InfoAut
Immagine di copertina per il post

Primo Maggio a Parigi: Alors on danse!

Il corteo del primo maggio a Parigi, come in tanti altre capitali europee, è di solito ridotto a un’assopita e inoffensiva passeggiata primaverile a base di folklore sindacale e merguez ben grigliate. Se il sole e le gustose salsicce halal erano anche quest’anno della partita, questo Premier Mai è finito per diventare una festa ben più vivace di quelle passate. La giornata cade dopo quasi due mesi di mobilitazione per chiedere il ritiro immediato della Legge El Khomri, ennesima “riforma” del codice del lavoro che baratta diritti con l’illusoria promessa di creare occupazione in un paese scosso dai vari scandali fiscali (in ultimo i Panama papers) che hanno coinvolto tutta la classe politica e imprenditoriale, dalla famiglia Le Pen a fedelissimi di Hollande. Come si poteva leggere sul cartello di un manifestante durante lo sciopero del 28 aprile scorso: i grandi padroni ci pisciano sopra e i media dicono che piove.

L’appuntamento è alle 15 a Bastille e il corteo parte più che puntuale con un grosso spezzone auto-convocato che lascia indietro i palloni di elio che sovrastano le camionette sindacali. Ci sono gli studenti medi, giovanissimi protagonisti di questa mobilitazione, le famiglie coi passeggini, i reduci sessantottini, ci sono i curdi che chiedono la liberazione di “serok Apo”, i simpatizzanti di Nuit Debout e i tanti senza bandiera che hanno imparato a riconoscersi nei cortei o nelle lunghe notti su Place de la république. Già dopo pochi metri ecco però rimontare i lati dello spezzone i soliti guastafeste, quelli che, come dice un adagio popolare, proprio tutti quanti detestano. Allegro, lo spezzone si ferma e urla slogan contro gli agenti armati di tutto punto: “Anche il marciapiede è nostro!”. Un’ostilità trasversale dettata dal buon senso: a Rennes giovedì scorso uno studente ha perso un occhio per una granata della polizia e in queste settimane di movimento sotto stato di emergenza le forze dell’ordine hanno mandato all’ospedale centinaia di manifestanti.
Il corteo riprende la sua strada senza che la fastidiosa presenza in uniforme si sia levata di torno. Partono i primi petardoni accompagnati dalle acclamazioni della folla, gas in risposta ma lo spezzone resta compatto. Poi crescendo sul ritmo dei tamburelli che accompagnano il corteo: “Polizia andate via, le piazze non son vostre!”; qualcuno si ferma sul marciapiede e rifiuta di far passare gli agenti; spinte; grida; fuochi d’artificio sulla linea di CRS, bottiglie sui caschi degli agenti; una signora: “Merde, ma se ne vanno o no?!”; la tensione sale, incalzando la folla insegue gli agenti che finalmente scappano fino a raggiungere i colleghi. Boato di gioia. Pausa.
Le truppe nemiche la prendono male, si posizionano in testa e caricano all’avanti del corteo con proiettili di gomma e granante lacrimogene sparate ad altezza d’uomo. L’attacco è violentissimo un ragazzo viene gravemente ferito e rischierà di perdere un occhio. Smorzando, la polizia chiude il corteo anche da dietro bloccando migliaia di persone in una nassa soffocante. Qualche tentativo di sfondare i cordoni e uscire a spinta respinto con spray al peperoncino che viene copiosamente spruzzato su tutti quanti aumentando ancora il risentimento verso la violenza indiscriminata della polizia.

“Ma dico io, sono proprio dei deficienti ‘sti gorilla!” urla tossendo un sindacalista CGT con dei baffi a manubrio che sembrano usciti da una fotografia delle sezioni sindacali degli anni ’20. Mani amiche fanno girare il collirio tra i manifestanti di tutte le età mentre il resto del corteo scandisce “Liberate i nostri compagni”. Dopo un’ora, Adagio, la polizia lascia avanzare un poco il corteo per poi bloccarlo di nuovo. Dei ragazzi scimmiottano gli omoni in uniforme facendo le flessioni davanti alla linea degli agenti, il morale resta alto, “CRS en colère, le Pastis il est trop cher” è lo slogan canzonatorio su un’immaginaria mobilitazione dei celerini per il prezzo degli alcolici. Finalmente gli agenti lasciano ripartire il serpentone verso Place de la nation ma di nuovo la polizia, inamovibile, prova a posizionarsi sui lati. Da capo con brio, insulti e lancio di oggetti. Una gioiosa elettricità si diffonde nell’aria, lacrimogeni a più non posso ma uno strano fenomeno atmosferico li rispinge in bocca alla polizia “Le vent avec nous!”, alla faccia di Haussmann. Poi, Bravura, parte lo slogan “Nous sommes tous des casseurs!” a ribaltare l’epiteto appioppato dai giornali ai manifestanti “violenti”, rompendo così l’incanto di un potere che ci prende per bambini raccontandoci favole che servono solo a farci paura.

