La propaganda di Israele nel più popolare sport americano
Israele ha approfittato dei 123 milioni di telespettatori, il massimo dallo sbarco sulla Luna del 1969, che hanno visto la finale del campionato di Football americano, per fare propaganda.
Di Alan MacLeod – 14 febbraio 2024
Nel mezzo dell’azione frenetica che ha visto i Kansas City Chiefs vincere il loro terzo campionato in cinque anni, gli americani che si sintonizzavano per guardare la finale di Football, il Super Bowl, si sono trovati davanti ad un susseguirsi di insolita propaganda.
Inseriti tra le tipiche pubblicità di automobili e birra c’erano due messaggi bizzarri: uno della Fondazione per la Lotta all’Antisemitismo (Foundation to Combat anti-Semitism – FCAS) e l’altro dello stesso Stato di Israele. Entrambi erano strettamente correlati al massacro in corso a Gaza e cercavano di distogliere l’attenzione dai Crimini di Guerra israeliani.
Lo spot pubblicitario della FCAS presenta Clarence B. Jones, l’ex consigliere di Martin Luther King, Jr., che ha redatto il suo famoso discorso “I Have a Dream” (Ho Un Sogno). Il messaggio è che c’è una crescente ondata di intolleranza razzista in America e che tutti devono unirsi tutti per fare fronte contro l’antisemitismo: lo spot termina dicendo alle persone di visitare il sito web StandUpToJewishHate.com. (Opporsi all’Odio Antiebraico).
Le pubblicità del Super Bowl non costano poco, e il suo prezzo di 7 milioni di dollari (6,5 milioni di euro) per 30 secondi di trasmissione è stato pagato dal miliardario proprietario della squadra dei New England Patriots N.F.L. (Lega Nazionale di Football), Robert Kraft. Kraft (patrimonio netto: 11 miliardi di dollari – 10,2 miliardi di euro) ha fatto fortuna nel settore della carta e degli imballaggi e ha profondi legami con lo Stato di Israele, tra cui la donazione di centinaia di milioni di dollari a gruppi filo-israeliani e il finanziamento di candidati filo-israeliani alle elezioni statunitensi. Ha anche uno stretto rapporto con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.
Kraft ha sposato sua moglie in Israele nel 1962 e, secondo quanto riferito, ha effettuato oltre 100 visite nel Paese, inclusa la conduzione di molteplici missioni di pubbliche relazioni, portando con sé celebrità e stelle dello sport. Mantiene anche una rete di enti di beneficenza in tutto Israele.
A dicembre ha promesso alla FCAS la gigantesca somma di 100 milioni di dollari (93 milioni di euro). Lo scopo, ha riferito Forbes, è stato quello di “sensibilizzare il pubblico sull’aumento degli episodi di antisemitismo e sviluppare ulteriormente il rapporto tra le comunità afroamericane ed ebraiche”. Considerando il contenuto e l’appello del Dottor King, sembra chiaro che lo spot del Super Bowl faceva parte del piano di Kraft per prendere di mira la comunità afroamericana.
Gli afroamericani sono molto più progressisti riguardo alla Palestina rispetto al resto della popolazione. Molti leader afro, così come movimenti come Black Lives Matter (Le Vite Degli Afro Valgono), si sono alleati con la Causa Palestinese, vedendo parallelismi e connessioni tra l’oppressione dei palestinesi all’estero e il trattamento degli afroamericani in Patria.
Foto: Murale di solidarietà afro-palestinese raffigurante George Floyd, assassinato da un agente di polizia statunitense, Gaza City, 2020. (Kalboz, Wikimedia Commons, proprietario del PDM)
Un sondaggio di dicembre condotto dalla Fondazione per la Pace Internazionale Carnegie ha rilevato che il 28% della popolazione afroamericana era favorevole a un cessate il fuoco immediato, rispetto al 20% dei bianchi americani. Solo il 5% degli afroamericani voleva che il governo degli Stati Uniti mostrasse “incrollabile sostegno” a Israele, contro il 23% della popolazione bianca.
Finanziare l’antiantisemitismo
Secondo Kraft, quindi, la posizione della popolazione afroamericana è un problema. Il miliardario proprietario della squadra ha fondato la FCAS nel 2019 in mezzo alla crescente opposizione nazionale e internazionale alle politiche di Apartheid dello Stato di Israele in Palestina. Ha annunciato la mossa durante una sontuosa cerimonia a Gerusalemme, dove gli è stato consegnato il Premio Genesis, un premio patrocinato dal governo israeliano assegnato a individui che aiutano maggiormente lo Stato Ebraico.
