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Piombino: le voci dalla piazza contro il rigassificatore

Lo scorso sabato si è svolta a Piombino una grande e importante manifestazione nazionale per opporsi al progetto del rigassificatore che vedrà interessata l’area del porto della medesima città.

Una manifestazione attraversata da circa 6000 persone nonostante un ingente dispiegamento di polizia che ha occupato le strade per giorni, provando anche a spaventare la cittadinanza sui “rischi per la sicurezza”.

La popolazione locale ha iniziato questa mobilitazione anche sulla scia della paura di avere a poche centinaia di metri dalla prima casa della città quella che gli stessi cittadini definiscono una “nave-bomba”, conducendo con la lotta a cui hanno iniziato a dar vita, una battaglia per la salute e la sicurezza.

E’ stato molto ripreso durante il corteo il tema delle compensazioni, si è sottolineato come, ad esempio, ci sia in programma la costruzione di una strada di accesso alla città da più di trent’anni per cui non è stata ancora posata nemmeno una pietra, progetto che hanno furbescamente provato a inserire nel piano di compensazione, mentre la conduttura del rigassificatore è stata posata in 5 mesi. Esistono inoltre importanti lavori di bonifica da mettere in opera nella città a causa di decenni di industria siderurgica sul territorio. Ci sono, per altro, 1400 lavoratori cassaintegrati dal 2008 a cui nessuna istituzione è riuscita a dare risposta ma quando c’è stato bisogno di fare passerelle per l’approvazione del rigassificatore, si sono tutte riversate per le strade di Piombino.

A questo proposito, è molta anche la paura che riguarda l’aspetto economico del progetto poichè, proprio a causa della riconversione siderurgica, dallo spegnimento dell’ultimo forno nel 2014, tutta Piombino ha ripensato la sua sussistenza basandosi sul mare, una risorsa che non sarebbe di certo fruibile con 600 metri di nave ad alto potenziale esplosivo piazzata in mezzo al porto.

Il corteo è stato aperto dalla rete nazionale “Fuori dal Fossile”, dando una connotazione chiara rispetto alla volontà di questo movimento di una fuoriuscita immediata dall’energia climalterante nella sua totalità, non solo a Piombino ma ovunque, per una transizione ecologica giusta e a vantaggio delle popolazioni che abitano i territori, condannando con fermezza la speculazione fatta in virtù della guerra verso l’apertura di nuovi mercati statunitensi di GNL per l’indipendenza dal gas putiniano.

Il punto cardine riconosciuto come urgente da aggredire, non solo dalle reti attive a Piombino, ma anche da tutte le realtà confluite al corteo, è stato l’insensatezza di una politica nostrana, ormai decennale, che sta spingendo l’economia italiana, in riferimento alla politica estera, verso l’apertura di mercati derivanti dalla trasformazione dell’Italia in hub del gas europeo. La cittadinanza lo ha detto chiaramente: l’unica crisi che ci preoccupa davvero è quella climatica, quella energetica è un problema di natura speculativa che poco ha di attinenza con le vite delle persone comuni, se non nei termini per cui queste manovre finanziarie vanno a toccare i portafogli di chi deve pagare le bollette. “Non vogliamo morire per gli interessi di pochi”, una frase risuonata parecchie volte durante gli interventi. Questi pochi sono stati individuati soprattutto in Eni e Snam.

I piombinesi hanno altresì rimandato al mittente le accuse di egoismo che con una notevole faccia tosta le istituzioni hanno loro rivolto, dicendo che la popolazione si stava sottraendo ad una responsabilità verso tutta la nazione.
I futuri siti interessati da opere della stessa natura, per citarne qualcuno, saranno: Ravenna, Porto Empedocle, Gioia Tauro, Giorgino, Portoscuso, Porto Torres, Santa Giusta e molti altri. A questo proposito sono, infatti, previste altre due manifestazioni nazionali (solo due almeno per il momento), che si svolgeranno a Cagliari il 15 aprile e a Ravenna il 6 maggio, date di centrale importanza per continuare le pressioni in questo senso contro il governo.

Tra i numerosi interventi c’è stato anche quello da Ravenna che ha esposto l’inquietante situazione che vivono a casa loro: è intanto tra le città più gassificate d’Italia e d’Europa, oltre al rigassificatore, Ravenna sta subendo un aumento considerevole delle trivellazioni, hanno progetti che li coinvolgono di depositi di GNL, di strutture di stoccaggio dell’anidride carbonica e come ciliegina sulla torta anche un pezzo del celebre gasdotto ora fermo a Sulmona ma destinato a salire verso nord, passerà da Ravenna. Parliamo, dunque, di un territorio devastato dal sistema energetico locale che però non si arrende e continua a resistere a questa brutalità, a maggio sarà importante aderire alla loro mobilitazione con molta forza.

La rete contro i rigassificatori ha espresso una chiara volontà di stringere alleanze anche sul piano europeo, per cui gli sviluppi potranno essere interessanti.
Bisognerà restare molto vigili e non mollare nemmeno un colpo perchè nelle prossime settimane è previsto che la gigantesca nave venga ormeggiata nel porto e la cittadinanza ha dichiarato di essere pronta a dar battaglia anche in quel momento.

Di seguito diamo spazio ad una serie di voci dal corteo con cui abbiamo avuto il piacere di dialogare sabato, buon ascolto!

Intervista a Maria Cristina, ambientalista ed abitante di Piombino:

Intervista a Noemi, abitante dell’Isola d’Elba:

Intervista con Samuela del Comitato No Keu:

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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