{youtube}E1RYQ8EhFlc{/youtube}

All’arrivo a Place de la nation è completamente blindata da griglie che bloccano tutti i lati della piazza. Diverse migliaia provano a ripartire in corteo ma la polizia gasa a tutto spiano, l’aria è irrespirabile. Mezzopiano, molti sono obbligati ad allontanarsi un poco ma restano intorno a inveire contro i poliziotti, come questo signore sulla cinquantina che si copre il volto e continua a urlare slogan contro la polizia accanto a dei giovani in tuta e scarpe airmax. Forse non sarà proprio tout le monde ma qui sono proprio in tanti ad avercela con la polizia.

I manifestanti raggiungono alla spicciolata la Nuit Debout, che oggi compie un mese esatto. Sicuramente l’occupazione di Place de la république è in una fase di partecipazione un po’ calante, complice una primavera piovosa e le vacanze scolastiche appena concluse. All’assemblea di oggi, però, ci sono circa 500 persone. Gli interventi si susseguono tra chi racconta i problemi del proprio settore di lavoro, chi propone soluzioni per aumentare la partecipazione democratica ai processi decisionali e chi è solo lì per ascoltare sapendo di far parte di qualcosa. Accanto, un concerto dei Binamé, storico gruppo punk belga, raccoglie centinaia di giovani, mentre altri sono accalcati intorno all’entrata della metro chiusa dai cui si vedono spuntare i piedi degli agenti anti-sommossa.

 

apero2

Durante la serata, la presenza della polizia, con decine di furgoni ai lati della piazza risulta particolarmente sgradita, partono getti di bottiglie contro i CRS che rispondo lanciando gas. Una parte dei nuitdeboutisti fa un cordone davanti agli agenti per cercare di far smettere i lanci ma anche per impedire agli agenti di avvicinarsi troppo alla piazza. Ci sono, certo, delle increspature che rendono questo movimento ben meno liscio di quanto alcuni slogan potrebbero far pensare. Ma sembra che le divergenze su come tenere la piazza siano più considerazioni di ordine tattico che un’opposizione aprioristica a una violenza che nessuno vuole relegata nelle sole mani dello Stato, soprattutto dopo il violento sgombero della piazza di giovedì scorso. “Ma dài basta con questi lanci che ci facciamo gasare tutti” urla una ragazza particolarmente innervosita, poi aggiunge “ci sono tante vetrine di negozi di lusso intorno alla piazza, tiratele lì!”.
Pizzicato. Le scaramucce continuano per un’oretta fino a quando la situazione si calma. Poi, una sensazione ormai familiare di tempo congelato. Parte un concerto di tromba, gente che si mette a saltare la corda in mezzo alla strada, ragazzini fanno le pinne con lo scooter.
Stringendo. La polizia decide d’intervenire e vendicarsi della giornata. Botte e gas fino a dentro la metro, un ragazzo spintonato sulle scale cade e resta incosciente per diversi minuti tra gli agenti indifferenti.

“Tout le monde déteste la police” ad libitum.

repulacrim

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia, 10 settembre: bloccare le periferie delle grandi città per fermare il Paese?

Dall’inizio di luglio, la data del 10 settembre e lo slogan «blocchiamo tutto» circolano massicciamente. Si formano gruppi, si organizzano assemblee, si discute sui modi migliori per impedire il piano di austerità di Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Porti, ferrovie e nuove basi: così il governo Meloni sta militarizzando l’Italia

Il governo accelera sulle infrastrutture militari: nuovi porti, ferrovie e basi in tutta Italia, mentre cresce la protesta contro il traffico di armi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vicenza – Corteo 13 settembre: “No more bases”

Il corteo è stato organizzato in occasione dell'”Italia-America Friendship Festival” organizzato dall’amministrazione e dalla National Italian American Foundation (NIAF) in occasione dei per i 70 anni di presenza delle basi militari in città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Taser: due persone morte nel giro di 24 ore dopo essere state colpite dalle pistole elettriche

Un’altra persona è morta dopo essere stata colpita con il taser dai carabinieri: si tratta di un uomo di 47 anni di origini albanesi che è deceduto a Sant’Olcese, sulle alture di Genova, nella serata di domenica. 

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra nelle università

Assemblea nazionale universitaria, 13-14 settembre, Pisa

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aggiornamenti su Alfredo Cospito e proposta contro il blocco della posta

Per rompere l’isolamento a cui l’anarchico Alfredo Cospito* è sottoposto tramite il blocco praticamente totale della corrispondenza, rilanciamo qui la chiamata a mandargli cartoline e lettere…

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra: come organizzarci nelle scuole?

Nei contesti che attraversiamo occorre ripartire dalla concretezza del rifiuto per sabotare e opporsi realmente alla ristrutturazione, definendo con l’esperienza pratiche di conflitto riproducibili per bloccare sul nascere la guerra.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Stati Uniti: ambiente e terre pubbliche sotto attacco

La tavolata della ventina di rappresentanti delle Big Oil (le grandi aziende energetiche statunitensi), svoltasi presso la tenuta trumpiana in Florida nell’aprile del 2024, è ormai passata all’incasso