InfoAut
Immagine di copertina per il post

Yes we (s)can! (and not from today..)

Datagate: PRISM è uno scandalo? Forse. O forse no. Perché nell’economia digitale la violazione della privacy è la norma e non l’eccezione.

Uno dei mali più diffusi e connaturati all’esplosione dei social media nei flussi di comunicazione globale è il “recentismo“. Con questo termine si indica un processo di formazione della conoscenza privo di una prospettiva storica di lungo termine o fortemente influenzato da una recente ondata di attenzione provocata dai media. Il contagio è virale e curiosamente ne sono affetti in egual misura tanto quelli che tessono le lodi della rete come tecnologia intrinsecamente democratica quanto coloro che non perdono occasione per gridare al totalitarismo della “dataveglianza”. Caso da manuale di questa sindrome è il dibattito recentemente innescatosi a ridosso dello scandalo PRISM, già soprannominato “datagate”. Vediamo perché.

Innanzi tutto dell’esistenza di Echelon (invasivo network di sorveglianza globale, progenitore di quello odierno) si sa da almeno 15 anni. I suoi albori risalgono al secondo dopoguerra quando gli Stati Uniti ne progettarono lo sviluppo, coadiuvati da Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda.

Secondo non è una novità neppure il fatto che Washington intercetti flussi di dati provenienti da paesi esteri (alleati o meno). Una delle funzioni di Echelon era precisamente quella di sottrarre segreti industriali coperti da proprietà intellettuale ad ignare aziende europee.

Inoltre la compartecipazione di attori privati a processi di sorveglianza statale è una realtà affermatasi da almeno un decennio. Volto truculento della governance, esso si manifesta là dove le istituzioni statali collassano. Lo spazio politico una volta occupato dal Leviatano è divenuto un territorio di conquista per le corporation che ne hanno assunto una delle più alte prerogative: la definizione del confine tra pubblico e privato. E infatti nella vicenda PRISM, al di la di smentite a denti stretti e comunicati stampa abbottonati, la Silicon Valley è colpevole come il peccato. Non è la prima volta che cade in tentazione però: Trapwire, il Golden Shield cinese targato Cisco, le collaborazioni di Google con il Pentagono sono solo alcuni dei tanti esempi che potremmo fare.

Ma quella della sorveglianza elettronica di massa è una realtà talmente globale da aver piantato radici anche in Italia, alla periferia della periferia del reame dell’ICT. PRISM nello stivale l’abbiamo già. E da diverso tempo tra l’altro. Ad introdurlo tra gennaio e marzo, in piena sonnolenza legislativa, era stato il governo Monti con un decreto sulla definizione delle policy nazionali in ambito di “cybersicurezza” che obbliga operatori privati e concessionarie pubbliche, a spalancare le porte delle proprie banche dati ai servizi di sicurezza. Nominativi, vita sul web e movimenti bancari dei cittadini italiani finiscono così sotto l’occhio vigile dell’esecutivo, al di fuori di qualsiasi intervento della magistratura.

Raffinato strumento repressivo? Certo, ma anche commercio floridissimo in grado di garantire ampi ritorni economici. Sempre per restare a casa nostra nel settore dell’intercettazione tattica (quella cioè operata nei confronti di singoli o piccolo gruppi) si possono annoverare gli esempi d Hacking Team o di Area SPA: la prima più volte tirata in ballo per aver venduto spyware al governo del Marocco e degli Emirati Arabi Uniti, la seconda finita nell’occhio del ciclone per aver fornito a Damasco un sistema avanzato di monitoraggio delle attività on-line. C’è poi il caso della rete interpolizie italiana, di proprietà Vitrociset con una piccola partecipazione di Finmeccanica, affittata ormai da diversi anni allo stato italiano; per non parlare delle intercettazioni telefoniche (legali o no) di cui le forze dell’ordine fanno ampio uso: anche quelle completamente appaltate ad imprese private. Non c’è da stupirsi: come ricorda Julian Assange nel libro “Internet è il nemico”, la sorveglianza elettronica è un mercato degli armamenti decisamente più a buon prezzo rispetto a quello tradizionale.

Dicendo tutto questo non vogliamo in nessun modo minimizzare la portata che avrà l’affaire PRISM nei mesi e negli anni a venire. Infatti almeno due dati politici di grande rilevanza sono già emersi. Primo, i cittadini statunitensi hanno scoperto che il quarto emendamento della loro costituzione è carta straccia. Poi (come ha già sottolineato Simone Pieranni sul manifesto) i rapporti tra Stati Uniti e Cina sembrano destinati a mutare: c’è da chiedersi con che faccia ora Washington farà pressione su Pechino in merito alla cybersicurezza – tema su cui le due superpotenze cominciavano a lanciare tiepidi segnali di distensione – o alle sue politiche di controllo della popolazione.

Ciò che però ci importa ribadire è che la violazione della privacy non è un’anomalia del sistema capitalistico ma ne rappresenta piuttosto una componente strutturale e costitutiva. Non si tratta di un male, talvolta necessario, per combattere i quattro cavalieri dell’Infocalisse – pedofilia, terrorismo, droghe e riciclaggio di denaro – che ne sono semmai l’architrave portante delle pratiche discorsive (intese come creazione di regimi di verità, legittimazione dell’autorità ed in definitiva esercizio di potere). Al contrario l’intrusione nella nostra vita privata è ciò che garantisce il posto al sole della Silicon Valley. È la pietra angolare su cui da lungo tempo è stato avviato un processo di rimodellamento dell’intera architettura di rete in senso securitario. È ciò che rende possibile un business come quello di Facebook in cui i veri clienti sono gli inserzionisti pubblicitari, mentre gli utenti sono target, bersagli da mettere nel mirino e colpire. Ed è la conditio sine qua non, il prerequisito indispendabile posto a fondamento della realizzazione di un sistema come PRISM. 

