Non si può morire a scuola!
Ieri, 8 Gennaio, un ragazzo ha perso la vita nella sua scuola a Lecce, si chiamava Andrea e stava recuperando la sua giacca, lanciatagli da un compagno sulla copertura del pozzo luce nell’area dove svolgeva l’attività sportiva . Andrea ha scavalcato la recinzione che delimitava il pozzo e quando è atterrato la copertura non ha retto e nemmeno la rete sotto di essa, così è precipitato nel vuoto ed è morto.
Possiamo considerare questo episodio ed altri analoghi (accaduti per esempio sul lavoro) fatalità?
Siamo sicuri che si possa attribuire la colpa di ciò all’amico che ha tirato la giacca dall’altra parte della grata? C’è chi è addirittura arrivato a dire che Andrea abbia pagato un brutto costo per una azione sconsiderata…
Andrea purtroppo ha pagato con la vita per il modo in cui le scuole oggi sono ridotte, ha pagato per via delle troppe pance che si son riempite divorando la scuola con riforme e tagli. Nella maggior parte degli istituti d’Italia le strutture di sicurezza non sono a norma e manca una manutenzione minima che risolva i problemi di edilizia, che di anno in anno si accumulano. Le scuole oggi sono edifici fatiscenti e quasi sempre le aule sono sovraffollate, mettendo in pericolo la vita degli studenti in caso di terremoti ed incendi. Quest’anno a Olbia si è sfiorata la strage quando un pezzo di soffitto è crollato sul banco di uno studente nel bel mezzo della lezione. Un crollo simile si è verificato anche al Singonio di Modena dove, a seguito delle proteste degli studenti, è stata fatta una manutenzione, un vere e proprio vanto delle amministrazioni locali, peccato che a pochi giorni dalla riparazione del tetto un bagno è stato chiuso perchè un neon rischiava di cadere in testa agli studenti. Tanti altri episodi analoghi si verificano continuamente, per rendersi conto della condizione delle scuole basta pensare che in alcune quest’anno è stato addirittura tagliato il riscaldamento.
Esprimiamo la nostra più completa vicinanza alla famiglia ed agli amici di Andrea, non possiamo nemmeno immaginarci come ci si senta a mandare proprio figlio a scuola una mattina e non vederlo tornare. Sappiamo però che la questione non si può archiviare con condoglianze e solidarietà formali come presto faranno la Carrozza e tutto il carrozzone istituzionale, complici indiretti di questa tragedia: noi studenti dobbiamo continuare a lottare ogni giorno, sempre più determinati, perchè nessuno muoia a scuola. Non si può morire a scuola.
Da Studaut
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