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Il Giappone conferma l’addio definitivo al nucleare

Il documento si articola in tre punti fondamentali: stop alla costruzione di centrali nucleari, stop dell’attività dei reattori esistenti dopo 40 anni e riavvio degli impianti esistenti solo dopo aver condotto test di sicurezza.

Dopo la Germania e la Svizzera il Giappone va così ad aggiungersi alla lista dei paesi che hanno sancito l’addio al nucleare, mentre i primi ripensamenti arrivano anche dalla Francia, dove una delle centrali più vecchie, quella di Fessenheim, verrà presto spenta (una scelta, questa, accelerata anche dall’incidente avvenuto una decina di giorni fa proprio a Fessenheim).

Il Giappone ha anche annunciato che parallelamente alla scelta di abbandonare l’uso dell’energia atomica (che attualmente fornisce un terzo del fabbisogno energetico del paese) verrà incentivato l’uso di energie rinnovabili.

A pesare sulla decisione del governo guidato dal premier Noda sono certamente le conseguenze dell’incidente di Fukushima, che nel 2011 creò ampio dibattito nel paese e portò molte persone a schierarsi per il ‘no’, mentre negli ultimi mesi un peso determinante lo hanno avuto anche le crescenti mobilitazioni che durante l’estate hanno fatto pressione sul governo affinché confermasse la strada di denuclearizzazione intrapresa nei mesi precedenti senza lasciare spazio a ripensamenti (la proposta di riavviare una centrale nella zona di Fukui scatenò un’ampia protesta, portando decine di migliaia di persone in piazza lo scorso 29 luglio).

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