Dopo la cerimonia, ha pranzato con il suo amico Netanyahu. Kraft aveva già sostenuto Netanyahu partecipando al suo discorso al Congresso nel 2015. “Israele non ha un amico più leale di Robert Kraft”, ha detto Netanyahu.
Kraft ha ricevuto il Premio Genesis da 1 milione di dollari (928.000 euro) per i suoi sforzi nella filantropia e nella “lotta all’antisemitismo”. Eppure le sue opinioni su ciò che costituisce e ciò che non costituisce antisemitismo sono a dir poco controverse.
Sulla scia della storica ondata di proteste che hanno attraversato gli Stati Uniti per chiedere un cessate il fuoco in Medio Oriente, è apparso su MSNBC per denunciare i partecipanti come sostenitori del terrorismo. “Per me è orribile che un gruppo come Hamas possa essere rispettato e che le persone negli Stati Uniti d’America possano portare bandiere o sostenerlo”, ha detto, equiparando chiaramente il sostegno ai diritti dei palestinesi al terrorismo. “Hamas predica lo sradicamento di tutti gli ebrei dalla Terra”, ha aggiunto.
Pertanto, mentre la FCAS afferma di opporsi alla disinformazione e al razzismo, il suo fondatore continua a diffondere la propria disinformazione al servizio del progetto israeliano.
Forse non sorprende che si opponga anche al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), una campagna popolare per esercitare pacificamente pressione economica sullo Stato di Israele affinché cessi l’Oppressione e l’Occupazione dei suoi vicini. Kraft vede il BDS come una forma di movimento razzista antiebraico, collegandolo agli attacchi alle sinagoghe o alla crescente minaccia dell’estrema destra.
Foto: Manifestazione pro-Palestina a Oakland, California, agosto 2014. (Alex Chis, Flickr, CC BY-SA 2.0)
“La mia visione è di lavorare per porre fine alla violenza contro le comunità ebraiche. Per contrastare la normalizzazione delle narrazioni antisemite che mettono in discussione il diritto di Israele ad esistere, mascherate come parte di un legittimo dibattito nelle istituzioni scolastiche e nei media”, ha affermato, suggerendo così che la FCAS tenterà di inserirsi nei plessi universitari a livello nazionale e di fare pressione sui media ad assumere (ancora) più posizioni filo-israeliane.
Il finanziatore della lobby israeliana
Kraft è uno dei principali benefattori della lobby israeliana, donando milioni di dollari a vari gruppi nel corso della sua vita. Nel 2022, ad esempio, ha donato 1 milione di dollari (928.000 euro) al super PAC (Comitato di Azione Politica) del Comitato Americano per gli Affari Pubblici di Israele (AIPAC). L’AIPAC lavora per promuovere politiche filo-israeliane negli Stati Uniti e per inserire un linguaggio filo-israeliano nel maggior numero possibile di atti legislativi.
Finanzia anche gli Amici delle Forze di Difesa Israeliane, un gruppo che raccoglie fondi per aiutare i soldati israeliani, anche se commettono Crimini di Guerra in Palestina, Siria e altrove. Ha fatto donazioni considerevoli ad altri gruppi filo-israeliani, tra cui:
- American Friends of the Israel Museum (Amici Americani del Museo di Israele)
- American Friends of the Yitzhak Rabin Center (Amici Americani del Centro Yitzhak Rabin)
- The Anti-Defamation League (Lega Anti-Diffamazione)
- The Committee for Accuracy in Middle East Reporting and Analysis (Comitato per l’Accuratezza nei Rapporti e nell’Analisi del Medio Oriente)
- The Jewish Agency for Israel (Agenzia Ebraica per Israele)
- The Jewish National Fund (Fondo Nazionale Ebraico)
- StandWithUs (StaiConNoi)
- The Israel Project (Progetto Israele)
Attraverso la sua organizzazione, Touchdown in Israel (Meta in Israele), Kraft organizza regolarmente viaggi di propaganda in Israele per gli ex giocatori della NFL, senza dubbio sperando che diventino sostenitori dello Stato Ebraico.
