Posizione del Movimento Antiautoritario sulle elezioni in Calcidica Nord-orientale
Le elezioni non possono rimanere prive di un commento, considerato che sono state un grande tema di discussione ed interesse nei villaggi coinvolti nei piani estrattivi e tra i comitati che si oppongono all’estrazione aurifera. Oltre tremila persone del posto hanno preso parte nel processo di elezione di un candidato che le rappresentasse, ed hanno scelto G.Michos per affrontare C.Patchas [N.d.T. un noto politico del PASOK], favorevole all’attività mineraria, e poi batterlo alle urne.
Il fatto che ciò sia il risultato di un processo che ha coinvolto in una certa parte anche i comitati è fattore determinante degli sviluppi futuri della lotta contro le miniere d’oro. L’intero processo di selezione di un candidato, ha rappresentato una svolta per l’area, ma è stato ben lungi dall’essere un processo di democrazia diretta, considerando che la democrazia diretta è definita dalle sue istituzioni, non da procedure straordinarie di elezione di un candidato piuttosto che un altro per qualsiasi mandato popolare.
La democrazia diretta implica istituzioni tali da permettere ai cittadini autonomi di revocare immediatamente i propri rappresentanti, se e dove si trovano davanti a seri problemi rispetto alla decisionalità; i cittadini possono partecipare direttamente nell’effettuare le decisioni, tradurle in effetto ed infine implementarle; i compiti politici sono a rotazione – dato che in un sistema di democrazia diretta riconosciamo che potrebbero esserci esperti tecnici, ma non ci sono esperti nella politica. Visto da quest’angolazione, non possiamo equiparare il processo di selezione di un candidato con un processo di democrazia diretta, perché in tal modo verrebbero ad esserlo le recenti elezioni di un presidente entro i partiti di Nea Dimokratia e PASOK.
Allarghiamo tuttavia la questione ancora un po’, e sondiamo la potenzialità che potrebbe ben tradursi in un vantaggio. Il coinvolgimento dei comitati nella selezione di un candidato ha portato, al di là dell’estrazione aurifera, un altro fattore sfocato in rilievo: il governo locale, ossia che tipo di società organizzata vogliamo, quali sarebbero i nostri stessi ruoli come cittadini in questo contesto e quali istituzioni vogliamo lì in essere – che difenderanno tali ruoli. Non vi è certamente alcun dubbio che l’estrazione sia una questione chiave e che i comitati abbiano avuto ragione ad evidenziarla come tale, ma che tipo di autogoverno locale può esserci in una zona messa davanti al rischio della propria estinzione? Tutti sanno, senza eccezioni, che le elezioni locali sul futuro dell’attività mineraria avrebbero la natura di un referendum. Non dimentichiamo che le battaglie stanno ancora infuriando su tutti i fronti, sia nel villaggio di Skouries che in termini di procedimenti giudiziari. Il nostro principale interesse sta ora nel se il movimento rimarrà fermo nelle sue lotte o se lascerà spazio alla consolidata tradizione della delega delle responsabilità.
Sappiamo che l’autorità comunale non ha e non ha mai avuto la competenza istituzionale per autorizzare l’estrazione aurifera, sebbene Pachtas abbia preteso altrimenti, schierandosi a fianco del crimine commesso dalla Eldorado. La pratica, tuttavia, ha mostrato che i cittadini del posto ed i loro sostenitori, solidali con la loro lotta, possono cambiare la trama di correlazioni e mandati rispetto alle presunte competenze – in condizioni effettivamente ostili, quando sono arrivati faccia a faccia con la precedente autorità comunale diretta dal deplorevole Pachtas. Il futuro dell’attività mineraria ora è nelle mani del movimento; su questo lascito non possono esserci sconti.
D’altro canto, una risposta all’estrazione aurifera non avrebbe potuto essere efficace senza il contributo e la partecipazione della società locale; le tracce di una risposta così articolata da tutti i residenti della zona sono già lì, sebbene in qualche modo labili. Questa risposta si focalizza su 3 aree principali: l’agricoltura, l’allevamento ed i servizi, principalmente orientati al turismo; questa è la soluzione alternativa che tuttavia non è stata fino in fondo necessaria per consentire, prendere ed implementare proposte specifiche che cambieranno il paesaggio e sprigioneranno il potenziale della zona – che non sta nel passato o nell’essere in altro modo inghiottita dall’attuale idea dominante di mondo; la potenzialità di portare alla ribalta altri valori come la solidarietà partecipativa, le cooperative ed il rispetto per l’ambiente che attraversa tutti i villaggi fino alla costa.
