InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lo Russo: Si Tav per vocazione o per professione?

||||

Alle latitudini valsusine non ci si stupisce mai di nulla quando si parla di politica e cemento. Tanto meno quando si tratta di qualche esponente del Partito Democratico che negli anni si è distinto per la sua battaglia in prima fila a favore della grande opera inutile ed ecocida.

Il sistema delle porte girevoli collegate al Tav Torino – Lione lo si vede in opera continuamente nella città subalpina, con ex magistrati del pool anti-notav che diventano commissari per l’emergenza Covid, e madamine Si Tav che si lanciano in politica. Ma più che queste macchiette, che rappresentano in qualche grado il folklore della Torino sabauda tra fascisti in doppio petto e borghesia progressista che alla bisogna si tengono per mano, in certi casi in cui le stesse figure istituzionali che governano la città hanno interessi comuni con la lobby del tondino vale la pena spendere qualche parola in più.

Se stupisce poco che Lo Russo abbia manifestato la volontà di riportare la città di Torino dentro quell’organo farsesco che è l’Osservatorio sulla Torino – Lione, quello che fa pensare un po’ di più è che questo sia il primo atto ufficiale della sua amministrazione. A fronte di una crisi pandemica e di una città piena di problemi, l’attenzione primaria del neosindaco è dedicata alla restaurazione del vecchio binomio grandi opere – grandi eventi.

Ma la storia d’amore tra Lo Russo ed il TAV Torino – Lione inizia molto prima della sua candidatura in consiglio comunale: il nostro infatti da Professore del Politecnico laureato in Scienze Geologiche ha seguito per due anni, tra il 2015 e il 2017 una ricerca commerciale (cioè finanziata dalla ditta proponente dell’opera) per conto di Telt sulla “Valorizzazione risorse geotermiche Tunnel di base del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione”.

Lo Russo al tempo era assessore all’urbanistica del Comune di Torino, sotto la Giunta Fassino, e dopo la vittoria di Chiara Appendino nel 2016 è tornato a rivestire il ruolo di capogruppo del PD in consiglio comunale, posizione che gli ha permesso di lanciare lo sprint per la candidatura a sindaco, favorito da tutti i maggiorenti piemontesi del partito.Il Politecnico di Torino dunque grazie a Lo Russo (che ha continuato ad esercitare la professione durante i suoi mandati politici) ha ricevuto da TELT per la sua ricerca la modica cifra di 130mila euro.

Lo russo soldi

Ironia della sorte lo studio del neosindaco trattava di uno dei temi “caldi” di questi giorni sull’impatto ambientale della Torino – Lione: cioè le risorse idriche coinvolte dal tunnel di base della Maddalena. Infatti ad inizio ottobre la stampa aveva dato notizia dell’allagamento, causato da un guasto alle pompe di drenaggio, verificatosi nel cunicolo esplorativo per il TAV Torino-Lione. Il guasto, minimizzato da TELT, ma indicativo della fragilità ingegneristica del cantiere e degli enormi problemi tecnici che l’opera sta affrontando, ha riportato in auge il tema dello spreco idrico nel cantiere della Val Clarea.

Il “Bilancio ambientale del cunicolo esplorativo de La Maddalena” predisposto da TELT sas nel 2019[1], riguardante il periodo marzo 2014 (inizio dei lavori) – dicembre 2018, riportata la quantità d’acqua in uscita dal depuratore a valle del cunicolo (al netto delle piogge). Nel periodo in esame risultano fuoriusciti dalla montagna 9 milioni m³, pari ad una media annua di 1,85 milioni m³.

Per rendere un’idea dei volumi, si tratta del consumo d’acqua annuo di 23.000 persone (considerando il dato Istat sul consumo pro capite di 220 litri/giorno).

L’acqua che fuoriesce è in gran parte inutilizzabile per scopi di cantiere e viene immessa nella Dora Riparia. Stante le impurità presenti e le temperature elevate, deve essere purificata e raffreddata per non alterare l’equilibrio naturale del fiume, come prevede la legge in vigore.

I trattamenti di depurazione e raffreddamento comportano un rilevante dispendio energetico, con ulteriori emissioni di inquinanti. Si tratta solo di un tunnel di base che rappresenta una percentuale infima dell’opera e già mette in pericolo il ciclo dell’acqua del territorio circostante rischiando di alterare l’equilibrio della fauna e della flora e di lasciare a secco i comuni circostanti come denuncia il Comitato Acqua Pubblica. Ma tanto ci vivono quei muntagnin dei No Tav e le loro caprette, quindi qui s’en fout.

La ricerca di 72 pagine di Lo Russo dal titolo “Acqua: energia dal tunnel di base. La risorsa geotermica come opportunità di sviluppo green” dovrebbe proporre delle soluzioni per utilizzare le acque ad alta temperatura presenti nel cuore della montagna come fonte di energia. Ovviamente ci troviamo di fronte alla solita trappola retorica in cui la devastazione e desertificazione del territorio viene fatta passare come una soluzione innovativa per risolvere tecnologicamente il problema dell’inquinamento. Problema causato in parte dalla stessa devastazione e desertificazione, si pensi all’impronta ecologica di CO2 dell’opera (le ormai famigerate 10 milioni di tonnellate di CO2), oppure al quantitativo di energia che sarà necessario per raffreddare l’ambiente del tunnel di base (a temperature molto alte) nel caso in cui l’opera venga realmente realizzata.

