Sciopero generale in Brasile: Paese bloccato contro Temer
Lo sciopero generale che da ieri ha paralizzato lo stato carioca chiede le dimissioni di Temer, tornato al centro delle cronache globali per ulteriori implicazioni nello scandalo corruzione, e il ritiro del suo pacchetto di riforme classiste.
Nel momento in cui i vari stati confederali sono stati attraversati da una mobilitazione oceanica, si contano ben 14 milioni di disoccupati e 6 milioni di persone in grave disagio abitativo (fonte:TeleSur)
Molti sindacati, delle più disparate categorie, hanno annunciato che proseguiranno a tempo indeterminato fino a che non si vedranno le mosse da parte del Governo e del suo presidente. Il tutto avviene in un clima molto teso, culminato questa settimana con l’ incendio di un veicolo proprio davanti al Palazzo presidenziale: un segnale di inimicizia e sfiducia dal basso che coinvolge direttamente milioni di persone e ha dato il là alla settimana di scioperi.
Dai Trabajadores Sem Terra che han bloccato diverse tra le principali arterie del Paese, financo lavoratori bancari e delle scuole son scesi in strada o hanno incrociato le braccia sui posti di lavoro. A San Paolo e Rio il traffico é andato in paralisi: trasporti pubblici fermi, con blocchi stradali e copertoni dati alle fiamme in più punti nevralgici. Dura la risposta governativa in diversi momenti della giornata, che si è fatta via via più calda con l’impazienza dettata dalle risposte che ancora dovrebbero giungere dal Governo Federale.
A Rio, a seguito delle pesanti cariche per rimuovere i blocchi stradali, gli scioperanti hanno risposto rimpolpando i presidi e i picchetti più radicali, con paralisi di lunghi tratti di autostrada e ponti. In prima battuta si può dire che, nonostante un velato boicottaggio delle grosse burocrazie sindacali, le basi di queste hanno risposto disattendendo le indicazioni dei quadri superiori, unendosi e rafforzando le pratiche di blocco.
Il pugno duro della polizia non ha riguardato solo Rio: cariche e feriti si son registrati durante dei picchetti a Porto Alegre, mentre alcuni tra i principali aeroporti brasiliani sono stati anch’essi bloccati a oltranza.
Un’altro capitolo della contestazione diffusa a Temer e le sue manovre di palazzo è stato appena scritto, nelle prossime ore tanti brasiliani capiranno se quanto fatto frutterà risultati importanti o sarà una tappa di una protesta che pare non essere facilmente sopibile.
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