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Venezuela, fallisce il golpe e Guaidò imbocca una strada senza ritorno

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Precipitano gli eventi nel paese sudamericano

Alle prime luci dell’alba (ora di pranzo in Europa) a Caracas le agenzie di stampa hanno ridiffuso un video pubblicato dall’account twitter di Juan Guaidò; in cui l’autoproclamato presidente del Venezuela appariva affiancato da Leopoldo Lopez, storica figura della destra eversiva venezuelana appena evaso da cinque anni di arresti domiciliari, e da un drappello di uomini in uniforme militare, armati e contrassegnati dal fazzoletto violaceo adottato in passato anche dall’ufficiale golpista Oscar Perez, poi ucciso dalle forze di Maduro.

L’appello lanciato è stato quello alla sollevazione militare contro il governo bolivariano di Nicolas Maduro, con l’esortazione a convergere sulla grande base dell’aeronautica Francisco de Miranda (“La Carlota”); servitù posta allo snodo di Altamira, arteria nevralgica di quella Caracas orientale da sempre feudo della borghesia antichavista.

Chiamata avallata dopo nemmeno due ore da un tweet presidente del parlamento europeo Tajani, ed a seguire da account istituzionali statunitensi e sudamericani, tra cui quello del presidente brasiliano Bolsonaro e del ministro degli esteri equadoregno Valencia. Ma non dalle guarnigioni di soldati che Guaidò si aspettava – né da una base sociale che superasse quella, pur consistente, dei suoi abituali sostenitori.

Non sono stati raggiunti ad ora i centri decisionali ed i ministeri, e anzi la piazza antistante al palazzo presidenziale di Miraflores si è riempita di torme di cittadini votati a difendere le istituzioni bolivariane. Nemmeno in altre zone del paese si registrano significative adesioni al golpe – ad eccezione dei disertori riparati in Colombia, per favorire il cui rientro in Venezuela il governo di Ivan Duque ha riaperto le frontiere.

L’impressione che i golpisti abbiano tentato il tutto per tutto è molto forte dato che nei giorni precedenti si erano fatte sempre più insistenti le voci di un imminente arresto di Guaidò a seguito dei ripetuti (e falliti) tentativi di impossessarsi delle leve di comando istituzionali e militari – e nonostante i suoi potenti protettori stranieri. A ciò si è unita una dinamica spettacolare da parte del mainstream occidentale e dell’opposizione venezuelana (da sempre forte nel presidio dei social media) che ha cercato di oscurare la portata finora limitata degli scontri, e il contenimento e l’espulsione degli antichavisti da La Carlota verso i quartieri di Altamira e Chacao. Zone in cui l’opposizione sta ora cercando di ricompattarsi: se il colpo di mano militare sembra ora lontano, restano considerevoli i numeri dei civili richiamati in piazza da Guaidò e Lopez in quella che essi stessi hanno definito “la fase finale” della loro sollevazione.

Seguiranno aggiornamenti…

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