The price of the World Cup: documentario shock di Mikkel Keldorf Jensen
Il suo viaggio nel vero Brasile è durato otto mesi ed è stato pubblicato due settimane fa, il 29 maggio.
Immagini, fotogrammi, interviste che parlano di violenza, di povertà, di uomini, donne, ma soprattutto di bambini, i meniños de rua.
Jensen è entrato nelle favelas. Ha parlato soprattutto con quei piccoli occhi, ma che lasciano trasparire tutta quella sofferenza che li ha resi grandi troppo presto.
Il reporter danese denuncia le rimozioni forzate operate contro 200mila persone in aree che avrebbero dovuto ospitare opere pubbliche. Parla degli squadroni della morte che devono ripulire il Brasile, dargli quella patina da cartolina.
Il rilancio mediatico, economico e turistico che passa attraverso questi Mondiali di calcio non può permettere che la macchina del capitalismo si inceppi per un barbone, una favelas che stride con lo sfarzo di uno stadio o di un albergo di lusso, ma soprattutto la coscienza non può essere scossa dallo sguardo di un bambino di strada.
I crianças na rua. Sono loro i veri protagonisti del documentario che dura circa mezz’ora.
Una telecamera che si sposta da Fortaleza a Rio De Janeiro. La prima come una delle città più violente al mondo e la secondo come una delle più povere.
Jensen non si è fermato alla superficie. Ha voluto approfondire e svelare il vero volto del Brasile: un mondo di contraddizioni. come quello in cui la vita di un bambino vale meno di un pallone di calcio.
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