No Tav Brescia: portare la Valle in ogni città
Un’assemblea partecipata e molto composita. La possibilità alla quale apre è quella di aprire un percorso No Tav a Brescia e provincia. Un’assemblea, quella di ieri, 5 Marzo, che inevitabilmente partiva da alcune analisi che di ora in ora, in questa fase, diventano sempre più convinzioni.
Innanzitutto ancora forte e più che mai attuale è la rabbia per la violenza con cui lo stato, il governo dei tecnici, delle banche e dei manganelli, sta colpendo il movimento valsusino, cercando invano di piegarlo alla propria odiosa e prepotente legalità. Altro caposaldo è la consapevolezza della forza di un movimento che ad oggi risulta essere la più insistente spina nel fianco del governo Monti ed in generale dei diktat del presente del debito e della dittatura finanziaria: soggetti che insieme si scoprono comunità solidale ed in lotta; una comunità capace non solo di bloccare per anni un’opera inutile e dannosa come la TAV, ma allo stesso tempo di mettere in luce ed attaccare le contraddizioni di un neoliberismo che mentre tiene in ostaggio, con la cantilena del debito, precari, lavoratori, studenti, pensionati, butta via miliardi di euro del “patrimonio pubblico”. E così diviene in qualche modo un simbolo collettivo.
Doveroso aggiungere che la provincia di Brescia pullula di criticità sotto il profilo ambientale tra discariche, centrali a biomasse, e rispettivi giri d’affari di matrice più o meno mafiosa e conseguenti speculazioni. La stessa provincia bresciana che, e qui sta uno snodo determinante della questione, sarà attraversata da una lunga tratta dell’Alta Velocità, i cui lavori dovrebbero avere inizio nel giro di alcune settimane, almeno per quanto riguarda il primo pezzetto.
In particolare il tratto che interesserà la zona lacustre del Garda (al momento ancora privo di finanziamenti) avrà un forte impatto sulle colline moreniche ed il centro abitato del comune di Lonato (nel progetto: un tunnel alla profondità di 70 metri, e della lunghezza di 7 km).
Hanno aperto l’assemblea, che è stata convocata dai No Tav bresciani quasi spontaneamente sull’onda degli eventi della settimana scorsa, alcuni interventi che sottolineavano la numerosa partecipazione dalla provincia di Brescia alla marcia Bussoleno-Susa del 25 Febbraio, valutando positivamente pure le iniziative della settimana scorsa, in risposta all’appello alla mobilitazione dalla Valle che resiste.
Ogni intervento ha poi sottolineato l’importanza dell’esempio del movimento No Tav della Val di Susa; del suo radicamento sul territorio, del suo essere la dimostrazione che solo con la lotta si può pensare di poter decidere sul proprio futuro, della necessità di una compattezza che sappia respingere al mittente le divisioni tra “buoni” e “cattivi”, dell’incredibile ed autentica dimensione popolare di quella che, media mainstream a parte, è una vera e propria lotta di popolo.
Diverse le realtà territoriali presenti a livello di comitati, che già da tempo si muovono sul territorio su tutta una serie di questioni ambientali, le quali hanno condiviso la propria esperienza.
In particolare i già esistenti e resistenti comitati No Tav del basso Garda hanno riportato di diverse iniziative di informazione sull’Alta Velocità messe in campo dal 2006 ad oggi: l’ultima due settimane fa, a Desenzano, con la partecipazione di oltre 150 persone. Importante, precisano, la produzione di iniziative di sensibilizzazione e contro-informazione.
L’assemblea tutto sommato è stata interlocutoria, ma la volontà di aprire un percorso di opposizione alla TAV, ed in generale alle opere inutili, anche nella provincia di Brescia, c’è.
Di appuntamenti, stabiliti in conclusione dell’assemblea, già ce ne sono due: il 12 Marzo sarà presente a Castenedolo il ministro dell’interno Cancellieri; verso il 17 Marzo, invece, verrà costruito uno spezzone “No Tav”, con anche i comitati del basso Garda, alla grande manifestazione lanciata già da tempo dalla Rete Antinocività Bresciana.
No Tav è lotta contro la devastazione ambientale, è lotta contro gli sprechi, è lotta per la giustizia sociale e per i beni comuni. E allora portiamo la Valle in ogni città, per altre mille fucine del dissenso.
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