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#ProiettiliChile. Pinera vuole trattare, il sindacato pure, la piazza no

E la soluzione arriva in un attimo. Il governo ha deciso di tendere “fraternamente” una mano agli studenti in lotta, proponendo un tavolo di confronto con i leader del movimento e le organizzazioni di professori e rettori. E’ un corteggiamento pacato e rispettoso. Qualunque signorin* di buona famiglia non saprebbe resistere, infatti la risposta della Confech non si fa attendere. Tutti d’accordo ad accettare, naturalmente con i se e con i ma che il caso necessita per non perdere la propria base di consenso. Camila Vallejo, oramai volto riconosciuto (dai media) della protesta, parla di “qualcosa di positivo”. Fraintende i comportamenti di piazza dei suoi coetanei riassumendoli in un “era questo che chiedevamo”. Non si era capito…?!

Ma la maggior parte degli estudiantes non vuole ripetere l’errore commesso nel 2006, quando la “rivoluzione dei pinguini” degli studenti medi scelse di abdicare le proprie rivendicazioni per un suposto dialogo con la presidenta Bachelet. Oggi sui muri delle università occupate si può leggere: “Confech concerta”, o più icasticamente “Confech = P.C. (Partido Comunista): svendiamo ancora una volta la tua istruzione.”

All’interno dei sindacati studenteschi c’è chi parla di “sconfitta del governo” e dunque di una vittoria. E chi si preoccupa di garantire al movimento che “non si tratta di un tavolo di dialogo” ma bensì della possibilità di “parlare faccia a faccia con il governo”. Ora, forse possono sfuggirci le sottili sfumature del lessico politico sindacale, fatto sta che dalle strade non arriva l’appoggio sperato alla Federazione.

Il giorno dopo la morte di Manuel, a Santiago un corteo spontaneo affronta rabbioso gli assassini del giovane. Le macchine che passano suonano il clacson: andate avanti così. I carabineros schierati perdono la pazienza. C’è chi giura di aver visto delle pistole aggirarsi tra gli encapuchados/as di Valparaiso. E la serenità propria dei tutori dell’ordine fa presto a svanire, di fronte ad una folla che ti grida in faccia: “Ya van a ver! Ya van a ver! Todas las balas se van a revolver!”. Vedrete – dicono – tutti i vostri prioiettili vi torneranno indietro.

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