Sa’adat: chiuse le sezioni fino a quando le nostre richieste non saranno accolte
ll leader Sa’adat, in una lettera fatta pervenire tramite l’avvocato dell’associazione Addameer, ha rassicurato le masse del nostro popolo sul suo stato di salute, continua a svolgere il suo dovere nella lotta fianco a fianco con i prigionieri nei confronti dell’Amministrazione Carceraria, e ha ringraziato i compagni del Fronte che sono scesi per le strade e che hanno organizzato iniziative di solidarietà con lui e con i prigionieri.
Riguardo ai motivi del deterioramento della situazione nel carcere di Nafha, il leader Sa’adat ha dichiarato che “un’unità del Metsada (N.d.T.: Divisione Operazioni Speciali dei servizi segreti sionisti) ha fatto irruzione lunedì 27 luglio 2015 nella cella 85 alle ore quattro di mattina; ciò ha spinto i prigionieri a darla alle fiamme in quanto le fazioni palestinesi si erano precedentemente accordate sul dare fuoco a tutte le celle in cui l’unità Metsada tentava di entrare e perquisire. Durante l’incendio alcuni prigionieri hanno sofferto sintomi da soffocamento.
Dopo questo evento l’Amministrazione Carceraria ha trasferito in isolamento tutti i prigionieri della cella 85. L’unità Metsada ha inoltre fatto irruzione nella Sezione 10, difatti i prigionieri delle altre sezioni hanno sentito forti rumori di urla e di colpi alle porte; i prigionieri della sezione 10 sono stati successivamente trasferiti alla sezione 1.”
Il leader Sa’adat definisce questa aggressione, contro i prigionieri del carcere di Nafha, parte di un’aggressione generale intrapresa da parte delle forze dell’occupazione nei confronti del Popolo palestinese, acuitasi in particolar modo dopo la formazione del nuovo governo d’occupazione; ha aggiunto che l’Amministrazione Carceraria sostiene che alla base dell’irruzione ci sia la confisca di alcuni dispositivi cellulari nei pressi del muro esterno del carcere, dispositivi che, secondo l’Amministrazione, erano destinati ad alcuni prigionieri del carcere.
Sa’adat ha inoltre rassicurato che questa aggressione non lo ha colpito direttamente, ma che è giunta nell’ambito di un’aggressione generale contro tutti i prigionieri del carcere, e che al momento sta bene.
Il leader Sa’adat, nella lettera, chiede di continuare con le iniziative e attività d’appoggio ai prigionieri in quanto rappresentano un reale strumento di pressione contro l’occupazione sionista e danno ai prigionieri forza di volontà nel contrastare l’occupazione e le sue pratiche.
Fonte: Kanafani.it
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