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Un sondaggio sull’alta velocità che “scuote il centrosinistra torinese”

Si tratta di uno studio dell’Università di Torino su un campione di 653 elettori delle primarie Pd dello scorso ventisette febbraio. Con tutte le cautele del caso, alcune indicazioni sono assai istruttive. Vediamo in sintesi.

Primo. Gli stessi stretti elettori del Pd e della coalizione di centrosinistra – quelli che partecipano alle primarie – non sono affatto allineati sulle posizioni SiTav. La base risulta spaccata. Quasi il 40% si dichiara contro, più un 12% che “non sa”. Siamo a oltre il 50% di non espressamente favorevoli di contro a un 48% favorevole di cui però solo il 22% incondizionatamente mentre un altro 26% guarda all’alta velocità solo come a “un’opportunità”. Se si prende solo l’elettore Pd i favorevoli sono al 55%. Ma se si guarda alle fasce d’età nell’insieme, il dato giovanile significativamente si sposta a favore dei contrari o comunque dei dubbiosi verso la To-Lione con una vera e propria cesura nelle preferenze collocata dagli over cinquantacinque in su.

Secondo. Lo studio sottolinea come il campione non sia affatto informato sul progetto alta velocità. Solo il 17% sa esprimersi sull’ipotesi di tracciato. Ovviamente non si dice che questo è, anche, un risultato voluto dal partito trasversale degli affari che non può andare oltre le declamazioni retoriche su l’Europa ce lo chiede, un’occasione da non perdere ecc. ecc. non avendo uno straccio di ragionamento convincente in grado di creare reale consenso, tanto meno consenso attivo nello stesso capoluogo piemontese! Figuriamoci altrove.

Terzo. Altrettanto significativo è l’evidente dissenso rispetto all’ipotesi di espulsione dei sindaci pidiessini della valle contrari all’opera. Il 61 % si dichiara esplicitamente contro, solo il 25% a favore.

Che dire: i vertici torinesi del Pd, secondo La Stampa, sono scossi. Forse si rendono conto che la manipolazione mediatica non basta? Non solo. La giornata del tre luglio e la resistenza che seguirà costringeranno molta gente comune al di fuori della valle a chiedersi che cosa sia realmente questa alta velocità e dove sarebbero tutte queste “opportunità” – tanto più in un contesto di crisi globale in cui la tempesta finanziaria si approssima all’Italia – e chi è chiamato a pagare, per chi e che cosa…

Una ragione in più per il movimento NoTav per resistere e scardinare il presunto “consenso” all’opera. C’è molto fruttuoso lavoro da fare in questa direzione anche dove meno ce lo aspetteremmo…

redazione Infoaut

sei luglio

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L’articolo de La Stampa sul sondaggio sugli elettrori delle primarie del PD:

Maurizio Tropeano ‘La Tav divide a metà il popolo delle primarie’

 

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