Questi cambiamenti non hanno nulla a che fare col mondo del commercio e degli affari, il cui obiettivo strategico sono i soldi ed il profitto, conducendo inevitabilmente alle privatizzazioni ed all’espulsione delle tensioni collettive dalla sfera pubblica. Le lotte nella zona hanno dato in realtà un nuovo significato alle tensioni collettive; questa è la loro entratura principale e ciò deve essere resa una norma istituzionale in tutti gli aspetti della vita.
Ciò implicherebbe la completa riorganizzazione del settore produttivo, mettendo l’enfasi sul collettivo, sull’equità, sulla solidarietà e la creazione di un nuovo, libero fulcro pubblico e sociale che connetta la montagna al mare – ossia un accesso, libero e protettivo allo stesso tempo, alla ricchezza naturale e produttiva della zona.
Ciò implica un’altra valutazione chiave che ha a che vedere con il governo locale; sapevamo e tuttora sappiamo che la sua caratteristica basilare, comprensiva e dominante, è il suo carattere accentratore – controllando essa tutte quelle istituzioni e relazioni che ne fanno e la determinano come uno strumento di autorità direttamente dipendente, dal lato finanziario e politico, dallo stato. Le buone intenzioni non bastano, a meno che questa relazione non cambi radicalmente; e ciò non avrebbe potuto essere fatto altrimenti che cambiando le istituzioni e le strutture della società locale. Ora è il momento di farlo, adesso che le assemblee locali del movimento convergono, che il movimento ha un maggiore diritto di parola, e considerando che ha definito il risultato elettorale. Questo significherebbe un’equa distribuzione del potere effettivo basato sui principi che emergono dall’azione del movimento contro l’attività mineraria. La riforma “Callicrates” accorpa molti comuni, ma allo stesso tempo concentra il potere su ancora meno persone rispetto al passato.
Cambiamento radicale significa che il potere effettivo debba passare alle assemblee locali ed aperte, basate su un accordo registrato sul presente ed il futuro della zona. I termini di questo accordo devono essere tratti dal movimento pluriennale contro le miniere e dalla solidarietà mostrata verso questo movimento a livello nazionale ed internazionale; questo tipo di solidarietà può essere la risposta del movimento per un’alternativa praticabile nella regione. La lotta ha mostrato che delegare il potere “in bianco” può essere distruttivo quanto l’attività mineraria stessa; abbiamo già assistito agli esiti delle politiche del governo e dello stesso Pachtas.
Se non vi fosse stata partecipazione, se non fossero state prese iniziative riguardanti l’obiettivo comune di mettere al bando le miniere, la Calcidica Nord-Orientale sarebbe ora passata inosservata. Nuove istituzioni dovrebbero incarnare questa partecipazione ed iniziativa, dando ai residenti la capacità di sentirsi e di essere effettivamente padroni delle proprie vite e del sostentamento della loro terra. Tali nuove istituzioni possono essere formate e stabilite solamente dal movimento.
La preoccupazione principale nel movimento dei residenti, a parte cedere il potere ad uno di loro, è prendere il potere stesso, definendo perciò una nuova relazione con i delegati eletti del governo locale.
La condizione di base del buon governo per gli Zapatisti è che i delegati eletti rispettino le decisioni delle assemblee generali e che siano immediatamente revocabili in caso di violazione, il che è riassunto nell’espressione “governiamo obbedendo”.
La resistenza dei cittadini locali potrebbe ben ricordarci i Galli del famoso fumetto, ma la governance seguirebbe l’esempio di Marinaleda in Spagna; lungi da essere opera di fantasia, Marinaleda è una realtà tangibile nel mondo di oggi.
Queste parole non sono concepite per dare consigli o agitare il dito verso chiunque; pienamente consci dei nostri limiti, essendo un pezzo organico di quel movimento, esprimiamo la nostra opinione; il suo destino dipenderà da tutte quelle persone che hanno preso parte al movimento, sono state colpite per aver difeso i suoi diritti, sono state inseguite, imprigionate, sottoposte a provvedimenti giudiziari, assediate ed hanno resistito fianco a fianco nei momenti più cruciali della lotta.
Ora esprimiamo la nostra opinione, dato che pensiamo che la sconfitta, molto importante, di Patchas sia parte della lotta ed al contempo per ribadire che un nuovo campo di lotte si apre davanti a noi; ciò implicherà non solo la resistenza alla multinazionale ed ai suoi portavoce politici, ma tutti gli aspetti di una proposta complessiva per una co-esistenza diversa nella comunità, per un’altra vita collettiva e creativa, che sia libera, partecipativa, cooperativa ed equa.
Le lotte non hanno data di scadenza; il confronto continuerà, la lottà proseguirà.
MOVIMENTO ANTIAUTORITARIO
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