InfoAut
Immagine di copertina per il post

Tortura nei Paesi Baschi, dopo Franco nulla è cambiato

Il dossier si riferisce sia a casi avvenuti in epoca franchista, sia in epoca democratica e parla di 5022 cittadini baschi torturati dal 1947 fino al 2014, anno in cui si ferma lo studio. Il dossier di Euskal Memoria è ben circostanziato e nel sito internet dell’associazione è facilmente reperibile l’elenco dei nomi degli oltre 5000 che sotto dichiarazione giurata hanno denunciato di aver subito vessazioni, poi verificate una per una.

I maltrattamenti sono sia fisici che psicologici. Sacchetti di plastica in testa, detenuti tenuti in piedi a gambe divaricate per venti ore consecutive, la costrizione a continui esercizi fisici, l’imposizione della corrente elettrica alle mani e pure ai genitali. Oltre a botte, minacce, prevaricazioni psicologiche di ogni tipo. E non mancano neppure le odiose condotte tenute dai Guardia Civil o dalla Policia Nacional nei confronti delle donne: obbligate a spogliarsi, palpeggiate, minacciate di violenza. Ci sono anche dei casi di violenza sessuale tra le testimonianze raccolte. Dei 5022 casi di tortura riportati dal report, ben 798 riguardano donne.

«Si tratta di un numero parziale» – sottolineano in un comunicato i ricercatori di Euskal Memoria – «Resta ancora molto lavoro da fare». In effetti è intuibile esserci una quantità indefinita di persone che per paura non hanno formulato alcuna accusa, ed inoltre per quanto riguarda il periodo franchista vi è difficoltà a reperire testimonianze ormai molto indietro nel tempo e spesso insabbiate dalle autorità. E’ certo anche che alcuni episodi di torture e pestaggi sono culminati con la morte in carcere.

Negli anni del regime di Franco accadeva che la gente sparisse nel nulla da un momento all’altro: alcune persone non sono mai più state ritrovate. Un fenomeno, quello dei desaparecidos, che si evidenzierà in maniera ben più sistematica nell’Argentina di Videla. Ma se si pensa che nella civile e democratica Spagna entrata nel terzo millennio la tortura sia un ricordo del passato ci si sbaglia di grosso. Dal 2000 le denunce di tortura di cittadini baschi riportate da Euskal Memoria sono ben 823: in buona parte si tratta di etarras, o di militanti della cosiddetta izquierda abertzale. «C’è una zona grigia in cui i casi di tortura sono più frequenti» racconta uno degli avvocati che assiste diverse famiglie di prigionieri politici. «Nello spazio di tempo immediatamente successivo all’arresto, accade che ai fermati venga impedito di comunicare con i familiari e pure con il loro avvocato, e vengono sottoposti ad interrogatori senza alcuna garanzia». E in quella zona grigia, in quei commissariati, si cerca di estorcere informazioni con la tortura.

Quanto accade nelle carceri e nei commissariati spagnoli – nonostante le minimizzazioni dei governi succedutisi a Madrid – è cosa nota da tempo anche all’opinione pubblica. Pure a quella internazionale. Nel 2004 il relatore speciale dell’ONU per i diritti umani affermò che non si poteva ritenere sporadica la pratica della tortura in Spagna e disse che le denunce presentate erano ben circostanziate e credibili. La stessa Amnesty International ha condannato più volte la monarchia iberica per la sua politica carceraria, e a fine 2013 la Corte Europea di Strasburgo condannò la Spagna per la cosiddetta “dottrina Parot”, che prolungava arbitrariamente la durata della detenzione oltre la condanna già emessa. Ma è anche la cosiddetta “politica della dispersione” a far gridare alla vergogna, con detenuti reclusi a centinaia e migliaia di km da casa per limitare i contatti coi familiari.

Lo studio di Euskal Memoria sottolinea anche il carattere di impunità di cui paiono godere le autorità. In tanti anni infatti i condannati sono solo 62, di questi 36 si sono avvalsi di indulti ed amnistie promossi dai vari governi di PP e PSOE. Nessuno di loro oggi si trova in carcere. Le cose, nella Spagna ancora in cerca di un governo dopo le elezioni di dicembre, paiono ben lontane dal mutare. Del resto il primo passo per risolvere un problema sarebbe quello di riconoscere di avere un problema. E la corona spagnola pare ben lontana dal compiere questo primo passo.

da PopOff

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

fascismofrancisco francoPaesi Baschispagna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Movimento No Tav era, è e sarà sempre al fianco della resistenza palestinese: sosteniamo la Global Sumud Flotilla!

