InfoAut
Immagine di copertina per il post

USA: Guerra civile a bassa intensità

||||

Una guerra civile negli Stati Uniti c’è già stata e forse in fondo continua ad esserci. E’ una guerra civile ma anche una guerra di classe dall’alto e una guerra intracapitalistica, ma giocata sulla pelle dei proletari. In fondo era già così: industriali “progressisti” del Nord contro latifondisti schiavisti del Sud, ma chi andava a morire? Oggi si può dire che a contrapporsi siano le elites metropolitane dell’informatica e della finanza contro il vecchio capitale del carbone e del petrolio, ma i morti sono sempre altri. Una lotta serrata che ha come campo della contesa l’organizzazione, l’integrazione, la soggettività della forza lavoro e dei suoi consumi.

I morti per sparatorie di massa negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno sono stati 246, con 979 feriti, in 249 assalti. Sempre più spesso a premere il grilletto sono suprematisti bianchi, giovani con simpatie trumpiane e nazisti e fascisti di varia specie. Va subito sgomberato il campo da quel pensiero che vorrebbe definire questi attentati come episodi di “follia omicida”, gli attentatori come “lupi solitari” che nella loro vita disagiata partoriscono massacri per un momento di notorietà. Non si tratta di questo, o meglio non solo di questo. La guerra civile americana ha un preciso costrutto ideologico e il preciso ruolo di disporre la linea dei conflitti sociali su piani etnici e razziali piuttosto che su quello di classe. Non bisogna cadere nell’errore di considerare questo fenomeno come un risultato solo delle politiche di Trump, di fatto è, sul lungo, una proiezione interna di quella “guerra di civiltà” che, bipartisan, repubblicani e democratici hanno esportato in giro per il mondo. E così l’attentatore di El Paso, Texas, Patrick Crusius di 21 anni, dal suo profilo twitter rivendica: «Vendicare il Texas dall’invasione ispanica» facendo riferimento una linea di conflitto antica di quasi duecento anni, fin dalla contesa geopolitica tra Messico e Stati Uniti sullo stato della stella solitaria e a uno dei primi esperimenti colonialisti degli yankees.

Ma non solo: a Patrick Crusius è attribuito un manifesto pubblicato sul forum 8chan in cui spiega le motivazioni che l’avrebbero spinto a compiere la strage. Al centro commerciale il 3 agosto sono stati presi di mira dall’americano, molti bambini, evidentemente come conseguenza della sua teoria suprematista per cui gli immigrati di prima generazione accettano i lavori più umili, invece i loro figli, i cosiddetti “dreamers” vogliono «vivere il sogno americano»: “La loro colpa è quella di laurearsi in cerca di un lavoro più qualificato di quello dei loro padri, e questo crea un mercato del lavoro troppo competitivo per cui gli studenti americani si trovano a svolgere lavori sottopagati”. Anche qui è evidente come la fine della mobilità sociale negli Stati Uniti è attribuita agli immigrati invece che al capitalismo made in USA e alla sua voracità. Il successivo passaggio poi ha del grottesco, ma è indice di come ancora una volta il suprematismo bianco e il fascismo siano un coadiuvato del darwinismo sociale capitalistico americano e non una sua estraneità; Crucius sostiene che gli ispanici contribuiscono ad esaurire le risorse naturali a disposizione degli americani. “Gli immigrati ispanici sono migranti economici, sono disposti a tornare nei loro Paesi. Per farlo hanno bisogno di un incentivo che io, e altri patrioti americani, dobbiamo dare”, così che gli Americani abbiano maggiore risorse da sfruttare per le loro cattive abitudini di fronte a una sempre minore sostenibilità dello stile di vita liberista per il pianeta. La crisi ambientale viene dunque ammessa, ma ricondotta all’eccessiva presenza di migranti e al fatto che sia inevitabile dover scegliere chi vive e chi muore (e naturalmente a vivere dovranno essere i WASP americani).

