Comastri (direttore generale di Ltf -Lyon Turin Ferroviaire, la società madre della Tav, controllata con quote del 50 % dall’italiana Rfi e dall’omologa francese Rff) era difeso da Paola Severino, attuale Ministro della Giustizia che ha partecipato al consiglio dei ministri straordinario dove il governo, nelle dichiarazioni finali del presidente del Consiglio Mario Monti, ha deciso di proseguire con la linea della fermezza sulla Val di Susa
Stiamo parlando senza mezzi termini di un gravissimo, quanto palese, conflitto di interessi per essersi occupata della vicenda.
Il ministro Cancellieri recentemente, parlando del TAV, ha affermato che tutto è stato fatto con “assoluta coscienza e attenzione“. Anche il sottosegretario di Stato, Catricalà, ha dichiarato non esserci “punti oscuri” nell’annosa vicenda TAV.
Prima di dare ai media tali dichiarazioni avrebbero dovuto informarsi o, almeno, parlarsi tra di loro (ministri).
Ben avrebbe potuto illiminarli l’attuale Ministro alla Giustizia, Paola Severino, assolutamente informata sulle vicende legate all’asta del tunnel geognostico di Venaus che, recentemente, hanno portato il Tribunale penale di Torino (sentenza 8.2.2011 n. 652 dep. in data 5.5.2011) a condannare Paolo Comastri, Direttore Generale della Lyon Turin Ferroviaire, per il reato di turbativa d’asta.
Infatti l’attuale Ministro della Giustizia era l’avvocato del condannato, per turbativa d’asta (in primo grado), Paolo Comastri.
Non un “punto oscuro” un vero e proprio “buco nero“.
Abbiamo già visto il tanto decantato “governo tecnico” mostrarsi “politico” con la decisione di evitare il dialogo e imporre la “tentata sottomissione” della Valle di Susa, oggi abbiamo un elemnto in più per affermarlo.
Qui la sentenza in formato pdf (5mb)
Fonte: www.notav.info