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Ungheria: il governo ritira la tassa sulla rete dopo le proteste

Una decisione significativa, che in un paese dal controllo sociale molto stretto come l’Ungheria può essere valutata come un primo momento di risposta sociale massificata alle politiche di Orban.

La webtax nelle intenzioni di Orban avrebbe unito un attacco alla libertà d’informazione ed espressione alla possibilità di ripagare con ingenti entrate i buchi delle politiche economiche del governo che presiede. Ma non è riuscito nel suo intento.

Il premier ultraconservatore ungherese ha così ritirato la proposta di legge annunciando che terrà una “consultazione” sul tema a gennaio. Contro il progetto si era levata anche la voce della Commissione Europea, ma il successo va addebitato senza dubbio alla determinazione della piazza nel contestare duramente questo progetto.

Senza dubbio va considerata sulla questione anche la presenza di uno scontro geopolitico. Orban è da sempre considerato un alleato di Putin all’interno di una UE spaccata sulle sanzioni dovute al conflitto in Ucraina. Nelle piazze di questi giorni sventolavano, stando a diversi report, anche bandiere americane, mentre il presidente del Parlamento ungherese Koever aveva chiesto negli scorsi giorni l’uscita del paese dall’UE.

Gli USA avevano vietato negli scorsi giorni l’ingresso sul proprio territorio a sei alti funzionari statali accusati di tentativo di corruzione verso aziende americane presenti in Ungheria, una mossa dal chiaro contenuto politico riferibile alla questione del conflitto tra Kiev e Mosca. Lo stesso Orban si è detto più volte ammiratore dei modelli economici e politici di Mosca e Pechino, sebbene nel suo inizio di carriera fosse stato noto per le sue posizioni liberali.

Sarà importante monitorare se i prossimi mesi porteranno, come spin-off di questa vittoria della piazza sul tema webtax, a ulteriori momenti di contrapposizione sociale nei confronti del governo Fidesz-Jobbik.

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