Istituto Ferrari di Susa: un docente può dissentire a scuola?
Di seguito riportiamo la vicenda del Professore Simone Zito dell’ISS Ferrari di Susa che per aver denunciato pubblicamente una “retata” muscolare a scuola da parte delle forze dell’ordine richiesta dalla dirigente è incorso in sanzioni e provvedimenti disciplinari.
La macchina del fango contro il Prof. Zito si è INCEPPATA
L’Ufficio Competente per i Procedimenti Disciplinari, dell’Ambito Territoriale di Torino, non ha potuto far altro che “censurare” il Prof. Zito che aveva subito un grave Procedimento Disciplinare attivato nei suoi confronti da parte della dirigente dell’IIS Ferrari di Susa.
Con il procedimento disciplinare, attivato su richiesta della Dirigente Scolastica (sulla base di dichiarazioni che molto probabilmente provvederemo a denunciare alle autorità competenti, perché non veritiere), veniva contestato al prof. Zito di aver assunto una condotta contraria ai principi di correttezza e responsabilità inerenti alla funzione docente ed, inoltre, di aver utilizzato un linguaggio irrispettoso e denigratorio nei confronti di altri dipendenti.
Il “castello” accusatorio, assolutamente PRIVO di ALCUN FONDAMENTO, è stato sdegnosamente respinto dal collega, e dalla difesa dell’Avv. Ariotto, nella memoria difensiva e le infamanti accuse sono state spazzate via anche se l’Ufficio per i procedimenti Disciplinari, per non delegittimare la dirigente, ha dovuto irrorare la sanzione di censura (che non ha alcuna rilevanza e che comunque impugneremo) Nonostante la positiva conclusione della vicenda riteniamo, però, che subire un grave procedimento
disciplinare per la sospensione dall’insegnamento sia, di per sé, una sanzione e, quindi, stigmatizziamo il comportamento dell’Amministrazione Scolastica che riteniamo abbia coinvolto persone vicine allo staff per contestare incredibili ed infamanti accuse, prive di alcun fondamento, dalle quali il collega è stato assurdamente costretto a discolparsi.
Riteniamo, invece, che le vere motivazioni della vicenda si possano rinvenire esclusivamente nel fatto che il prof. Zito viene ritenuto un docente scomodo e contrastivo, che cerca di svolgere coscienziosamente ed eticamente la propria attività di insegnante, anche denunciando i gravi fatti accaduti all’IIS Ferrari di Susa il 10 Novembre 2022, quando suonava l’allarme antincendio e contemporaneamente entravano i carabinieri a scuola per fare una “retata” antidroga e che grazie alla denuncia del collega ha messo a nudo un bieco meccanismo ben oleato e collaudato. Un sistema di delazione, paura, illegalità e sopraffazione che ha fatto quadrato intorno alla dirigente ben consapevole ormai di averla fatta grossa.
Esprimiamo al collega Simone Zito, militante dei COBAS Scuola, la nostra più totale solidarietà per il suo lavoro e per aver dovuto subire questo incredibile procedimento disciplinare per la sospensione dall’insegnamento senza aver mai commesso alcun illecito disciplinare ed, anzi, avendo avuto nelle circostanze contestate un atteggiamento responsabile e professionalmente corretto.
Il collega valuterà, ovviamente, di tutelare la propria onorabilità, per le calunnie nei propri confronti e per il procedimento che ha dovuto subire, in tutte le sedi competenti.
Questo grave episodio si aggiunge ad una serie infinita di situazioni simili (aumentate a dismisura negli ultimi anni), e ciò è provato, purtroppo, da numerose vicende che hanno dell’incredibile e che sono dettate dall’unico scopo di zittire e annichilire, Docenti e Ata scomodi e non disposti ad eseguire passivamente, e mettendole in discussione, decisioni prese dall’alto spesso palesemente in contrasto con la normativa vigente e, talvolta, addirittura con il buon senso.
