Martedì 29 maggio – 20° giorno di sciopero della fame
Alle ore 20.00 dopo un paio di telefonate in Questura, l’ambulanza mi conduce nel nono girone dell’inferno dantesco.
Attesa sulla barella di 3 ore. Sopraggiunge di tutto, un incessante arrivo; per chi viene in ambulanza è pronta una barella che lo ospiterà in corridoio in attesa, chi è arrivato con le proprie gambe ha da che aspettare invece in sala d’attesa!
Armato di pazienza, che ancora non riesco a comprendere dove l’abbia trovata, me ne rimango disteso e in silenzio ad osservare. Penso che nel mentre infermieri, dottori, barellieri si fanno un culo tanto e ci mettono un impegno impareggiabile, i loro D.G., ben remunerati anche con lauti “premi di produzione”, pensano a come gonfiare ulteriormente le loro tasche coi denari dei contribuenti, che allorché vengono in questo inferno possono solamente lamentarsi, ma vedendo questi impareggiabili lavoratori, nonché la loro dedizione e volontà è giustamente impossibile ed ingiusto lamentarsi con loro.
Nel frattempo mi fanno un encefalogramma, mi prendono il sangue per le analisi.
Verso le ore 23.00 finalmente mi visita un medico, che subito mi dice che conosce la mia situazione, ha letto i giornali. Si dimostra interessato e mi chiede varie cose sullo sciopero che sto attuando.
Intanto verifica che tutta la situazione clinica pare buona, mi rimanda in corridoio in attesa dei risultati delle analisi. Ancora attesa. Intanto sembrano cessare gli arrivi e le barelle si sfoltiscono, prendendo molte il corridoio verso i reparti, altre si svuotano per indirizzare le persone alla direzione di casa.
Passano ancora un paio di ore e si ritorna in sala dal medico.
Le analisi denotano uno stato clinico in buone condizioni. Le funzioni renali sono buone. Tutti i parametri sono nella norma. La stanchezza, la debolezza è ovvia in un soggetto che non si alimenta da 19 giorni. Ma non pregiudica le condizioni fisiche. Non necessito di ricovero, semplicemente riposo e possibilmente non andare molto oltre con lo sciopero. Adesso tutto è in ordine, ma il prosieguo potrebbe modificare qualcosa.
Gli avevo già comunicato la mia intenzione di arrivare al 30 e quasi sicuramente interrompere. Mi afferma che altri due giorni non pregiudicano niente, ma valutare bene se vale la pena continuare. Ovviamente parla da un punto di vista medico.
Intanto mentre scrivo questo appunto mi suona il campanello, sono le ore 11,40 e alla porta si presentano due puli dell’Anticrimine e mi consegnano l’ennesimo rigetto della GIP ad una ulteriore richiesta dell’avvocato. Solo per confermare la mia tesi che questi sviluppano solamente un accanimento giudiziario e repressivo. Ma non intendo entrare in merito a questo ennesimo rigetto. Non ne vale la pena ed è tempo perso. La GIP non penso si meriti neppure due minuti del mio tempo.
Domani avrò il Tribunale del Riesame che dovrà decidere. Basta solo aspettare a magari daremo altre valutazioni.
Comunque sia, oggi sono al 20° giorno di sciopero della fame, e a me sembra quasi impossibile. Ma fin qui ci sono arrivato!
Antonio
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