Per la seconda settimana di seguito cortei studenteschi in tutta Italia contro l’alternanza scuola-lavoro
Da Torino a Palermo, a Roma gli studenti e le studentesse si sono ripresi le piazze dopo le violenze da parte delle forze dell’ordine della scorsa settimana. Il messaggio è chiaro, l’alternanza scuola – lavoro va abolita e l’intero modello formativo va rivisto fin dalle sue fondamenta.
Il tentativo di smorzare la mobilitazione studentesca a colpi di manganellate ha sortito l’effetto opposto, le piazze di diverse città italiane si sono riempite e sono riuscite a partire in corteo raccogliendo vissuti, esperienze e spunti di chi trova la condizione di violenza formativa nel nostro paese sempre più insostenibile. Cortei compositi, attraversati da studenti e studentesse di scuole differenti e da gruppi di lavoratori e lavoratrici che sostengono la mobilitazione.
A Torino oltre tremila giovani si sono ritrovati davanti alla Stazione di Porta Susa, mettendo in campo quello che a tutti gli effetti è stato uno dei cortei studenteschi più grandi degli ultimi anni al netto della pantomima della Questura per salvare la faccia (le presunte “passeggiate consapevoli”, come la passeggiata di EsseNon che è stata caricata brutalmente appena una settimana prima?). La piazza è stata raggiunta verso le dieci da nutriti gruppi di studenti da diverse scuole tra cui il Gioberti in occupazione da inizio settimana. Il corteo si è snodato per le vie cittadine raggiungendo prima Confindustria dove è stato contestato il ruolo dell’associazione degli industriali nell’Alternanza Scuola-Lavoro e sono state macchiate di rosso le targhe d’ingresso del palazzo, per poi avviarsi verso l’Ufficio Scolastico Regionale. Qui gli studenti e le studentesse si sono alternati al microfono rivendicando la necessità di un cambiamento radicale di rotta dell’istituzione scolastica, la necessità di affrontare i problemi sollevati dalla pandemia per quanto riguarda i giovani e la formazione e la volontà di andare avanti con la mobilitazione e non fermarsi. Dopo un lancio di uova verso l’Ufficio Scolastico Regionale il corteo si è rimesso in moto per arrivare in conclusione al Campus Einaudi dove è in corso una partecipata assemblea studentesca.
Qui la corrispondenza di Radio Onda d’Urto:
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A Roma sono cinquemila i giovani scesi in piazza per la terza volta dopo la morte di Lorenzo. Il corteo partito da Piramide è arrivato fin sotto il Ministero dell’Istruzione contestando la pessima gestione della crisi sanitaria a scuola e la nuova maturità imposta dal Ministro Bianchi. In testa al corteo c’è il coordinamento studentesco La Lupa, che ha ribadito: “le manganellate non ci fermano. Se non cambierà, lotta dura sarà. Il governo non sta investendo su di noi e sulla scuola. A questo diciamo diciamo no. La mobilitazione inizia oggi ma non ci fermeremo qui”.
Si seguito le corrispondenze di Radio Onda d’Urto da Roma durante la mattinata:
Da Roma prima della partenza del corteo abbiamo contattato Ludovica, di “La Lupa”. Ascolta o scarica
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Sempre da Roma e sempre Ludovica ci racconta come sta andando il corteo nella capitale. Ascolta o scarica
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A Palermo fin dalla mattina sono partiti diversi cortei selvaggi dalle scuole, in particolare da alcuni tecnici, contro l’alternanza scuola-lavoro e la maturità, confluiti poi al Laboratorio Malaspina. Alle prime ore della mattina inoltre un’altra azione di contestazione ha avuto luogo davanti a Sicindustria, rappresentante di Confindustria a Palermo, in via XX settembre, a firma Antudo Palermo.”Sangue del nostro sangue! Lorenzo parelli, immolato dallo stato italiano sull’altare del capitale” questa è la frase dello striscione comparso questa mattina presto – insieme a una sagoma sul marciapiede vicino, delineata con il gesso bianco e macchiata di vernice rossa a simboleggiare il sangue – affisso sulla vetrata della sede.
A Milano nel pomeriggio gli studenti e le studentesse hanno occupato la sede milanese del provveditorato all’istruzione per ribadire la contrarietà delle studentesse e degli studenti al PCTO, all’inserimento della seconda prova di maturità nonostante due anni non-scuola, e a un sistema scolastico basato sulla valutazione del singolo. “La morte di Lorenzo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un sistema scolastico distrutto. Lorenzo non doveva essere in un’azienda a lavorare gratis, doveva essere a formarsi e crescere in una scuola degna di tale nome.” dicono gli studenti.
In oltre 30 città questa mattina hanno avuto luogo presidi ed iniziative. In diverse città cresce il numero delle scuole occupate, con l’obbiettivo di rilanciare ulteriormente la mobilitazione e costruire dei momenti di dibattito e confronto anche all’interno delle aule con obbiettivo la critica al sistema scolastico e la raccolta dei bisogni di giovani e studenti.
I farfugliamenti della Ministra Lamorgese sui presunti infiltrati trovano come risposta migliaia di studenti consapevoli e determinati che non hanno intenzione di delegare la difesa della propria vita e la lotta per un futuro dignitoso e più giusto.
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