L’episodio più sanguinoso di mass shooting è stato proprio quello di El Paso (20 morti e 26 feriti), seguito da quello di Virginia Beach (31 maggio, 13 morti e 4 feriti) e da quella al Garlic festival di Gilroy, California (28 luglio, 4 morti e 12 feriti) per mano di un altro suprematista bianco con origini italo-iraniane.

E’ necessario però ancora soffermarsi su un altro aspetto collegato alla sparatoria di El Paso e cioè sulla manipolazione comunicativa utilizzata da canali filo governativi per spostare l’attenzione sulla responsabilità di tali massacri, dall’ideologia suprematista a sostegno del darwinismo sociale, a iniziative non benvenute di gruppi antirazzisti e antifascisti previste nel mese di agosto e settembre alla muraglia con il Messico.

Il giornalista conservatore Andy Ngo ha subito mostrato con un tweet un volantino in cui la gente lanciava frecce contro una torre vicino a quella che sembrava essere una barriera di confine. Il volantino invitava al “Border Resistance Tour”, per 10 giorni a El Paso, destinato a mettere in evidenza i maltrattamenti in corso di immigrati al confine meridionale. I media hanno ripreso tale comunicazione focalizzando e mistificando l’informazione torcendola nel rendere responsabili tali gruppi e iniziative nell’aver innescato una “reazione americana”.

Il governatore texano Dan Patrick, repubblicano, intervenuto alla Fox News sui fatti della sparatoria ha esplicitamente messo in guardia gli Antifa dall’andare a El Paso dopo le sparatorie di sabato.

Di fatto anche qui la retorica che viene innescata è chiara, ogni guerra civile anche a bassa intensità ha bisogno di due americhe contrapposte, da un lato quella bianca, stufa e arrabbiata, provocata dall’immigrazione senza controlli e quella pro-immigrazione, contro l’identità USA e che vuole sabotare dall’interno il paese. Gli Antifa dunque secondo questa manipolazione diventano provocatori, nemici della patria che con le loro azioni sconsiderate attivano la reazione di patrioti folli e omicidi certo, ma esasperati. I conservatori cuciono addosso ai militanti antirazzisti e antifascisti un vestito perfetto per legittimare ancora una volta la contrapposizione sul terreno della guerra civile. Chissà se i molti e le molte giovani che si stanno opponendo alle politiche trumpiane con generosità riusciranno a comprendere questa trappola e a rifiutare il terreno della guerra civile chiedendosi piuttosto quale sia la strada per rovesciarla in una possibile guerra di classe?

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

antifaGUERRA CIVILEstragetrumpUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Gino Libero! Free All Antifas

Abbiamo appreso che questa settimana il nostro amico e compagno Gino è stato arrestato in Francia, a Parigi, con un mandato d´arresto europeo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Bologna: migliaia di antifascisti/e in piazza contro Casapound e la Rete dei Patrioti

AGGIORNAMENTO LUNEDì 11 POMERIGGIO – Una ricostruzione delle manifestazioni di sabato 10 novembre, le valutazioni politiche e le mobilitazioni in programma per questa ultima settimana di campagna elettorale in Emilia Romagna, dove domenica 17 e lunedì 18 novembre si voterà per rinnovare Presidente e Consiglio regionale, con Federico della redazione emiliano-romagnola di Radio Onda d’Urto. Ascolta o […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il genocidio a Gaza e le elezioni USA

Gli ambienti a sinistra del Partito Democratico negli USA stanno affrontando un profondo dibattito con al centro la questione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni USA: che paese arriva al voto del 5 novembre 2024? Intervista all’americanista Ferruccio Gambino

Usa: martedì 5 novembre 2024 il voto per le presidenziali. Ultimi fuochi di campagna elettorale, con i sondaggi danno la Harris avanti nel voto popolare su scala federale, con il 48,1% contro il 46,7% di Trump.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Strike in USA. Sulla conflittualità sindacale negli Stati Uniti.

Abbiamo parlato con Vincenzo Maccarrone, corrispondente del Manifesto, dell’aumento della conflittualità sindacale negli Stati Uniti

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Portuali in sciopero negli USA

Negli Stati Uniti è in corso uno dei più grossi scioperi dei lavoratori portuali della costa est dagli anni 70.