento decisivo della politica inglese, gli hanno sempre concesso.

Riservandosi un ruolo da battitore libero senza invischiarsi più in un contesto politico che a partire dai nuovi venti secessionisti in Scozia e Irlanda, rischia di portare con sé grandi novità nei prossimi anni; novità che, a partire dalla questione di come e quando sollevare l’art.50 dei Trattati UE, dovranno però essere gestite dai Tories e non certo da un furbone che compiuta la missione che una parte delle elites del suo paese gli aveva affidato, potrà godersene in uno splendido isolamento i dividendi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’economia genocida di Israele è sull’orlo del baratro?

L’economista Shir Hever spiega come la mobilitazione per la guerra di Gaza abbia alimentato un’”economia zombie” che sembra funzionare ma non ha prospettive future.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nasce “HUB”, un bollettino sulla militarizzazione e le resistenze dei territori

Dal lavoro congiunto di mobilitazione, organizzazione e inchiesta degli ultimi mesi che ha coinvolto diverse realtà e lavoratorə di Pisa, Firenze, Livorno, La Spezia e Carrara nasce il primo numero di “HUB”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ci stanno preparando alla guerra. E lo fanno contro di noi

Se militarizzano la società e ci chiamano nemici, la risposta è una sola: disertare la loro guerra, sottrarsi alla paura, spezzare il linguaggio che la legittima, difendere lo spazio vivo del dissenso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: gli Stati Uniti rivendicano un atto di pirateria nei Caraibi

“Bene, lo teniamo, suppongo”, ha affermato Donald Trump dopo essere stato consultato dai giornalisti sull’uso del greggio della petroliera sequestrata di fronte alle coste del Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il fumo di Gaza oscura le fiamme della Cisgiordania: il Progetto Coloniale reso permanente

Mentre gli occhi internazionali sono puntati su Gaza, Tel Aviv sta portando avanti la sua più aggressiva campagna di Pulizia Etnica e furto di terre nella Cisgiordania Occupata dal 1948.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina, prof Carpi: “Gli accordi veri saranno saranno sugli interessi riguardanti la futura ricostruzione”

“Ho poca fiducia che l’Europa possa effettivamente svolgere un ruolo di mediazione; gli europei stanno procedendo in ordine abbastanza sparso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contro la falsa “pace” – Manifestazione regionale piemontese

In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.