Blitz a Montecitorio, la questione curda irrompe in Italia
Gridando tutta la loro rabbia verso i carnefici dell’ISIS (aggressore della città curda siriana di Kobane, uno dei tre cantoni della Rojava autonoma) e l’imbelle posizione italiana in merito, hanno preso di sorpresa guardie ed inservienti – facendosi largo fino alle porte di Montecitorio nel tentativo di farvi irruzione, prima di essere bloccati proprio all’entrata della Camera.
Al di là del successivo, simbolico incontro con alcuni parlamentari, il vero risultato del blitz è stata la capacità di squarciare il muro di gomma e di pressappochismo mediatico che spesso circonda i combattenti della Rojava curda. Una regione ridotta dal giornalismo nostrano a sede dell’ennesima “minoranza indifesa”, senza tenere in alcun contro la resistenza della popolazione locale ai salafiti dell’ISIS; oppure, nel migliore dei casi, dipinta come propaggine del Curdistan Iracheno, strettamente filo-turco e filo-statunitense. Il modo migliore per portare solidarietà alla Rojava autonoma sta nel diffonderne l’esperienza ed i principi di autogoverno, ed impegnarsi per la riuscita ed il consolidamento di simili lotte territoriali anche in Italia: e la coraggiosa azione curda a Montecitorio rappresenta un’importante sprone ed indicazione in tal senso.
Organizzate della comunità curda italiana, nei giorni scorsi si erano registrate altre partecipate manifestazioni a Roma e Milano (oltre che in centri minori) ed iniziative di denuncia della situazione in Rojava, dell’equiparazione dei combatte del PKK ad organizzazione terroristica e delle ambigue posizioni del governo turco – il cui sostegno indiretto ai miliziani dell’ISIS e le ambizioni espansioniste nel nord della Siria rischiano ora di far saltare il processo di pace con la resistenza curda.
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