Il Muos verrà acceso per le misurazioni; rischi per la popolazione
Il CGA, chiamato in causa per esprimere il suo parere dopo il ricorso del Ministero della Difesa contro la sentenza del Tar di Palermo, che aveva dichiarato abusivi i lavori di costruzione del MUOS, ha quindi confermato la necessità di effettuare le misurazioni sul campo. E non mancano i punti interrogativi e le domande (quasi retoriche) da parte dei movimenti circa la sicurezza di queste misurazioni. Già lo scorso 12 gennaio questi “test” erano stati bloccati dalla prefettura di Caltanissetta che riteneva non ci fossero le precauzioni necessarie per effettuare le misurazioni.
Dunque il MUOS verrà acceso davvero stavolta, ancora una volta con il dubbio da parte dei cittadini della propria sicurezza. Le mamme No Muos di Caltagirone si dicono dubbiose rispetto alla sicurezza delle misurazioni e hanno inviato una lettera alla prefetta di Caltanissetta per revocare le verificazioni. In un periodo di guerra permanente dunque fa comodo “testare” le funzioni dell’impianto satellitare del MUOS, con buona pace delle istituzioni che a gamba tesa e senza tenere conto minimamente delle volontà di chi su quel territorio vive da generazioni permettono un’azione di cui non si conoscono gli effetti.
Un territorio che negli ultimi anni ha resistito e continua a non arrendersi, della cui tenacia si traggono quotidianamente esempi: è di ieri infatti la notizia dell’iniziativa della giunta del sindaco di Ragusa, Federico Piccitto (M5S), di affiggere per la città cartelli di segnaletica stradale che recitano a grandi lettere “Ragusa CITTA’ NO MUOS”.
Una presa di posizione questa che dimostra ancora una volta non solo la solidarietà tra territori differenti dell’isola, ma che in un certo senso depotenzia l’arroganza delle istituzioni tutte (dagli USA al governo Crocetta) che pretendono di scavalcare il volere popolare costruendo un’opera dannosa per la salute dei cittadini e conveniente ai guerrafondai di turno che nella cittadina di Niscemi vorrebbero vedere punto nevralgico della militarizzazione di un territorio strategico come la Sicilia. Una Sicilia che però non cede alle provocazioni e continua a rispondere, in svariati modi, alla presunzione di chi dall’alto fa affari sulla pelle dei cittadini.
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