Se Israele deciderà di fermare con la forza la Global Sumud Flottilla, impedendo ancora una volta l’arrivo di aiuti umanitari e provando a spegnere un atto di resistenza collettiva, noi non resteremo a guardare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flotilla: le barche italiane lasciano la costa siciliana alla volta di Gaza, “Buon vento”

Sono salpate, alla volta di Gaza, le imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla dal porto siciliano di Augusta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza Inc: dove il Genocidio è testato in battaglia e pronto per il mercato

Gaza è diventata la vetrina di Tel Aviv per lo Sterminio privatizzato, dove aziende tecnologiche, mercenari e fornitori di aiuti umanitari collaborano in un modello scalabile di Genocidio Industriale venduto agli alleati in tutto il mondo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

America Latina, “la guerra secondaria”

Nel 2025, la competizione globale per i minerali essenziali – terre rare, litio, cobalto – e per le fonti energetiche – petrolio, gas, energie rinnovabili – sta riconfigurando il potere globale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’assemblea nazionale “Stop al genocidio. Fermiamo il sionismo con la resistenza” si terrà al cinema Aquila

Alcuni giorni fa il sindaco Gualtieri aveva vietato l’utilizzo di una sala del cinema Aquila di Roma per l’assemblea nazionale convocata dalle organizzazioni palestinesi in Italia. Ora il passo indietro. LA LOTTA PAGA – L’ASSEMBLEA SI TERRÀ AL CINEMA AQUILA IL 14 SETTEMBRE ALLE ORE 10.00 Dopo la conferenza stampa di lunedì 8 settembre davanti […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Campeggio no base 5-6-7 settembre – Comunicato conclusivo

Il campeggio territoriale No Base del 5-6-7 settembre è stato un momento fondamentale nella crescita della lotta del movimento No Base, aprendo nuovi spazi di organizzazione e di lotta, unendo persone e realtà differenti nell’obiettivo comune di fermare la base militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “Blocchiamo tutto”. Mobilitazioni diffuse nel paese contro l’austerity di Macron

Intensa giornata di mobilitazione mercoledì 10 settembre in Francia, dietro la parola d’ordine “Bloquons Tout”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

A Gaza il colonialismo occidentale è stato smascherato

Attraverso Israele e l’ideologia del Sionismo, le élite occidentali hanno reinventato il loro orribile Sistema di Controllo Razzista e lo hanno spacciato per una causa “morale”. Ora la partita è finita.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Spagna. Sei attiviste condannate a tre anni di carcere, insorgono i sindacati

Cinque attiviste e un attivista sindacali sono entrati nel carcere di Villabona per scontare una condanna a tre anni e mezzo di reclusione. È accaduto ieri a Gijon, nella regione settentrionale spagnola delle Asturie.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Piacenza: aggressione fascista per “Ripulire la città dagli stranieri”. Manifestazione antifascista mercoledì 2 giugno

A Piacenza, nella notte tra il 25 e il 26 giugno, un gruppo di fascisti di CasaPound e affini ha aggredito alcuni passanti, tra cui diversi minorenni.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Infiltrati tra attivisti e partiti: il caso italiano ed europeo

Riprendiamo questo ariticolo di Checchino Antonini da Diogene Notizie, che partendo dal caso italiano del poliziotto infiltrato dentro Potere al popolo ricostruisce alcuni dei maggiori casi degli ultimi anni. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Blackout: è il liberismo bellezza!

Riprendiamo dal sito SinistrainRete questo contributo che ci sembra interessante per arricchire il dibattito a riguardo del recente blackout iberico. I nodi sollevati dall’articolo ci interessano e rimandando a ragionamenti complessivi sulla fase e la crisi energetica, che animano il nostro sito in questi ultimi tempi. Sembra interessante e da approfondire, il ruolo dei mercati finanziari nella gestione delle reti energetiche nazionali e come questo si intersechi con l’utilizzo di fonti rinnovabili, fossili e nucleari.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Blackout in Spagna: un segnale inascoltato

Cercando i fatti Giorgio Ferrari ci guida tra speculazioni, bugie e contraddizioni.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aske realizza una marcia verso il carcere di Basauri

L’organizzazione ha manifestato la propria solidarietà ai prigionieri politici baschi, sottolineando la necessità di sostituirli e di raggiungere “l’indipendenza e il socialismo a cui mirano”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: disastro climatico, lotta di classe e governance di estrema destra

158 morti. È questo il bilancio provvisorio delle imponenti inondazioni che hanno colpito la regione di Valencia, in Spagna, il 29 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Un fronte più salutare che popolare.

Traduciamo un commento da parte del collettivo francese Cerveaux Non Disponible rispetto alle elezioni per dare un quadro il più possibile composito di quali siano gli animi nei movimenti francesi a seguito della decisione di Macron.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Inquietudini irrisolte in Euskal Herria e Corsica

Domenica scorsa, 3 marzo 2024, cadeva il 48° anniversario del massacro operato dalla polizia spagnola a Vitoria-Gasteiz e costato la vita a cinque operai

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amnistia in Catalogna, prosegue il dibattito

In Spagna è stata respinta l’attesa legge sull’amnistia per gli attivisti indipendentisti catalani e per le persone coinvolte nel referendum dell’ottobre 2017.