InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rojava, liberato tutto il cantone di Kobane. Assedio ai valichi dell’ISIS

La controffensiva seguita alla vittoriosa resistenza di Kobane ha portato alla liberazione della città, in cui ora stanno gradualmente rientrando migliaia di sfollati; un sistema di assegnazioni coordinato dalle Mala Gel (Case del Popolo) sta permettendo a costoro di trovare riparo in una serie di complessi bonificati e resi abitabili – mentre nella vicina città turca di Suruc sono ricominciate le scuole, allestite nelle tendopoli per oltre 5000 alunni. Liberato anche un considerevole numero di villaggi nel circondario, in cui l’ISIS aveva iniziato a svendere e distribuire terreni ed edifici ai propri sostenitori.

Intanto la battaglia continua. Ad est, con l’appoggio dell’aviazione alleata, i curdi sono avanzati fino a 15 chilometri dalla città frontaliera di Tell Abyad (GireSipi in curdo); uno snodo che l’ISIS controlla da più di un anno e in cui ha già operato il sequestro di tutti i veicoli utili all’evacuazione dei suoi stessi membri, di cui ora si temono fughe e diserzioni. Ad ovest i miliziani dell’ISIS sono stati respinti fino alla riva sinistra dell’Eufrate, dove sorge l’altro importante valico di Jarabulus – costringendo nel contempo alla ritirata un piccolo contingente turco di stanza in zona al mausoleo di Suleyman Shah, bastione del nazionalismo ottomano.

La caduta di GireSipi e Jarabulus rappresenterebbe l’infarto per l’ISIS – in quanto verrebbero a mancare i principali corridoi praticabili (in una regione altrimenti ostile e militarizzata) per le masse di volontari e volontarie accorsi da tutto il mondo a combattere sotto le insegne del sedicente Stato Islamico. E’ nota infatti (e divenuta lampante dopo le denunce del ricovero di miliziani del califfato negli ospedali turchi e del transito indisturbato di contingenti jihadisti) la permeabilità a senso unico delle frontiere turche, tanto pronte ad aprirsi a flussi di uomini, mezzi e denaro utili alla causa di al-Baghdadi quanto pronte a stringere in una morsa, spesso mortale, convogli di solidali ed aiuti alla città martire di Kobane. Per non parlare poi, durante le prime fasi dell’assedio di quest’ultima, della tolleranza del regime di Erdogan verso le manifestazioni interne promosse degli adepti del califfo.

Il fronte caldo è ora rappresentato dal cantone di Cizire/Jazira, grossomodo corrispondente alla provincia siriana di Hasakah. Dopo il rapimento di svariati civili assiri da parte dell’ISIS, ennesima tappa del copione di pulizia etnico-religiosa perpetrato dall’organizzazione, i partigiani dell’YPG e delle YJA hanno affrontato i fondamentalisti nella zona di Tell Hamis, avanzando sulla città da tre direzioni dopo essersi impossessati dell’arteria stradale di Xessan, importante punto di passaggio verso l’Iraq. Non senza caduti tra i curdi ed i loro alleati, tra cui 3 combattenti assiri, mentre si segnala la morte in battaglia di un internazionalista australiano. Mentre poche decine di chilometri più ad est anche l’assedio del monte Sinjar, terra della comunità yezida (e teatro di innumerevoli atrocità, come di atti di estrema dedizione e solidarietà) sembra definitivamente spezzato.

Sulla provincia e sulla città di Hasakah resta comunque l’ombra del regime di Assad, che ne controlla ancora alcune zone – ed in cui, il mese scorso, non ha esitato a ricorrere all’uso di barrel bombs contro i combattenti di Rojava. Che intanto, dalle alture del cantone di Kobane, hanno nel mirino del proprio fucile ormai la stessa Raqqa: la capitale siriana del califfato.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

IsisRojavaypg

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria

Ripubblichiamo l’appello dei combattenti italiani Ypg uscito in questi giorni sulla situazione in Siria

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Le guerre del Capitale

Passano i mesi e, nonostante le mobilitazioni di massa in tutto il mondo, con milioni di persone che chiedono a gran voce un immediato cessate il fuoco, su Gaza continuano a piovere bombe.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia, l’ISIS e lo scacchiere della Jihad internazionale

La Russia è da tempo nel mirino dell’Isis e il gravissimo attentato di Mosca ne è la conferma. L’Isis, nonostante la sconfitta del Califfato nato tra Siria e Iraq, continua ad essere forte nel Caucaso, nel cosiddetto Khorasan e in Africa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

SDF: gli attacchi della Turchia alla Siria settentrionale e orientale sono un atto di aggressione barbara e terroristica

Gli attacchi della Turchia alla Siria settentrionale e orientale sono un “atto di aggressione barbarica e terroristica”, lo hanno affermato le SDF in una nota. Questa mattina la Turchia ha continuato ad attaccare la regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rojava: Foza Yûsif invita alla mobilitazione “Dichiariamo la resistenza totale”

Invitando alla mobilitazione contro lo Stato turco occupante, Foza Yûsif, membro del Consiglio di co-presidenza del PYD, ha dichiarato: “Dichiariamo la resistenza totale”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perché è stupido e disonesto equiparare Hamas allo Stato Islamico?

L’equiparazione tra Hamas e l’Isis è una delle carte che il governo israeliano si è giocato dall’inizio del conflitto, paragone ampiamente ripreso da molti media occidentali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rojava: continuano gli attacchi turchi. La testimonianza di una donna curda dal campo di Washokani

Proseguono i bombardamenti turchi sull’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est, Rojava.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: si intensificano su tutti i fronti gli attacchi degli stati-nazione contro la rivoluzione confederale

Sebbene il movimento rivoluzionario per la libertà attivo in Kurdistan sia costantemente sotto la minaccia non soltanto della Turchia, ma di tutti gli stati-nazione capitalisti dell’area, i movimenti di truppe che negli ultimi giorni si stanno verificando su tutti i lati di questo accerchiamento, uniti all’intensificarsi, di settimana in settimana, degli attacchi, su più fronti, fanno temere un’ulteriore escalation e devono essere seguiti con attenzione per diversi motivi.