“Tortura globale”, in Italia nove casi come Abu Omar.
Il dossier, intitolato ‘Globalizzazione della Tortura’, cita documenti giudiziari americani secondo cui tra 2003 e 2004 almeno due voli operati da Richmor Aviation, una compagnia usata dalla Cia per le rendition, atterrarono a Roma (tra il primo e il 3 marzo 2003) e a Napoli (tra il 3 e il 7 maggio 2004). L’Italia, sottolinea il rapporto pubblicato in vista delle audizioni in Senato del capo della Cia designato John Brennan, e’ stato l’unico paese in cui un tribunale ha condannato responsabili di rendition, il Canada l’unico ad essersi scusato con una delle vittime. Regno Unito, Australia e Svezia hanno pagato indennizzi.
La Osji, che identifica”almeno” 136 persone trasferite dalla Cia, fotografa la vastita’ del programma dell’agenzia di intelligence che vide la collaborazione di oltre un quarto dei paesi del mondo: in Europa anche Svezia, Danimarca, Finlandia, Belgio, Austria, Croazia, Irlanda, Polonia, Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Lituania, Romania.
”Non c’e’ dubbio che i vertici dell’amministrazione Bush sono responsabili e l’impunita’ che hanno goduto finora e’ motivo di grave preoccupazione”, si afferma nel rapporto secondo cui la responsabilita’ non e’ solo degli Usa: ”Le detenzioni segrete e le rendition non sarebbero state possibili senza la partecipazione attiva di governi stranieri. Anche questi governi dovrebbero essere giudicati responsabili”. Gli stati identificati dall’Osji includono Pakistan, Afghanistan, Egitto e Giordania, ben noti per l’esistenza di prigioni segrete e per l’uso della tortura, ma anche Iran e Siria avrebbero partecipato al programma: la Siria come ”una delle piu’ comuni destinazioni dei sospetti terroristi” mentre Teheran con la consegna di 15 individui a Kabul poco dopo l’invasione dell’Afghanistan ben sapendo che sarebbero finiti in mani americane.
di Fabrizio Salvatori da www.controlacrisi.org
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