Anche a Delrio piace pedalare
Dopo le dimissione di Lupi, a causa dello scandalo Grandi Opere, il nuovo ministro delle infrastrutture è Graziano Delrio, il “manovratore” del PD: arriva a palazzo Chigi in bicicletta, come il suo amico e premier Renzi che tanto ama farsi fotografare dai giornalisti sul mezzo di trasporto a bassa velocità e che non inquina l’ambiente. Ma entrambi, Delrio e Renzi, amano ancor di più le grandi opere devastatrici come il Tav, l’Expo di Milano e il Mose di Venezia. Tutte opere faraoniche che necessitano di soldi pubblici per realizzarle e che sono solo la punta del’iceberg di quel sistema corrotto e mafioso denominato Grandi Opere.
Ed e proprio sulle Grandi Opere che Del Rio apre la sua candidatura, affermando:””Non esistono infrastrutture grandi o piccoli, ma solo opere utili”. Certo opere utili.. ma per chi? Non certo per le persone che vivono sui quei territori devastati dal cemento, opere che interrompono via d’acqua, che inquinano l’ambiente, che usano soldi pubblici per la loro realizzazione indebitando il futuro di tutti e tagliando sui servizi essenziali di pubblica utilità.
Ma si, in fondo se lo dice del Del Rio bisogna credergli, lui che ama andare in bicicletta e non inquina con gas di scarico rispettando l’ambiente, che ha una famiglia numerosa a cui tiene molto e che mai lascerebbe in eredità un paese sull’orlo del precipizio sociale. Graziano Del Rio è diverso dai suoi predecessori…
Per quanto riguarda le manovre politiche, più che mai il premier Renzi aveva bisogno di un suo fedelissimo per rilanciare l’immagine del governo e delle istituzioni che dopo gli scandali di Mafia Capitale, le tangenti sull’Expo, le infiltrazioni mafiose sul progetto del Tav, il caso Ischia, non brillavano certo di trasparenza. Ma adesso con l’arrivo di Del Rio il “blocco renziano” è ormai consolidato. Un blocco di potere che ruota intorno a Renzi e che grazie alle sue riforme farà ripartire l’Italia…anche se la disoccupazione giovanile aumenta, calano i redditi delle famiglie e le tasse aumentano.
Ma si sa, oggi la politica è spettacolo e immagine e pur di far credere che presto vedremo la luce al fondo del tunnel, qualche pedalata in più sulla bicicletta si può anche fare..
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