[Verso il 6 maggio] E se la Crisi cominciamo a farla noi, non sorridete…
Tutta l’Europa è stata attraversata in forme diverse da questo slogan, uno slogan che era una dichiarazione d’intenti, era il non voler pagare la crisi che qualcun altro aveva provocato dovendo subire tagli al nostro welfare e al nostro reddito studentesco.
Poi il 2009 è finito con quell’emozionante momento di lotta che è stato il G8 summit dell’Università di Torino, e ci chiedevamo già cosa sarebbe successo dopo.
E dopo un anno di sordina il movimento studentesco è rispuntato con una nuova voglia ed una nuova rabbia nell’autunno del 2010, ma tante cose sono cambiate, anche gli slogan. Nelle nostre piazze non si canta più “Noi la crisi non la paghiamo!” adesso si canta “Noi la crisi ve la creiamo!”.
Un “Noi la crisi ve la creiamo!” che significa che ci siamo rotti, che non ne possiamo più, che non ci basta non pagare la vostra crisi, ma vogliamo proprio cacciarvi a calci in culo da qui.
Un “Noi la crisi ve la creiamo!” che dice: se voi non ci ascoltate noi verremo a gridare sotto le vostre finestre fino a farvi impazzire.
Un “noi la crisi ve la creiamo!” che significa: abbiamo capito che questa crisi continueremo a pagarla finché non saremo per voi un problema così grosso da costringervi a cambiare strategie.
Ed è stata l’ora del 14 dicembre, della voglia di mandarli via tutti, di una generazione precaria che finalmente ha fatto valere la propria voce, del “que se vayan todos” e del “tutti insieme famo paura”, del boato di Piazza del Popolo nel vedere la camionetta della finanza in fiamme.
E ora? Ora non basta essere il loro problema, non basta dire che non vogliamo pagare la loro crisi, è il momento di rovesciarla questa crisi. E’ il momento di utilizzare i loro strumenti contro i loro interessi.
Cosa vuol dire rovesciare la crisi? Vuol dire finalmente far pagare gli effetti delle speculazioni finanziarie alla classe dirigente dei nostri paesi, vuol dire essere capaci di invertire la tendenza e non solo resistere alle politiche di austerity, ma sovvertire queste politiche conquistando dal basso reddito e diritti.
Tocca anche a noi studenti medi essere capaci di riprenderci quello che ci spetta e ci è stato tolto, ma anche riprenderci quello che compete ai nostri bisogni e non ci è mai stato dato.
Sovvertire la crisi, rovesciare la crisi.
Non sorridete… Son tutti cazzi vostri!
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