‘Si’ al referendum per l’indipendenza della Scozia
Il voto dovrebbe avvenire nell’autunno del 2014 e se la popolazione dovesse scegliere in maggioranza per il “si”, l’indipendenza sarà effettiva nel 2016. Recenti sondaggi rivelano che tra il 30 ed il 40% degli scozzesi è favorevole all’indipendenza, non sufficienti quindi per determinare la scelta a favore dell’indipendenza. Secondo quanto riferiscono alcuni mezzi di informazione, la maggior parte dei cittadini e cittadine scozzesi risulterebbe incline -sempre stando ai sondaggi- alla cosiddetta “indipendenza leggera” in base alla quale si contempla la completa autonomia fiscale e la possibilità del parlamento scozzese di legiferare in qualsiasi ambito, escluso la difesa e la politica estera, che rimarrebbero invece di competenza britannica. Attualmente infatti, il Parlamento scozzese ha competenze in materia di istruzione, sanità, ambiente e giustizia, mentre le questioni internazionali, così come l’energia e la difesa vengono decise dal governo inglese. La questione politica si gioca principalmente su interessi economici strategici e probabilmente il governo inglese al momento fa i conti basandosi sui sondaggi relativi al referendum.
Se da una parte un controllo fiscale completo da parte della Scozia potrebbe aumentare la competitività e attrarre investimenti attraverso, per esempio, una leva fiscale e contribuire così a dare una parvenza di ripresa economica in un quadro globale, dall’altra c’è la questione del petrolio nel Mare del Nord che rappresenta per l’Inghilterra una delle entrate principali per le sue casse, a conferma che a giocare un ruolo importante nell’indipendenza dei popoli sono spesso e volentieri le questioni economiche.
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