
Qamishlo. ISIS colpisce la “capitale” del Rojava. 44 morti
L’attentato arriva in un momento di grande difficoltà da parte dell’ISIS che è sul punto di perdere il nodo strategico di Menjib grazie agli sforzi delle Forze democratiche siriani (SDF), l’esercito arabo, curdo e turcomanno creato grazie allo sforzo delle YPG-YPJ che sta mettendo in grave difficoltà lo Stato islamico. La città di Menbij costituisce in effetti l’ultimo corridoio tra Turchia e l’Isis, mentre la sua conquista da parte delle SDF permetterebbe di creare una continuità territoriale tra Kobane e il cantone di Afrin dove si sta svolgendo lo stesso processo rivoluzionario all’insegna del comunalismo e dell’autonomia democratica ispirato da Ocalan, lo storico leader curdo fondatore del Partito dei lavoratori del Kurdistan PKK, rinchiuso nelle prigioni turche dal 1999 tra l’altro grazie al ponziopilatismo del centro-sinistra italiano, allora al governo con Massimo D’Alema.
L’attentato di oggi arriva inoltre in un momento in cui il processo rivoluzionario curdo subisce gli effetti più forti del brutale embargo economico che sta rendendo per abitanti sempre più difficile procurarsi cibo e medicinali. Nel marzo scorso il governo regionale curdo-iracheno di Mas’ud Barzani, il presidente-trafficante di petrolio sostenuto dagli Stati uniti e dalla Turchia, ha infatti deciso di bloccare completamente l’unica frontiera parzialmente permeabile tra il Rojava e il resto del mondo (vedi Aggiornamenti dal Rojava su embargo e assedio di Menbij). Proprio in questi giorni wikileaks ha rivelato nuovi dettagli sul ben noto sostegno di Erdogan al clan Barzani, facendo uscire alcune email che attestano gli intensi scambi commerciali (petroliferi in primis) e i generosi regali del partito del presidente turco, scambiati con l’impegno a distruggere il PKK.
L’attacco di Qamishlo, che ha fatto decine di morti tra i fedeli di una moschea, arriva all’indomani del brutale attentato alla chiesa di Rouen, mostrando una volta di più l’inconsistenza di uno “scontro di civiltà” che eccita solo i suoi patetici sostenitori, si chiamino essi Marine Le Pen in Francia, Matteo Salvini in Italia o Stato islamico in Siria e in Iraq.
Ancora, le loro guerre lasciano a terra i nostri morti.
[vedi anche: TUTTE LE CORRISPONDENZE DELL’INVATO DI INFOAUT E RADIO ONDA D’URTO IN ROJAVA]
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