Target, un termine non a caso proprio sia delle scienze del marketing che del vocabolario bellico. E che oggi con PRISM si arricchisce di un ulteriore significato. Quasi a ricordarci che quella violazione della privacy – l’abbattimento degli steccati che proteggono la nostra sfera d’intimità – è una vera e propria invasione di territorio. Che comporta un’occupazione militare e la sospensione permanente di un diritto: in questo caso quello all’anonimato ed alla riservatezza. PRISM allora non è uno scandalo, non è l’eccezione. È la norma.

Dal recentismo si può guarire: basta cominciare ad ingurgitare amare pillole rosse di realtà. Solo così potremmo cominciare a porre le basi per un serio dibattito sulla sorveglianza elettronica e cominciare ad armarci a nostra volta. Con la crittografia, certo, ma anche con un rifiuto che, come ci hanno insegnato i movimenti globali negli ultimi anni, è spesso la scintilla che accende l’alba di una una società altra. E forse anche di un’altra Internet.

Infofreeflow (@infofreeflow) per Infoaut

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

obamaprismprivacy

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cos’è il Fascicolo Sanitario Elettronico e perché dovrebbe interessarci.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento che consente alle persone di monitorare e visualizzare l’intera cronologia delle proprie condizioni di salute.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Migliaia di manifestanti respingono la presenza di Obama a Buenos Aires

Di fronte alla molto inopportuna presenza del Presidente Barack Obama in Argentina, alcune ore prima che si compissero i 40 anni dell’ultima dittatura civico-militare, organizzazioni sociali e partiti politici di sinistra si sono mobilitati per respingere la continua aggressione statunitense ai popoli del mondo. Riuniti nell’Incontro Memoria, Verità e Giustizia, migliaia di manifestanti hanno voluto […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Ancora contestazioni per Donald Trump

Centinaia i manifestanti che si erano riuniti all’esterno dell’edificio dove era atteso Trump, al grido di “Dump Trump” (getta via Trump ndr) e “Mr Hate out of our State” (Signor odio, fuori dal nostro Stato ndr) e più volte sono entrati in contatto con i suoi sostenitori. Successivamente i manifestanti hanno messo in difficolta gli […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Obama contro tutti: ‘Libia nel caos per colpa di europei e Clinton’

«Quando guardo indietro e mi chiedo cosa è andato storto, mi critico perché ho creduto che gli europei, per la vicinanza alla Libia, si occupassero del follow-up». In particolare, Obama punta il dito sul premier britannico Cameron e sul presidente francese Sarkozy che hanno permesso che la Libia si trasformasse da entità statale a problema […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Libia casus belli. La guerra di Renzi produce i primi morti

Il casus belli tanto attesto è forse arrivato? A questo punto, quanto ancora si farà attendere l’inizio dell’intervento della Coalizione coordinato dal governo Renzi? Nei giorni scorsi il segretario alla Difesa americano ha detto che Washington «appoggerà con forza l’Italia che si è offerta di assumere la guida in Libia». Era proprio quello che il […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Quando la narrazione su Obama e l’America specchia il modo unilaterale di raccontare la società

Per lui questa amministrazione ha di fatto rilanciato l’economia interna stelle e strisce, prodotto passi in avanti per quanto riguarda sanità e istruzione, per giungere al mirabile proposito con le riforme passate negli ultimi giorni di introdurre uno stile di vita meno inquinante e maggiormente consapevole nelle famiglie americane a partire dall’utilizzo mirato di auto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Chi crede alle lacrime di Obama?

I numeri  sono sicuramente pesanti se parliamo di una quantità di armi che si aggira sui 310 milioni di “pezzi” in circolo detenuti legalmente o illegalmente. Una famiglia su tre possiede un’arma. Un mercato con un fatturato interno che solo nel 2015 ha avuto un giro di utili pari a 993 milioni di dollari. Nell’ultimo […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Renzi…e i Marò?

Nonostante la pesante accusa di omicidio che pende sulle loro teste, non si può certo dire che il governo li lasci soli. Renzi inoltre continua la sua azione “patriottica” di fine anno insieme alle altre forze militari, dai Marò ai soldati di stanza in Libano e domani chissà con quelli in Libia.Sempre pronto ai saluti […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La guerra fredda tra Nato e Russia passa per Erdogan

Chi vincerà avrà il controllo del cuore del Medio Oriente, ancora una volta strappato dalle mani dei popoli e preda del neocolonialismo globale. Cameron non ha perso tempo: ha atteso due anni per avere luce verde dal parlamento britannico e, appena ottenuta, ha ordinato all’aviazione di Londra di partire per la Siria. A poche ore […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La sentenza della Corte Europea vs Facebook: privacy o denaro?

(Intervista a Carola Frediani) Gli scorsi giorni i quotidiani hanno dato una certa rilevanza alla decisione della corte europea che ha stabilito che le aziende digitali statunitensi non potranno più essere considerate adeguate e sicure nella gestione della privacy dei cittadini europei. La corte scopre l’acqua calda, verrebbe da dire in prima battuta… La vicenda […]