Probabilmente il modo più influente con cui Kraft condiziona la vita pubblica americana, tuttavia, è il suo costante finanziamento ai democratici di destra che si oppongono ai progressisti e ai sostenitori della giustizia in Palestina.
Nel 2021, ad esempio, ha donato 5.800 dollari (5.380 euro) alla deputata Shontel Brown nel suo controverso confronto contro la progressista Nina Turner e altri 2.900 dollari (2.700 euro) per la sua rielezione. Brown era una candidata poco conosciuta ma fortemente filo-israeliana che si opponeva ad una socialista democratica, co-presidente nazionale della campagna elettorale 2020 di Bernie Sanders e una aperta critica delle politiche israeliane.
Foto: Shontel Brown saluta il Presidente Joe Biden all’Aeroporto Internazionale Hopkins di Cleveland il 6 luglio 2022. (Casa Bianca, Adam Schultz)
Enormi quantità di denaro filo-israeliano confluirono nella campagna di Brown, aiutandola a sconfiggere Turner. Nel suo discorso di accettazione, Brown ha elogiato Israele e in seguito ha ringraziato la comunità ebraica per “averla aiutata a vincere”.
Kraft ha finanziato anche democratici filo-israeliani, tra cui David Cicilline; Juan Vargas; Ted tedesco; Jake Auchincloss e Ritchie Torres.
Le sue azioni, donazioni e dichiarazioni pubbliche hanno attirato la condanna di alcuni che le hanno seguite. Il giornalista sportivo Dave Zirin, ad esempio, ha recentemente scritto che:
“Sembra pensare che qualsiasi critica a Israele sia intrinsecamente antisemita. Per Kraft, parte del problema sono gli ebrei come me, i rabbini e i sopravvissuti all’Olocausto che chiedono un cessate il fuoco e una Palestina libera. E Kraft sembra pensare che l’opposizione a Israele, all’IDF, e all’agenda dell’AIPAC sia antisemitismo”.
Israele in televisione
Nel mezzo dell’azione gli spettatori del Super Bowl sono stati sottoposti a un altro spot pro-Israele, questo direttamente finanziato e in rappresentanza del governo israeliano. Una voce fuori campo, mentre sullo schermo vengono riprodotte immagini di sane attività paterne, annuncia:
“A tutti i papà, quelli divertenti, quelli distratti, quelli forti, quelli avventurosi. A tutti i papà tenuti prigionieri da Hamas da oltre 120 giorni, promettiamo di riportarvi a casa”.
A quanto pare, il governo israeliano stava inviando un messaggio ai padri israeliani ancora in mano ad Hamas. Quel messaggio era per dire che stavano lavorando per riportarli a casa (spendendo milioni di dollari per mandare in onda il messaggio sulla TV americana durante il Super Bowl).
La realtà, tuttavia, è che questo è stato un tentativo di influenzare il pubblico americano a identificarsi con Israele, suggerendo che ciò potrebbe accadere anche a chiunque dei loro padri.
Molti spettatori ritenevano che ciò che vedevano equivalesse a poco più che una costosa disinformazione. “Sono esterrefatto, Israele sta davvero mandando in onda uno spot di propaganda strappalacrime durante il Super Bowl mentre contemporaneamente bombarda i rifugiati a Rafah?, ha scritto uno spettatore su Twitter.
Tuttavia, il Super Bowl è stata la trasmissione televisiva americana più vista di sempre, totalizzando oltre 123 milioni di telespettatori. Alcuni dicono che non è possibile dare un prezzo a questo tipo di pubblicità, ma a quanto pare è possibile, e il prezzo è di 7 milioni di dollari (6,5 milioni di euro). Potrebbe essere propaganda, ma in America sono i soldi a parlare. E sia Robert Kraft che il governo israeliano hanno sicuramente molto da spendere.
Alan MacLeod scrive per MintPress News. Dopo aver completato il suo dottorato di ricerca nel 2017, ha pubblicato due libri: “Bad News From Venezuela: Twenty Years of Fake News and Misreportin” (Cattive Notizie Dal Venezuela: Vent’anni di Notizie False e Mistificazioni) e “Propaganda in the Information Age: Still Manufacturing Consent” (Propaganda nell’Era dell’Informazione: Fabbricare il Consenso), oltre a numerosi articoli accademici. Ha anche collaborato con FAIR.org The Guardian, Salon, The Grayzone, Jacobin Magazine, Common Dreams, American Herald Tribune e The Canary.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
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