Tav Torino-Lione: anche la Corte dei Conti francese boccia il progetto
Dopo i tentennamenti estivi da parte del ministro del bilancio Cahuzac, dal versante francese giungono nuovi pareri critici sulla costruzione del progetto Tav.
In un documento di quattro pagine reso pubblico ieri dalla Corte dei Conti (e consegnato al primo ministro Ayrault già nel mese di agosto) vengono infatti riproposti i dubbi in merito ai costi e all’utilità del progetto di linee ad alta velocità già espressi da più parti nei mesi scorsi.
Per quanto riguarda la spesa che l’opera comporterebbe, la Corte rileva che i costi sono quasi triplicati rispetto a quelli inizialmente stimati: i problemi geologici e le revisioni del tracciato sorti nel corso degli anni hanno infatti fatto lievitare continuamente la spesa necessaria, che per i soli lavori preliminari ammonta ora a più di 900 milioni di euro.
Lo stesso discorso riguarda i costi totali dell’opera, più che raddoppiati dal 2002 ad oggi.
All’aumento spropositato dei costi del progetto si aggiunge poi una netta riduzione del flusso di merci rispetto a quella degli anni ‘90, quando il progetto della Torino-Lione cominciò ad essere ideato.
A tutto questo si sommano poi le bagarre sul ‘chi paga?’, con finanziamenti europei sempre più incerti ed esigui e Francia e Italia che, nel contesto della crisi economica, continuano a rivedere la ripartizione dei costi tra le due parti, nel tentativo di scaricare il più possibile il peso economico dell’opera l’una sulle spalle dell’altra.
Insomma, anche la Corte dei Conti taglia corto nel definire un progetto a perdere quello della Torino-Lione e ripropone ancora una volta un miglioramento delle linee esistenti.
Nulla di nuovo rispetto a quanto il movimento No Tav denuncia in modo chiaro e con forza ormai da anni: uno spreco immane di soldi per un progetto dannoso ed inutile.
Il documento pubblicato ieri costituisce però l’ennesima conferma delle ragioni del ‘no’, anche in vista del vertice italo-francese del prossimo 3 dicembre: sembra proprio che il duo Monti-Hollande del ‘La tav si farà’ sia tra i pochi rimasti a crederci ancora…
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