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La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

da Radio Onda d’Urto

Si parte alle 10.30 dalla piazza del Comune e per due km si attraversa la forra destinata al deposito. La Tuscia è mobilitata da tempo per opporsi al progetto.

I comitati si oppongono alla decisione ministeriale che prevede ben 95.000 metri cubi di scorie nucleari accolte nella sola provincia di Viterbo, in siti che vengono giudicati non compatibili alla realizzazione di un Deposito Nazionale delle Scorie Nucleari nella Tuscia.

L’Ordine dei medici nonché numerosi competenti tecnici ed esperti si sono già espressi contro lo smaltimento nucleare in questa area. Tra i vari argomenti individuati a favore della protesta inascoltata dei cittadini e del “NO” allo stoccaggio di scorie nucleari nel territorio della Tuscia ci sono una probabile e ingente contaminazione in un territorio di origine vulcanica, largamente abitato, che ha già un elevato grado di radioattività naturale, nonché le note problematiche sismiche; la sottovalutata presenza di aree naturali e di siti archeologici che costituiscono delle ricchezze uniche al mondo della Tuscia; i distretti biologici viterbesi hanno come funzione importante la sostenibilità ambientale che include anche la qualità delle eccellenze enogastronomiche, apprezzate in tutto il mondo, e la qualità della vita di chi ci abita; le risorse abbondanti di falde acquifere primarie di superficie potrebbero costituire una contaminazione radioattiva ad alto rischio di sicurezza; un deposito di scorie a bassa e media intensità combinate con scorie ad alta pericolosità è un’idea inaccettabile ed è in contrasto con le norme vigenti.

Promuovono la Rete dei comitati della Tuscia in Movimento, il Biodistretto della via Amerina e delle Forre, le amministrazioni locali.

Cittadini e comitati hanno approfondito le questioni scientifiche e i numerosi rischi ambientali come ci spiega Famiano Crucianelli presidente del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre

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