Grottescamente, rispetto a quanto appena detto, nel capitolo introduttivo del paper della ricerca dal titolo “Tuteliamo il territorio” (sic) ci si complimenta con Telt, cioè i finanziatori della ricerca (ri-sic) affermando che: “lo studio condotto dall’Ateneo torinese conferma l’elevata qualità progettuale del cunicolo geognostico della Maddalena, le cui previsioni in termini di impatto sul patrimonio idrico della Valle si sono rivelate ancora più cautelative di quanto effettivamente riscontrato nei lavori. Lo ha confermato anche la commissione di VIA – Valutazione Impatto Ambientale – del Ministero dell’Ambiente che, esprimendo un giudizio positivo sul tunnel esplorativo, ha specificato come in alcuni casi le condizioni reali siano risultate “ancora migliori delle previsioni progettuali, soprattutto per gli aspetti geomeccanici e idrogeologici”. Ehm, forse sarebbe stata appropriata un po’ più di cautela nell’esprimersi.

Ora sarebbe da aprire un intero capitolo sulle patnership tra università e lobbies del tondino, ma non è questo il luogo, ci limitiamo a notare che la promiscuità tra questi due ambienti è molto spesso sistematica. Ad esempio si può osservare come nel Comitato Scientifico della rivista GEAM dell’Associazione Georisorse ed Ambiente, popolato da diversi esponenti del Politecnico di Torino tra cui il nostro Lo Russo, siede anche l’ingegnere capo di TELT, cioè Lorenzo Brino e Shu Lin Xu di GEODATA azienda che tra le altre cose è stata coinvolta nel 2005 nella progettazione del tunnel del TAV Torino – Lione, del sottopasso dell’AV a Bologna e in quelli della Salerno – Reggio Calabria. Telt peraltro è socia e membro del Consiglio Direttivo di GEAM. I rappresentanti di GEODATA e Telt sono gli unici nel Comitato Scientifico della rivista ad essere esterni agli ambienti accademici, piuttosto peculiare come cosa, no?

Sarebbe gretto ipotizzare che questo primo atto di Lo Russo da neosindaco di Torino abbia a che fare con i precedenti rapporti con Telt, certo però che è strano che presto o tardi si scopre che tutti i vari sostenitori del Tav Torino – Lione qualche interesse diretto nell’opera e nel suo indotto ce l’hanno (vi ricordate la vicenda della madamina che faceva da ufficio stampa?).  Giachino, speriamo che qualcosa ti torna anche a te, altrimenti non si capisce chi te la fa fare.

Sicuramente Lo Russo sarà uno tra quelli sinceramente convinti dell’utilità del TAV Torino – Lione, che come Virano da piccolo giocava con i trenini (o con i diorami delle centrali geotermiche nel suo caso), e crederà veramente che le magnifiche e progressive sorti del Piemonte dipendano da quest’opera vetusta e inquinante. In questo caso sarebbe da interrogarsi su qual è la sua visione trasportistica… Ah già nel 2013 presentava in consiglio comunale una mozione per privatizzare la GTT (l’azienda del trasporto pubblico locale torinese), salvo sotto campagna elettorale dirsi contrario alla privatizzazione. Magari la vecchiaia porta con se un po’ di senno?  Bah, staremo a vedere.

Per essere No Tav non serve essere valsusini, basta essere onesti ed informati. E per essere SI Tav cosa serve?

Da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

LO RUSSOno tavtorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“In Val Susa la repressione non ci ha vinto”, intervista a Nicoletta Dosio

Nicoletta Dosio la storica attivista del movimento No Tav sta terminando un anno di detenzione domiciliare per la sua lotta contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Re-industrializzazione e guerra, a Torino gli operai prendono parola

Un confronto a tema re-industrializzazione e riconversione bellica è in programma per questa sera, giovedì 12 giugno, a Torino.

Immagine di copertina per il post
Culture

Blackout Fest 2025!

Dal 13 al 15 Giugno a Manituana (Torino)
Torna la festa dell’unica radio libera dell’etere torinese, qui il programma da Radio Blackout.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Torino cambia lavoro – Tra deindustrializzazione e riconversione

Gli operai prendono parola: il lavoro cambia, la città si interroga

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

2 Giugno: Torino scende in piazza contro il razzismo!

L’8 e il 9 giugno si terrà un referendum popolare che prevede quattro quesiti sul lavoro e un quesito per ridurre da 10 e 5 anni i prerequisiti di residenza continuativa in Italia per l’ottenimento della cittadinanza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cacciati i sionisti dal Campus (per la seconda volta) e boicottata la conferenza di Nathan Greppi al Salone del Libro

La giornata di ieri è stata un’altra occasione per praticare i valori dell’antisionismo e dell’antirazzismo, opponendoci ai provocatori eventi che i sionisti avevano previsto di svolgere in Università e al Salone del Libro.