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San Paolo: continuano le violenze della polizia. Arrestati due avvocati del movimento

L’altro ieri a San Paolo diverse realtà del movimento No Vai Ter Copa hanno indetto un’assemblea “Atto democratico per la liberazione dei prigionieri politici” per le 18. Un paio di ore prima piazza Roosevelt era già completamente militarizzata da un massiccio dispiegamento delle unità antisommossa e della cavalleria, le quali hanno perquisito locali nelle vicinanze. L’assemblea si è aperta con la discussione delle violenze e delle infrazioni da parte della polizia militare durante le proteste che animano il Brasile da più di anno. In particolare, si è affrontato anche il tema dei prigionieri politici, soprattutto per quanto riguarda la detenzione di Fabio Hideki Harano e Rafael Marques, i quali sono in carcere da 23 giugno accusati di far parte del gruppo black bloc: un’accusa al quanto fantasiosa e infondata. Poco dopo, due avvocati, Daniel Biral e Silvia Dascal, hanno fatto presente ad alcuni agenti di non essere in regola per svolgere il servizio dato che non avevano le generalità identificative. Un’osservazione che ha profondamente infastidito gli agenti, i quali hanno deciso di dare una lezione esemplare agli avvocati e ai legali che da sempre si sono adoperati per registrare e denunciare le irregolarità commesse dalla polizia militare durante il servizio e nei confronti dei manifestanti. Così Daniel Biral è stato prima malmenato, caricato su una camionetta e trasportato al commissariato. Stesso scenario si è verificato anche per Silvia Dascal, anche lei tratta in stato di fermo in seguito a un diverbio con una agente. Durante l’esecuzione di questi fermi la polizia ha utilizzato spray al peperoncino per tenere lontani i giornalisti e altri attivisti che hanno tentato di opporsi a questa vergognosa azione. Brial infatti ha raccontato che mentre veniva trascinato verso la camionetta, ha provato ad attirare l’attenzione dei media, ma un agente gli ha intimato di stare zitto, minacciandolo: “Non c’è nessun media nelle vicinanze, ora potresti anche morire”. In seguito la polizia militare ha utilizzato lacrimogeni, spray urticante e proiettili di gomma per disperdere il concentramento, scatenando una confusione nella piazza e arrestando almeno altre tre persone.

Di fatto già il 25 giugno il difensore Benedito Roberto Barbosa è stato fermato in maniera violenta, senza nemmeno permettergli sul momento di esibire il cartellino identificativo, mentre tentava di raggiungere un presidio accerchiato dagli agenti della polizia militare. Nell’arco di una settimana il bilancio dei legali tratti in stato di fermo è salito a tre, dimostrando come le forze dell’ordine tentino a tutti i costi di intimidire gli avvocati che scendono in piazza a fianco dei manifestanti.

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