22f, Torino scende in piazza ed è No Tav!
Il corteo, aperto dalla striscione unitario “Chiara, Mattia, Claudio, Niccolò. Liberi tutti e tutte” ha denunciato, durante i numerosi interventi, la criminalizzazione in corso a danno del movimento No Tav e dei suoi attivisti, contestando l’assurda accusa di terrorismo voluta dall’oramai pensionato Caselli ed oggi portata avanti dai suoi bravi scagnozzi.
E’ stato infatti evidenziato il chiaro tentativo di intimidazione nei confronti del movimento, con quasi 600 persone indagate, numerose misure cautelari e i fogli di via che soprattutto durante l’ultimo anno sono state dispensate da questura e procura torinesi. In corteo anche alcuni famigliari dei ragazzi sottoposti a misure cautelari tra cui la mamma di Forgi tutt’ora ai domiciliari dopo l’arresto del 30 agosto scorso.
Nonostante gli evidenti tentativi della stampa locale di depotenziare la manifestazione nei giorni precedenti, la giornata definita da “bollino rosso” si è rivelata una grande giornata di lotta.
Il centro cittadino, blindato dalle prime ore della mattinata da centinaia di poliziotti e carabinieri a presidiare i punti da loro reputati “a rischio”, è stato invaso da migliaia di persone decise a far sentire, una volta di più, la propria voce.
Ed ecco che un serpentone colorato e chiassoso si è ripreso il giusto protagonismo, obbligando i media locali (e anche nazionali viste le oltre 50 piazze in tutta Italia) a dar notizia di questa giornata che, diciamocelo pure, fa paura ai tanti politici locali in odor di elezione per la sua capacità di aggregare, fare grossi numeri e unirsi dietro poche ma chiare parole comuni.
Quando è da poco iniziato il corteo la questura afferma che darà numeri bassi, un migliaio, nonostante l’evidenza visiva. Una volontà politica, insomma, di nasconderne il successo, tant’è che i giornali locali riprendono quei numeri e dovranno, a giornata finita e loro malgrado, aggiustarli un po’.
Tornando alla manifestazione cittadina impossibile è non notare la composizione variegata delle persone in piazza, tante famiglie e anziani, tanti compagni e affezionati no tav.
Molti i comitati del territorio e di quartiere, da quelli che portano avanti percorsi di occupazione abitativa e riappropriazione di reddito per le famiglie, a quelli che protestano contro opere (grandi e piccole) che sono messe in preventivo dall’amministrazione cittadina e che andranno a devastare ulteriormente un territorio metropolitano sempre meno a misura d’uomo. Da Piazza Nizza, infatti, verso le 14 parte un corteo di centinaia di persone che, diretto in piazza Castello, è perlopiù composto dalle famiglie occupanti di case che rivendicano, con la pratica, un diritto fondamentale negato dalle istituzioni ossia quello, tra gli altri, di un tetto sopra la testa.
Una manifestazione quella torinese capace di parlare a tutti della crisi che continua a soffocare migliaia di famiglie, dello spreco del denaro pubblico per opere inutili, della dismissione dei presidi sanitari territoriali, della mancanza di lavoro e prospettive, della situazione disastrosa di scuole e università.
La storia di Torino la conoscono oramai in molti, una città soffocata dai debiti, che sta svendendo tutto ciò su cui può mettere mano e che continua a tagliare servizi e posti di lavoro. Una città governata dai soliti noti, oramai da decenni, buoni solo a spartirsi poltrone e favori.
Ecco quindi perché la manifestazione di ieri è importante, poiché oltre a portare in piazza la sincera solidarietà a Chiara, Mattia, Niccolò e Carlo e a denunciare la criminalizzazione del movimento No Tav e delle lotte tutte, ciò che è emerge è una reale voglia di cambiamento che nasce e si costruisce dal basso, nei territori, e si esprime in percorsi al di fuori delle istituzioni grazie al protagonismo attivo di chi la crisi la vive sulla propria pelle.
Anche questo, ne siamo sicuri, fa paura a molti.
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