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Presidio al Tar di Palermo per le mamme NoMuos

Si è svolta oggi, 6 giugno, la prima udienza del ricorso al TAR presentato dal ministero della difesa contro la revoca delle autorizzazioni ambientali per i lavori di costruzione dell’impianto militare MUOS.

Un centinaio di attiviste del comitato Mamme No Muos ha presidiato la piazza antistante il tribunale amministrativo regionale sin dalla notte per essere vicine a quanto stesse accadendo dentro il palazzo di Palermo e mettere pressione a chi era chiamato a prendere delle decisioni sulle loro vite. Le Mamme No Muos hanno così passato la notte in fondo a corso Vittorio Emanuele disegnando una grande scritta “NO MUOS” sulla scalinata delle mura delle cattive con dei lumini.

Nella mattinata è arrivata la notizia della decisione di rinviare ai prossimi giorni il giudizio in merito al ricorso (gli avvocati parlano vagamente di un paio di giorni ma non si ha una data certa).
Alle buone impressioni avute dagli avvocati del movimento ha fatto da contrappeso la determinazione delle mamme nelle domande che gli venivano poste.
Se pure la revoca venisse confermata che cosa cambierebbe di concreto in merito ai lavori che continuano ad essere portati avanti, veniva chiesto agli avvocati. La risposta non poteva che essere: nulla! Ad oggi infatti la revoca è valida eppure gli operai continuano ad
entrare nella base insieme ai militari statunitensi e scortati da polizia e carabinieri. Insomma i lavori continuerebbero ad essere svolti abusivamente ma continuerebbero ad essere svolti.
E chi dovrebbe dunque far rispettare la revoca? L’avvocato del comune di Niscemi risponde che dovrebbero essere gli organi preposti. Le mamme allora replicano che gli organi preposti sono i comitati di Niscemi!
Se infatti la legge, nell’aspetto più reale e materiale dell’organo esecutivo, la polizia, si adopera per consentire la continuazione dei lavori, di fronte alle sue pratiche, di fronte alle cariche della celere e alle denunce che cominciano a piovere sui manifestanti, non resta che continuare a praticare la revoca dal basso.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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