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Nucleare: la Consulta dice sì

Un parere che sicuramente avrà il suo effetto sulla partecipazione e forse sul raggiungimento del tanto amato-odiato quorum, anche perché si è svelato quello che spesso si andava dicendo, ossia che il Governo(dopo la tragedia giapponese) non aveva fatto alcun passo indietro sul ritorno del nucleare ma tentava di posticipare l’avvio dei lavori in un momento decisamente migliore.

Ora il Referendum è alle porte, Berlusconi dal canto suo ha detto che prenderà atto della decisione che uscirà dalle votazioni, intanto consiglia ai suoi discepoli di invitare a disertare le urne,anche se fino a ieri con discrezione. Del resto la preoccupazione più grande per il premier sta nel quesito sul legittimo impedimento, infatti da tempo l’esecutivo si sgola per sostenere che nulla cambierà dopo il 12 e 13 giugno e che questa è una chiamata alle urne, che ha come strumento solo il voler dare una spallata all’esecutivo.

Riguardo al centrosinistra c’è da constatare il solo interesse di portare al voto la maggioranza degli italiani/e solo per continuare a bacchettare il Governo e quindi costringerlo ad ammettere di essere arrivato alla frutta, non avendo di fatto altri argomenti per scalfirlo. Il Partito Democratico invita a partecipare in un ottica di continua incoerenza, valorizzando il voto come difesa dei beni comuni, salvo poi condannarli in una valle che resiste, quella della Val Susa,dove politicanti democratici chiedono, sviscerando dichiarazioni di scontro aperto, l’intervento dell’esercito per portare avanti la Torino-Lion. Dichiarando che il cantiere deve diventare un sito di interesse strategico per il Paese, difendibile così dall’esercito. proprio come il Ministro della Difesa La Russa ha fatto per gli impianti nucleari.

Intanto i Movimenti,Comitati,Associazioni e singoli cittadini si mobilitano con la coerenza di fare di questa partita un momento di alta partecipazione e sincera voglia di salvare il proprio territorio ed il futuro delle prossime generazioni, certo assumendo questo appuntamento con differenze di visione riguardo al metodo usato, un Referendum contro la lobby del’atomo, strumento facilmente aggirabile e strumentale, in un realtà come quella italiana.

Tuttavia una partita, che ha comunque visto e continuerà a vedere iniziative che colgano l’importanza di dare un segnale a tutti quegli attori, siano essi politici o imprenditori, che oggi sono a destra e domani a sinistra(?), che la difesa dei beni comuni non è ne in discussione ne delegabile.

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