
Ronaldo rifiuta di scambiare la maglietta con i calciatori israeliani
In un mondo del calcio dove a tener banco sono interessi economici e al cui interno giocatori, allenatori e presidenti guadagnano miliardi vivendo una vita apparentemente dorata, uscire dal gregge è spesso un’azione non contemplata; per questo il rifiuto di Ronaldo risulta essere l’eccezione in un ambiente affaristico quale è il calcio moderno. Un gesto che va a riconfermare l’avversione di Ronaldo nei confronti dello Stato sionista di Israele e alle sue politiche criminali e dimostra la solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Le posizioni di Ronaldo sulla questione palestinese infatti si erano già palesate quando donò 1,5 milioni ai bambini e alle bambine della Striscia di Gaza mettendo all’asta la “Scarpa d’oro” che vinse nel 2011, mentre l’anno passato vendette le sue scarpe alla Fondazione Real Madrid affinché fossero messe anch’esse all’asta al fine di raccogliere soldi per le scuole di Gaza.
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