
Turchia: nuove proteste contro la corruzione, contro Erdogan
Una nuova ondata di manifestazioni ha invaso la Turchia: migliaia di persone sono scese ieri in piazza nelle città di Izmir, Mersin, Denizli, Ankara e Istanbul. La rabbia non si placa dopo che sono state rese pubbliche le intercettazioni delle chiamate tra il premier Erdogan e suo figlio, nelle quali i due discutono dove nascondere enormi somme di denaro dopo il blitz da parte della magistratura lo scorso 17 dicembre. In più, venerdì sono stati rilasciati tutti gli indagati principali, nella maggior parte figli degli ex-ministri, per corruzione e abuso d’ufficio. Dunque l’ostruzionismo governativo ancora una volta ha sopraffatto la magistratura.
Circa mille persone si sono radunate ad Ankara in piazza Galatasaray gridando slogan come “Dimissioni!” “Siete tutti dei ladri!” e lanciando in aria finte banconote. Non appena il corteo ha provato a dirigersi verso la proibitissima piazza Taksim, la polizia, intimorita dagli incubi delle manifestazioni di alcuni mesi fa, ha attivato gli idranti e ha sparato gas lacrimogeni. I manifestanti hanno prontamente reagito innalzando barricate e tentando di resistere alle violenze. Non contenti di ciò, gli agenti hanno provveduto con solerzia a indirizzare gli idranti anche su alcuni curiosi che si erano affacciati alle finestre (vedi foto sotto) per guardare cosa stesse succedendo nelle vie: non sia mai che ci siano dei testimoni per le violenze e intimidazioni esercitate dalla polizia. Alla fine della manifestazione, si contavano diversi feriti e una decina di arrestati.
Nel frattempo Erdogan continua ad accusare l’opposizione di voler diffamare la sua figura, costruendo prove ad hoc. La credibilità del premier, però, sfuma di giorno in giorno e le piazze promettono nuovi appuntamenti per mandare a casa il governo dei ladroni.
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