Una scuola dove c’è un alto numero di docenti che se ne va a metà anno (alcuni docenti, non reggendo la pressione, lasciano la supplenza dopo soli due mesi ….) o viene “gentilmente” costretto ad andarsene da una preside imperatrice, un sistema dove i docenti vengono utilizzati come tappabuchi e il collegio docenti altro non è che un organo ratificatore degli sproloqui della dirigente. Una scuola in cui dirigente, vicepreside, parte della segreteria e alcuni collaboratori, contro ogni regola, hanno creato una rete di controllo asfissiante, arrogandosi anche competenze e mansioni non proprie. Una scuola dove gli studenti BES vengono spesso ammassati in classi pollaio. Una scuola dove si negano gite culturali ai propri studenti ma ci si fa in quattro per portare i discenti a vedere il Maurizio Costanzo show (a noi risultano 16 allievi e 12 insegnanti, uno strano viaggio d’istruzione). Una scuola in cui avviene una retata al mese, seminando angoscia e paura, che spesso non porta a nulla. Una scuola dove ci dicono che mobbing e bossing sono all’ordine del giorno.
Ci domandiamo allora: SI PUO’ DEFINIRE QUESTA UNA SCUOLA? Perché nel corso degli ultimi anni vi è stato un esodo di insegnanti dall’istituto? Perché molti lasciano l’incarico ben prima del termine del contratto?
PERCHE’ L’USR PERMETTE TUTTO QUESTO?!
Di seguito il commento del Professor Zito:
Buongiorno, mi chiamo Simone Zito e la mia preside mi ha denunciato
Spesso si dice che più una persona sa scrivere, meno parole usa, quindi provo a fare così. Ai tanti che in questi mesi mi hanno chiesto come era finita la “questione al Ferrari” rispondo che per aver cercato di tutelare gli studenti e per aver reso pubblico quelli che per me e altri docenti si costituivano come abusi compiuti contro centinaia di minorenni e lavoratori della scuola, la Dirigente mi ha denunciato per diffamazione ai Carabinieri e all’Ufficio Scolastico Regionale.
Dato che la mia condotta sembra non aver avuto nessun contenuto delittuoso e non avendo pertanto ricevuto alcun tipo di sanzione, ‘qualcuno’ ha colto l’occasione di uno scambio di battute da me avuto con un’amministrativa per accusarmi di “aggressione” e “atteggiamento minaccioso”. Il dialogo è stato della durata di 30 secondi, cordiale e mai sopra le righe, ma l’amministrativa si sarebbe sentita così male da dover chiamare l’ambulanza e rimanere in mutua diversi giorni. Il tutto ovviamente è stato confermato da altri amministrativi vicini alla dirigenza. Quindi ho ricevuto una seconda segnalazione all’USR che si è conclusa con un provvedimento di “censura”.
Chi mi conosce sa che sono una persona mite, ma sa anche che non ho mai distolto lo sguardo di fronte a un’ingiustizia. Pertanto, dato che posso provare quello che dico e che quello che faccio me lo impone la deontologia del meraviglioso mestiere che ho l’onore di esercitare, con i miei avvocati impugnerò la censura e proseguirò l’azione legale. Questo perché ho dovuto affrontare diverse conseguenze fisiche, emotive ed economiche. Non è stato facile. Ho dovuto lasciare i miei studenti con cui avevamo iniziato a condividere la bellezza e l’importanza della filosofia, quando viene fatta con testa e cuore. Sono stato nei fatti costretto a rinunciare a un lavoro meraviglioso, in cambio di notti insonni e giorni con poco appetito.
Alla mia domanda nel ‘famoso’ post di novembre dove chiedevo se fosse ancora possibile dissentire a scuola, rispondo “sì” a patto che si sia disposti a ricevere una denuncia ai carabinieri, due segnalazioni all’USR, perdere 18 punti in due classi di concorso, il lavoro per quest’anno e danni economici tra i 7000 e i 15000 euro. Ah, la salute un po’ ne risente.
Ne vale la pena? Si, assolutamente. Questo è l’insegnamento più importante che vorrei dare ai miei allievi quest’anno: combattere un sistema ingiusto vale sempre la pena. La cultura dovrebbe servire soprattutto a questo e a capire che la dignità, l’umanità e la coscienza vengono prima dei soldi. Il lavoro che facciamo è troppo importante per dimenticare che si insegna prima di tutto con l’esempio.
Molti brutti posti si fondano sull’omertà e il silenzio dei giusti e la connivenza e il vantaggio di persone ‘disponibili’. I ragazzi non dovrebbero crescere e formarsi in luoghi simili.
Simone Zito
ps: volevo ringraziare quanti in questi mesi mi sono stati vicini: amici, famiglia, studenti ed ex studenti, spighe, colleghi, Cobas Scuola, Avv. Ariotto e Studio Ghia e il Coordinamento Docenti Valsusa. Grazie.
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